Learning from war. A new pathway to the battlefield

During the study of the area and the historical context, we generated four main points to understand the territory, using one of the widely used and extremely effective methods of the armies; mapping, setting, managing and controlling. Through these concepts we were able to extrapolate our research and the nodes and then devised the intervention systems depending on the location. The network of pins wants to lead the viewer to observe and live the elements of the landscapes that are currently undervalued and/or unperceived. Starting from the background of the war (Zuel) to the Foreground(Passo Falzarego), ruins and elements of relevance are re-evaluated and emphasized along the whole "line" with different interventions but with specific goals (stasis areas, informative landmarks ...). The idea is to act in a effective way around the "pins" we locate and find them as strategic nodes, but at the same time in a light way along the portions that pass between them by securing routes. Starting from Zuel is possible to observe the redesign of a new space that wants to act as an element of stasis but at the same time to increase the curiosity of the viewers through the axes that compose it and then turn the attention to the path. This route, conceived in the first section as a sort of footprint of the old cable car, crosses meadows and roads and then enters the most dense forest. During the journey it will be possible to linger in the first "pins" which, depending on the locality, will have different characteristics. Before arrive to Vervei, a tunnel that crosses under the “Strada delle Dolomiti” which has been designed to help the latter cross over safely and at the same time refer to the tunnels inside the Lagazuoi Piccolo. Together with this element the path system is developed in steel and corten, detached from the ground to respect the traces present on the site and at the same time underlining its presence. After Vervei, the route crosses other relevant places, such as Rifugio Dibona and the Col dei Bos pass where it dilates and generates new elements, gates, landmarks, increasing their visibility and make easier the stop for the user. After Vervei, the course rests again on the level of the terrain, but it always acts by making certain points safe. Once below the Col dei Bos, in Ospitaletto, the line expands again, generating new elements and spaces also through ramifications. Here the insertion of a mountain shelter inside the ruins, the redesign of the external spaces through new pavements, landmark/gate, and the addition of a metal stair to reach the observation point on the rock tooth to the west, wants to contribute to the enrichment of the area through an improvement in the usability and perception of the area (always respecting its historical memory and landscape features). From here it will be possible to continue on the paths you want and then reconnect to the open-air museum elements currently active in the area (Lagazuoi, Sass de Stria, Cinque Torri). The project proposal is based on this landscape respecting and enhancing all the elements that compose it, but at the same time it wants to mend all the frames that make up this path of war by recreating its continuity, to then graft itself into the already existing open-air museums and complete this important loop.

Durante lo studio di quest’area e del contesto storico, abbiamo generato quattro punti principali per la comprensione del territorio basandoci sui metodi largamente utilizzati ed estremamente efficaci degli eserciti: Mapping, setting, managing and controlling. Tramite questi concetti chiave siamo riusciti ad estrapolare le nostre ricerche ed i nodi e poi ideato i sistemi di intervento a seconda della localizzazione. Il network di pins vuole portare lo spettatore ad osservare e vivere elementi dei paesaggi che attualmente risultano sottovalutati e/o difficilmente percettibili. Partendo dal background della guerra (Zuel) fino al Foreground (Passo Falzarego), rovine ed elementi di rilevanza sono rivalutati e sottolineati lungo tutto la “linea” con interventi differenti ma con fini specifici (zone di stasi, landmark informativi…). L’idea si pone di agire con una modalità più forte nelle “pins” da noi localizzate e rilevate come nodi strategici, ma allo stesso tempo in modo dolce nelle porzioni che intercorrono tra di questi tramite la messa in sicurezza dei percorsi. Partendo da Zuel è possibile osservare il ridisegno di un nuovo spazio che vuole agire come elemento di stasi ma al tempo stesso per incrementare la curiosità dello spettatore tramite gli assi che lo compongono per poi volgere l’attenzione al percorso. Tale percorso, pensato nel primo tratto come una sorta di orma della vecchia teleferica, attraversa prati e strade per poi inserirsi all’interno del bosco più fitto. Durante la percorrenza sarà possibile soffermarsi nelle prime “pins” che a seconda della località presenteranno caratteristiche differenti tra loro. In prossimità della località Vervei, un tunnel che attraversa la Strada delle Dolomiti è stato pensato per favorire l’attraversamento di quest’ultima in sicurezza ed al tempo stesso rimandare ai tunnel presenti all’interno del Lagazuoi Piccolo. Insieme a questo elemento si sviluppa un sistema di percorso in acciaio e corten, distaccato dal terreno per rispettare quelle che sono le tracce presenti nel sito ed al tempo stesso sottolineandone la presenza. Dopo Vervei, il percorso attraversa altre località rilevanti, come Dibona e la Forcella del Col dei Bos dove di dilata e genera nuovi elementi/gate/landmark, incrementandone la visibilità e favorendo la fermata del fruitore. Lungo questo tratto il percorso poggia nuovamente sulla quota del terreno tuttavia agendo sempre tramite la messa in sicurezza in alcuni punti. Giunti al di sotto del Col dei Bos la linea si dilata nuovamente generando nuovi elementi e spazi anche tramite delle ramificazioni. Qui l’inserimento di un bivacco all’interno delle rovine, il ridisegno degli spazi esterni tramite nuove pavimentazioni, landmark/gate, e l’aggiunta di una scala metallica per raggiungere il punto di osservazione sul dente di roccia ad ovest, vuole contribuire all’arricchimento dell’area tramite un miglioramento della fruibilità e della percezione dell’area (sempre rispettandone la memoria storica ed i caratteri paesaggistici). Da qui sarà poi possibile proseguire sui percorsi che si vuole per poi ricollegarsi agli elementi museali a cielo aperto attualmente attivi nell’area (Lagazuoi, Sass de Stria, Cinque Torri). La proposta di progetto si poggia su questo paesaggio rispettando e valorizzandone tutti gli elementi che lo compongono, al tempo stesso però vuole ricucire tutti i frame che compongono questo percorso di guerra ricreandone la continuità, per poi innestarsi nei musei a cielo aperto già presenti e completare questo importante loop.