In a regional context in which there is a tendency to valorize and privilege a certain kind of territories to be preserved in their positive character of uncontamination, very often we forget about other places, which unexpressed potential is not related to an imaginary of wild nature to save, but that frequently reveal themselves as rich of different and hidden values that bring with them the sign of the Modernity. From the observation of those facts, we develop an idea of design which tries to explore the possibility tt regenerate those territories through an infrastructure, able to join and set up a system of those relevant elements that represent its intrinsic value. The area of interest is a valley in the south of Tuscany, surrounded by the cities of Arezzo, Siena and Perugia, signed by a story of deep morphological changes linked to the reclamation of its swamplands and which typological characters have been determinated, during the centuries, by the human activities that took place in the whole area from a long time ago since the diffusion, after World War II, of extensive agriculture practices and since the construcion of the main fast national infrastructures that connects the South of Italy with the North. Underneath a first layer of general apparent uniformity, the Valley can be seen as a colorful mosaic of eterogeneous elements: canals, water ponds, embankments, lakes, nature reserves, idraulic manufacts from XVIII century, historical rural architectures, but also silos for the storage of cereals, incinerators, motorways, train lines and power lines, service stations and interchange nodes. The juxtaposition of those conflicting elements is taken as positive in the design because it strongly represents the identity of the territory itself and it materializes through the idea of an infrastructure of slow mobility that constitues the linking fulcrum able to bring accessibility to the turist and the local visitor and to catalize the riactivation of a whole architectural heritage and human traditional activities already destinated to die.

In un contesto regionale in cui si tende quasi sempre a valorizzare e a istituzionalizzare privilegiatamente un certo tipo di territori da preservare nei loro caratteri di positiva incontaminazione, ci si dimentica troppo spesso di altri luoghi, le cui potenzialità inespresse sono slegate da un immaginario di natura selvaggia da preservare, ma che di frequente si rivelano ricchi di valori nascosti ed eterogenei che portano impressi i segni della modernità. Dall’osservazione di fatti di tale genere, nasce l’idea di un progetto di tesi che vuole esplorare le possibilità di rigenerazione di questi territori, offerte dalla pianificazione di un’infrastruttura in grado di coglierne e mettere a sistema gli elementi salienti che ne costituiscono il valore intrinseco L’area di interesse è, nello specifico, quella della Val di Chiana, una valle compresa tra le città di Arezzo, Siena e Perugia, caratterizzata da una storia di profondi cambiamenti morfologici legati alla sua bonifica e i cui caratteri tipologici sono stati determinati , nel corso dei secoli, dalle attività umane che vi si sono svolte dai tempi più antichi sino all’avvento, nel secondo dopo guerra, dell’agricoltura estensiva - che ne ha cancellato l’immagine di etereogeneità - e sino alla realizzazione delle principali infrastrutture veloci e iper-veloci che connettono il Sud dell’Italia con il Nord. Sotto un primo strato di apparente uniformità generale, la Valle si presenta come un variopinto mosaico di elementi diversi: canali e specchi d’acqua, argini, laghi, riserve naturali, manufatti idraulici settecenteschi e antecedenti, architetture rurali storiche, ma anche silos per lo stoccaggio dei cereali, termovalorizzatori, viadotti autostradali, terrapieni ferroviari e cavi dell’alta tensione, autogrill e nodi di scambio di mobilità. La giustapposizione di questi elementi contrastanti viene presa, in questa sede, come positiva perché profondamente identificativa del territorio stesso e si materializza progettualmente attraverso l’idea di un’infrastruttura lenta che ne costituisce l’elemento legante in grado di fornire accessibilità per il turista e per il fruitore locale e in grado di costituire il catalizzatore per la riattivazione di tutto un patrimonio architettonico storico e di attività tradizionalmente presenti altrimenti destinati a morire.

