Re-settlement. Re-settle, re-think, refugee

People have always been fleeing, escaping or leaving their homes and re-establishing themselves in new settlements. In the most recent years however, due to factors like man driven conflicts and the increase of natural hazards due to climate change, the number of people that have been re-settling has seen a dramatic increase. This was a starting point for the research of this thesis and a way to provoke and rethink the existing situations of these settlements and to trigger the standardisation of their state. Seventy-one million people are displaced from their houses either due to war, prosecution or violence; this is one in 108 people. Displaced people could be refugees, internally displaced people, or asylum seekers looking to relocate to their new homes. This re-settling is no longer an exceptional case as it has been in the past; it is starting to be a new way of living. Researching, analysing and rethinking what refugee camps represent, becomes the main concern of this thesis. By gathering information, explanations and simplifications of emerging issues are tackled and analysed. For each issue, using the theory behind it as well as the analysis, various solutions both new and existing ones are illustrated and evaluated to find the most efficient proposal. Time is one of the most crucial factors to take into account for these settlements, both for the initial phase of designing as well as the complete life-span. Such solutions therefore need to be adaptable yet precise. A camp could last one year, but it could also last sixty-seven as in the case of Palestinian camps in Lebanon. A temporary solution is not the correct approach; a human and adaptable one is. It is important to remember that these places should not be considered as mere camps where people are sheltered for some time, but rather as a new way of living, where camps become the settlements of a safer future and home.

Le persone si sono sempre spostate, fuggendo o lasciando volontariamente la propria casa, ristabilendosi in nuovi insediamenti. Negli ultimi anni, tuttavia, a causa di conflitti armati e dell’aumento di pericoli naturali causati dai cambiamenti climatici, il numero di persone che si stanno spostando ha visto un tragico aumento. Questo è stato un punto di partenza per questa tesi: un modo per ripensare le situazioni attuali di questi insediamenti e provocare la standardizzazione del loro stato. Settantuno milioni di persone sono sfollate dalle loro case a causa di guerre; questo significa una persona su 108. I profughi potrebbero essere rifugiati, IDP o richiedenti asilo che desiderano trasferirsi nelle loro nuove case. Questo reinsediamento non è più una situazione che succede di tnto in tanto, ma sta diventando una nuova realtà. Quindi lo studio, la ricerca, l’analisi e la rivalutazione di ciò che hanno rappresentato i campi per rifugiati sino ad oggi è ciò su cui si focalizza questa tesi. Norme, informazioni ed esempi delle questioni emergenti vengono raccolti e analizzati. Questo avviene tramite l’uso dei mauali, della teoria e di altri articoli per proporre soluzioni innovative che portino ad una risposta efficiente. Il tempo è uno dei fattori più cruciali quando si parla di questi insediamenti, sia nella la fase iniziale di progettazione che per l’intera durata della vita. Pertanto, tali soluzioni devono essere flessibili ma precise. Un campo rifugiati potrebbe durare un anno, ma potrebbe anche durare sessantasette come nel caso dei campi palestinesi in Libano. Una soluzione temporanea non è l’approccio corretto; una umana e adattabile ai bisogni lo è. È importante ricordare che questi luoghi non dovrebbero essere considerati semplici campi profughi in cui le persone sono protette per un certo periodo di tempo, ma piuttosto come un nuovo modo di vivere, in cui i campi diventano gli insediamenti di un futuro e di una casa più sicuri.