In the context of university campuses, the origin of Città Studi represents a unique case for what concerns both the originality of its history and the external transformations that occured over time. From an architectural point of view, the various sectors first defined themselves with clear intentions regarding the urban context and then were gradually modified by the rise of accretions. The “Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali”, previously known as Veterinaria faculty is a clear example of this. Located south of the Politecnico di Milano, the sector shares with the Agraria faculty an urban block with various potentials which are not fully exploited. In fact both building interventions not appropriated to the original planimetric scheme and the rising of minor accretions along the borders of the block brought to numerous critical issues. These issues are the isolation of the area outside the university district and the unsuccessful valorization of the historical Liberty-eclectic buildings, which retain fundamental architectural characteristics. The critical issues were first analized to propose new solutions suited to the current situation. The project strategy resolved in a critically thought architectural recovery which recalibrated the potential of the area, protecting historical schemes. The masterplan’s concept aims to connect the university area with a comb-like strategy, focused on an axis of open space from which insertions and paths penetrate the site. An urban green space is generated according to the necessity of the context, while a paving study solves the altimetric matters of the existing raised floor. Furthermore, both the solutions give a new aesthetic to the entire area. Inside this strategy forms and functions of the new buildings are decided too. Various volumes relate themselves to the road to create new urban relations. The aim of the intervention is qualifying the existing buildings in order to establish a dialogue between structures, properly modifying specific parts. The project fulcrum is however located along the axis that separates the faculties of Veterinaria and Agraria, a border which meaning was lost. History pushes to consider the identity of the site while the place shows symbols, lines and borders that need to be redefined in a chaotic urban reality. The projectual choice falls on ground architecture, which dialogues with the land line through the gesture of digging and wants to enstablish new laws and spaces. Cavity between earth and sky brings us to consider the true meaning of limit, which is the basis of both the project and the distinction of overground and underground in a situation in which space strenghten itself and hybridizes with void and matter. Working with overground and underground, the language of architecture emphasizes the point of contact between horizontal and vertical, heavy and light, stereotomic and tectonic. Matter, structure and technology cooperate towards the research of light to which ground architecture inspires in order to find its own essence. This type of architecture, in a costant dialogue with a dual reality, represents a theoric basis from which the project can both enstablish forms and relations and realize the theme of contrast between heavy and light, opaque and transparent elements. Through this logic, the project’s buildings solve the problems coming from the critical issues of the area, recovering the historical value of the existing structures, and present new architectural possibilities. The project is therefore an idea built upon a context which dictate composition. Ranging among matter, space and light, the architectural space creates itself and relates with overground and underground.