Val di Chiana. Valorizzazione del paesaggio dalle due velocità

BARCUCCI, LUDOVICA
2018/2019

Abstract

In a regional context in which there is a tendency to valorize and privilege a certain kind of territories to be preserved in their positive character of uncontamination, very often we forget about other places, which unexpressed potential is not related to an imaginary of wild nature to save, but that frequently reveal themselves as rich of different and hidden values that bring with them the sign of the Modernity. From the observation of those facts, we develop an idea of design which tries to explore the possibility tt regenerate those territories through an infrastructure, able to join and set up a system of those relevant elements that represent its intrinsic value. The area of interest is a valley in the south of Tuscany, surrounded by the cities of Arezzo, Siena and Perugia, signed by a story of deep morphological changes linked to the reclamation of its swamplands and which typological characters have been determinated, during the centuries, by the human activities that took place in the whole area from a long time ago since the diffusion, after World War II, of extensive agriculture practices and since the construcion of the main fast national infrastructures that connects the South of Italy with the North. Underneath a first layer of general apparent uniformity, the Valley can be seen as a colorful mosaic of eterogeneous elements: canals, water ponds, embankments, lakes, nature reserves, idraulic manufacts from XVIII century, historical rural architectures, but also silos for the storage of cereals, incinerators, motorways, train lines and power lines, service stations and interchange nodes. The juxtaposition of those conflicting elements is taken as positive in the design because it strongly represents the identity of the territory itself and it materializes through the idea of an infrastructure of slow mobility that constitues the linking fulcrum able to bring accessibility to the turist and the local visitor and to catalize the riactivation of a whole architectural heritage and human traditional activities already destinated to die.
GAROFALO, FRANCESCO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-ott-2019
2018/2019
In un contesto regionale in cui si tende quasi sempre a valorizzare e a istituzionalizzare privilegiatamente un certo tipo di territori da preservare nei loro caratteri di positiva incontaminazione, ci si dimentica troppo spesso di altri luoghi, le cui potenzialità inespresse sono slegate da un immaginario di natura selvaggia da preservare, ma che di frequente si rivelano ricchi di valori nascosti ed eterogenei che portano impressi i segni della modernità. Dall’osservazione di fatti di tale genere, nasce l’idea di un progetto di tesi che vuole esplorare le possibilità di rigenerazione di questi territori, offerte dalla pianificazione di un’infrastruttura in grado di coglierne e mettere a sistema gli elementi salienti che ne costituiscono il valore intrinseco L’area di interesse è, nello specifico, quella della Val di Chiana, una valle compresa tra le città di Arezzo, Siena e Perugia, caratterizzata da una storia di profondi cambiamenti morfologici legati alla sua bonifica e i cui caratteri tipologici sono stati determinati , nel corso dei secoli, dalle attività umane che vi si sono svolte dai tempi più antichi sino all’avvento, nel secondo dopo guerra, dell’agricoltura estensiva - che ne ha cancellato l’immagine di etereogeneità - e sino alla realizzazione delle principali infrastrutture veloci e iper-veloci che connettono il Sud dell’Italia con il Nord. Sotto un primo strato di apparente uniformità generale, la Valle si presenta come un variopinto mosaico di elementi diversi: canali e specchi d’acqua, argini, laghi, riserve naturali, manufatti idraulici settecenteschi e antecedenti, architetture rurali storiche, ma anche silos per lo stoccaggio dei cereali, termovalorizzatori, viadotti autostradali, terrapieni ferroviari e cavi dell’alta tensione, autogrill e nodi di scambio di mobilità. La giustapposizione di questi elementi contrastanti viene presa, in questa sede, come positiva perché profondamente identificativa del territorio stesso e si materializza progettualmente attraverso l’idea di un’infrastruttura lenta che ne costituisce l’elemento legante in grado di fornire accessibilità per il turista e per il fruitore locale e in grado di costituire il catalizzatore per la riattivazione di tutto un patrimonio architettonico storico e di attività tradizionalmente presenti altrimenti destinati a morire.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/150214