The aim of this work is to underline one of the most important aspects of ancient architecture: to be considered as a primordial architecture in so far as it is a physical realization of the "mundus imaginalis". In order to be capable of this kind of definition, architecture should not refer only to basically formal archetypes - such as the shape of capitals or a precise plan - but rather to religious archetypes transposed to architectural features. A column, built in a "cosmic way", could be considered as the Osiris' backbone rather than just a pillar, bearing not only the temple itself but the entire cosmo. If built in that way, a temple or a tomb became home of hierophanies. Common types of tomb dating back to the New Kingdom are analyzed throughout this essay with the purpose of underlying their points of contact. This essential equality must be researched in the common religious substrate not instead in an - substantially unexsisting - formal equality.

Questo lavoro di ricerca si propone di indagare un aspetto fondativo dell’architettura antica, ovvero quello di essere considerabile architettura originaria in quanto costruzione di un mundus imaginalis. Per essere tale l’architettura non deve rifarsi a meri archetipi formali – la forma di un capitello, piuttosto che una particolare disposizione planimetrica – quanto piuttosto ad archetipi di tipo religioso tradotti in forme architettoniche. Allora sì che una colonna, se plasmata secondo un certo modello cosmico, diviene la spina dorsale di Osiride che sostiene il tempio e al contempo l’intero cosmo e allo stesso modo la disposizione di stanze, corridoi e pozzi secondo una precisa direzione diviene liturgia e luogo stesso di ierofanie. Nel corso di questo saggio vengono studiati i principali tipi di tombe risalenti al periodo compreso tra l’inizio del Nuovo Regno, 1550 a.C., e la fine della XIX Dinastia, 1185 a.C., con lo scopo di sottolinearne l’essenziale uguaglianza. Uguaglianza da non ricercarsi in un impianto architettonico comune, inteso nel più immediato dei modi come omogeneità di tipo formale, quanto più che altro come comune substrato concettuale religioso e cosmogonico volto alla sacralizzazione di questi spazi in quanto reali mundi imaginalis. Divenendo tali, gli spazi sacri si inseriscono in una profonda e ben radicata geografia cosmica basata su precise e ben marcate direzionalità che possono essere quelle cardinali, ma da esse possono discostarsi divenendone efficaci superamenti. Direzioni che contribuiscono, ed anzi ne sono esse stesse emanazioni, all’ordine religioso e liturgico del Cosmo, definibile dagli egizi come ma’at. Si evidenzieranno poi alcuni elementi utili volti a costruire un’immagine quanto più chiara possibile – considerando la ridotta quantità di contenuti ivi inseribili e trattabili rispetto all’immenso corpus ancora da studiare – dell’uomo religioso egizio in quanto costruttore del mondo fisico come rappresentazione terrena e materica di un mondo sottile ed altrimenti invisibile da cui sono generate le forme architettoniche originarie.

Architettura come mundus imaginalis. Studio sulle tombe egizie della XVIII e XIX dinastia

PASQUI, ANDREA
2018/2019

Abstract

The aim of this work is to underline one of the most important aspects of ancient architecture: to be considered as a primordial architecture in so far as it is a physical realization of the "mundus imaginalis". In order to be capable of this kind of definition, architecture should not refer only to basically formal archetypes - such as the shape of capitals or a precise plan - but rather to religious archetypes transposed to architectural features. A column, built in a "cosmic way", could be considered as the Osiris' backbone rather than just a pillar, bearing not only the temple itself but the entire cosmo. If built in that way, a temple or a tomb became home of hierophanies. Common types of tomb dating back to the New Kingdom are analyzed throughout this essay with the purpose of underlying their points of contact. This essential equality must be researched in the common religious substrate not instead in an - substantially unexsisting - formal equality.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-ott-2019
2018/2019
Questo lavoro di ricerca si propone di indagare un aspetto fondativo dell’architettura antica, ovvero quello di essere considerabile architettura originaria in quanto costruzione di un mundus imaginalis. Per essere tale l’architettura non deve rifarsi a meri archetipi formali – la forma di un capitello, piuttosto che una particolare disposizione planimetrica – quanto piuttosto ad archetipi di tipo religioso tradotti in forme architettoniche. Allora sì che una colonna, se plasmata secondo un certo modello cosmico, diviene la spina dorsale di Osiride che sostiene il tempio e al contempo l’intero cosmo e allo stesso modo la disposizione di stanze, corridoi e pozzi secondo una precisa direzione diviene liturgia e luogo stesso di ierofanie. Nel corso di questo saggio vengono studiati i principali tipi di tombe risalenti al periodo compreso tra l’inizio del Nuovo Regno, 1550 a.C., e la fine della XIX Dinastia, 1185 a.C., con lo scopo di sottolinearne l’essenziale uguaglianza. Uguaglianza da non ricercarsi in un impianto architettonico comune, inteso nel più immediato dei modi come omogeneità di tipo formale, quanto più che altro come comune substrato concettuale religioso e cosmogonico volto alla sacralizzazione di questi spazi in quanto reali mundi imaginalis. Divenendo tali, gli spazi sacri si inseriscono in una profonda e ben radicata geografia cosmica basata su precise e ben marcate direzionalità che possono essere quelle cardinali, ma da esse possono discostarsi divenendone efficaci superamenti. Direzioni che contribuiscono, ed anzi ne sono esse stesse emanazioni, all’ordine religioso e liturgico del Cosmo, definibile dagli egizi come ma’at. Si evidenzieranno poi alcuni elementi utili volti a costruire un’immagine quanto più chiara possibile – considerando la ridotta quantità di contenuti ivi inseribili e trattabili rispetto all’immenso corpus ancora da studiare – dell’uomo religioso egizio in quanto costruttore del mondo fisico come rappresentazione terrena e materica di un mondo sottile ed altrimenti invisibile da cui sono generate le forme architettoniche originarie.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/150395