Nell’ambito dei campus universitari la nascita di Città Studi rappresenta un caso degno di nota sia per l’originalità della sua storia sia per le vicende e le trasformazioni che ne hanno modificato l’aspetto nel corso del tempo. Da un punto di vista architettonico i vari comparti hanno definito da subito, con progetti chiari, le loro intenzioni nei confronti del contesto urbano ma sono stati poi progressivamente snaturati rispetto alle finalità originarie e deturpati dall’insorgere di superfetazioni. La ex-facoltà di Veterinaria, futuro Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali, è un esempio concreto di queste vicende. Collocata poco più a Sud rispetto alla sede Milano Leonardo del Politecnico di Milano, il comparto divide con l’ambito di Agraria un isolato urbano dalle molteplici potenzialità che tuttavia non sono mai state sfruttate appieno. Infatti, interventi edilizi non appropriati per lo schema planimetrico originale e la proliferazione di costruzioni minori lungo i margini del sito hanno comportato numerose criticità. Queste oggi sono l’isolamento dell’area rispetto all’ambiente universitario circostante e la mancata valorizzazione degli edifici storici, in stile Liberty-eclettico, che hanno conservato fondamentali caratteristiche architettoniche e compositive. In un primo momento si sono analizzate le criticità al fine di proporre nuove soluzioni adatte alla contemporaneità. La strategia di progetto si è quindi concretizzata in un recupero architettonico criticamente ragionato che ha ricalibrato le potenzialità dell’area, salvando le logiche storiche. Il concept del masterplan è quello di connettere tra loro i vari luoghi universitari con un disegno “a pettine”, attestandoli a un asse di spazio aperto con innervamenti e fasce di percorrenza all’interno dei vari isolati. Si delinea così sia un verde urbano fruibile e utile alle necessità del contesto sia uno studio di pavimentazione che risolve le questioni altimetriche dei piani rialzati esistenti. Oltre a questo, entrambe le soluzioni donano una nuova estetica all’intera area. All’interno di questo modello strategico vengono programmate le forme e le funzioni dei nuovi edifici di progetto. Sono state aggiunte strutture che affacciano sui fronti strada al fine di instaurare nuove relazioni urbane. Lo scopo di questo intervento è quello di riqualificare le preesistenze storiche in modo tale che le nuove strutture dialoghino con queste e ne modifichino opportunamente specifiche porzioni. Il fulcro di progetto si colloca però lungo l’asse che separa il comparto di Veterinaria da quello di Agraria, un confine il cui significato architettonico era andato perso. La memoria storica ci spinge a considerare attentamente l’identità del sito mentre il luogo presenta simboli, linee e margini da ridefinire, il tutto in una realtà urbana confusa. La scelta progettuale ricade sull’architettura del suolo che dialoga con la linea terra e prende forza dal terreno attraverso il gesto dello scavo e il tentativo di definire nuove leggi e nuovi spazi. Parlare di cavità, a metà tra cielo e terra, ci porta a riconsiderare il significato di limite che è alla base del progetto e della distinzione tra sopra e sottosuolo, in una situazione in cui lo spazio si ibrida e rafforza con il vuoto e la materia. Lavorando tra soprasuolo e sottosuolo il linguaggio architettonico ci porta a enfatizzare il punto di contatto tra orizzontale e verticale, pesante e leggero, stereotomico e tettonico. Materia, struttura e tecnologia collaborano verso la ricerca della luce a cui l’architettura, dal suolo, si protende per ricercare la propria essenza. Questa architettura, in costante dialogo con una realtà duplice e reciproca, rappresenta una solida base teorica da cui il progetto può sia stabilire forme e relazioni che concretizzare il tema del contrasto tramite l’accostamento di elementi pesanti e leggeri, opachi e trasparenti. Attraverso questa logica, gli edifici di progetto risolvono le problematicità significative riscontrate in punti critici dell’area, recuperano il valore storico dell’esistente e prospettano nuove possibilità architettoniche. Il progetto è un’idea, costruita basandosi su un contesto che ne ha dettato la composizione. Con un gioco ibrido tra materia, spazio e luce, lo spazio architettonico si realizza e si relaziona con soprasuolo e sottosuolo.

Soprasuolo sottosuolo. Recupero architettonico e rinnovo urbano del comparto di Veterinaria in Città Studi a Milano

