Architettura necessaria. Rischio idrogeologico e infrastruttura in valle Spluga : metodi, strategie e progetti per la messa in sicurezza e la rigenerazione di un territorio montano

Italy is a vulnerable country, constantly exposed to the risk of hydrogeological problems, where the obsolescence of infrastructures tends to increasingly become cause for concern, threatening built-up areas as well as environmental, historical and cultural heritage. Landslides and floods take the highest toll in terms of casualties and damages, ranging second after earthquakes. Thanks to an increasing number of studies and the drawing up of detailed catalogues and inventories, it is now possible to realize the complexity and geographical extension of this emergency. The concentration of such phenomena is paramount in inner areas, especially those where mountains are present, thus exposing transport routes to constant danger. The testing area is an Alpine road ( a section of state road SS36 connecting the small town of Chiavenna and the Spluga pass in the Sondrio province), where it is necessary to mitigate the risk of traffic disruption. Making use of a case study, the thesis puts forward an implementation methodology in situations where hydrogeological risk and renovation requirements coexist as parallel emergencies. The aim is solving safety concerns and simultaneously trying to build architectures capable of regenerating local areas. By doing that, risk mitigation becomes an opportunity to revitalize local areas, going beyond the purely technical and infrastructural intervention, solely aimed at the immediate solution of the safety problem, while disregarding long term prospects and other needs of a given area. Securing is an essential priority to guarantee accessibility, but it certainly is not the only need of inner areas. This thesis tries to suggest a more holistic approach, whereby the occurrence of mitigating the threat of hydrogeological risk is exploited in order to define spaces, functions and artifacts helping people to live in those areas thanks to the tools and methodologies of architecture.

L’Italia è un paese fragile, sempre più esposto al rischio di problematiche idrogeologiche, dove lo stato di obsolescenza delle infrastrutture è un dato sempre più evidente. Frane e alluvioni causano il maggior numero di vittime e di danni a centri abitati e beni ambientali, storici e culturali, risultando seconde solo ai terremoti. Grazie ai crescenti studi e alla predisposizione di cataloghi e inventari dettagliati, è possibile rendersi conto della complessità e diffusione geografica dell’emergenza. Questi fenomeni si concentrano prevalentemente nelle zone interne, soprattutto montane, esponendo al pericolo costante le vie di comunicazione. Una strada alpina (un segmento della statale SS36 tra la cittadina di Chiavenna e il passo dello Spluga nella provincia di Sondrio), dove è necessario assicurarne il funzionamento, diventa luogo di sperimentazione. Il rischio idrogeologico e la necessità di rinnovamento sono due emergenze coesistenti: il caso studio proposto sviluppa una metodologia di intervento e la costruzione di architetture, che affrontino il tema della protezione e, allo stesso tempo, rigenerino brani di territorio. Si cerca di andare oltre la mera proposta tecnicista e infrastrutturale, che guarda solamente alla soluzione immediata del problema, senza farsi carico dei tempi lunghi e delle altre necessità dei luoghi. La messa in sicurezza è una priorità fondamentale per garantire l’accessibilità, ma non solo: il progetto, attraverso gli strumenti dell’architettura, sfrutta organicamente l’occasione della mitigazione del rischio idrogeologico, al fine di definire spazi, funzioni e manufatti per abitare nuovamente terre e realtà ferite.