MARCHESI, FEDERICO PAOLO;BIANCHETTI, ANTONIO
2018/2019

Abstract

In the context of university campuses, the origin of Città Studi represents a unique case for what concerns both the originality of its history and the external transformations that occured over time. From an architectural point of view, the various sectors first defined themselves with clear intentions regarding the urban context and then were gradually modified by the rise of accretions. The “Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali”, previously known as Veterinaria faculty is a clear example of this. Located south of the Politecnico di Milano, the sector shares with the Agraria faculty an urban block with various potentials which are not fully exploited. In fact both building interventions not appropriated to the original planimetric scheme and the rising of minor accretions along the borders of the block brought to numerous critical issues. These issues are the isolation of the area outside the university district and the unsuccessful valorization of the historical Liberty-eclectic buildings, which retain fundamental architectural characteristics. The critical issues were first analized to propose new solutions suited to the current situation. The project strategy resolved in a critically thought architectural recovery which recalibrated the potential of the area, protecting historical schemes. The masterplan’s concept aims to connect the university area with a comb-like strategy, focused on an axis of open space from which insertions and paths penetrate the site. An urban green space is generated according to the necessity of the context, while a paving study solves the altimetric matters of the existing raised floor. Furthermore, both the solutions give a new aesthetic to the entire area. Inside this strategy forms and functions of the new buildings are decided too. Various volumes relate themselves to the road to create new urban relations. The aim of the intervention is qualifying the existing buildings in order to establish a dialogue between structures, properly modifying specific parts. The project fulcrum is however located along the axis that separates the faculties of Veterinaria and Agraria, a border which meaning was lost. History pushes to consider the identity of the site while the place shows symbols, lines and borders that need to be redefined in a chaotic urban reality. The projectual choice falls on ground architecture, which dialogues with the land line through the gesture of digging and wants to enstablish new laws and spaces. Cavity between earth and sky brings us to consider the true meaning of limit, which is the basis of both the project and the distinction of overground and underground in a situation in which space strenghten itself and hybridizes with void and matter. Working with overground and underground, the language of architecture emphasizes the point of contact between horizontal and vertical, heavy and light, stereotomic and tectonic. Matter, structure and technology cooperate towards the research of light to which ground architecture inspires in order to find its own essence. This type of architecture, in a costant dialogue with a dual reality, represents a theoric basis from which the project can both enstablish forms and relations and realize the theme of contrast between heavy and light, opaque and transparent elements. Through this logic, the project’s buildings solve the problems coming from the critical issues of the area, recovering the historical value of the existing structures, and present new architectural possibilities. The project is therefore an idea built upon a context which dictate composition. Ranging among matter, space and light, the architectural space creates itself and relates with overground and underground.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-ott-2019
2018/2019
Nell’ambito dei campus universitari la nascita di Città Studi rappresenta un caso degno di nota sia per l’originalità della sua storia sia per le vicende e le trasformazioni che ne hanno modificato l’aspetto nel corso del tempo. Da un punto di vista architettonico i vari comparti hanno definito da subito, con progetti chiari, le loro intenzioni nei confronti del contesto urbano ma sono stati poi progressivamente snaturati rispetto alle finalità originarie e deturpati dall’insorgere di superfetazioni. La ex-facoltà di Veterinaria, futuro Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali, è un esempio concreto di queste vicende. Collocata poco più a Sud rispetto alla sede Milano Leonardo del Politecnico di Milano, il comparto divide con l’ambito di Agraria un isolato urbano dalle molteplici potenzialità che tuttavia non sono mai state sfruttate appieno. Infatti, interventi edilizi non appropriati per lo schema planimetrico originale e la proliferazione di costruzioni minori lungo i margini del sito hanno comportato numerose criticità. Queste oggi sono l’isolamento dell’area rispetto all’ambiente universitario circostante e la mancata valorizzazione degli edifici storici, in stile Liberty-eclettico, che hanno conservato fondamentali caratteristiche architettoniche e compositive. In un primo momento si sono analizzate le criticità al fine di proporre nuove soluzioni adatte alla contemporaneità. La strategia di progetto si è quindi concretizzata in un recupero architettonico criticamente ragionato che ha ricalibrato le potenzialità dell’area, salvando le logiche storiche. Il concept del masterplan è quello di connettere tra loro i vari luoghi universitari con un disegno “a pettine”, attestandoli a un asse di spazio aperto con innervamenti e fasce di percorrenza all’interno dei vari isolati. Si delinea così sia un verde urbano fruibile e utile alle necessità del contesto sia uno studio di pavimentazione che risolve le questioni altimetriche dei piani rialzati esistenti. Oltre a questo, entrambe le soluzioni donano una nuova estetica all’intera area. All’interno di questo modello strategico vengono programmate le forme e le funzioni dei nuovi edifici di progetto. Sono state aggiunte strutture che affacciano sui fronti strada al fine di instaurare nuove relazioni urbane. Lo scopo di questo intervento è quello di riqualificare le preesistenze storiche in modo tale che le nuove strutture dialoghino con queste e ne modifichino opportunamente specifiche porzioni. Il fulcro di progetto si colloca però lungo l’asse che separa il comparto di Veterinaria da quello di Agraria, un confine il cui significato architettonico era andato perso. La memoria storica ci spinge a considerare attentamente l’identità del sito mentre il luogo presenta simboli, linee e margini da ridefinire, il tutto in una realtà urbana confusa. La scelta progettuale ricade sull’architettura del suolo che dialoga con la linea terra e prende forza dal terreno attraverso il gesto dello scavo e il tentativo di definire nuove leggi e nuovi spazi. Parlare di cavità, a metà tra cielo e terra, ci porta a riconsiderare il significato di limite che è alla base del progetto e della distinzione tra sopra e sottosuolo, in una situazione in cui lo spazio si ibrida e rafforza con il vuoto e la materia. Lavorando tra soprasuolo e sottosuolo il linguaggio architettonico ci porta a enfatizzare il punto di contatto tra orizzontale e verticale, pesante e leggero, stereotomico e tettonico. Materia, struttura e tecnologia collaborano verso la ricerca della luce a cui l’architettura, dal suolo, si protende per ricercare la propria essenza. Questa architettura, in costante dialogo con una realtà duplice e reciproca, rappresenta una solida base teorica da cui il progetto può sia stabilire forme e relazioni che concretizzare il tema del contrasto tramite l’accostamento di elementi pesanti e leggeri, opachi e trasparenti. Attraverso questa logica, gli edifici di progetto risolvono le problematicità significative riscontrate in punti critici dell’area, recuperano il valore storico dell’esistente e prospettano nuove possibilità architettoniche. Il progetto è un’idea, costruita basandosi su un contesto che ne ha dettato la composizione. Con un gioco ibrido tra materia, spazio e luce, lo spazio architettonico si realizza e si relaziona con soprasuolo e sottosuolo.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/150560