The project of the Museum of Italian Editorial Graphics stems from the note that, although Italy is one of the countries with the largest cultural heritage in the world and that it has institutions that celebrate everything from the wine museum to that of rural civilization, it does not not even one who honors the first instrument of knowledge: the book.

Il progetto del Museo della Grafica Editoriale Italiana nasce dalla consapevolezza che, sebbene l’Italia sia uno dei paesi con il più vasto patrimonio culturale al mondo e che possieda istituzioni che celebrano di tutto, dal museo del vino a quello della civiltà contadina, non ne abbia nemmeno uno che onori lo strumento primo del sapere: il libro. L’intento progettuale, allora, è quello di dare una casa e valorizzare un intero pezzo di storia culturale italiana che gira intorno al mondo dell’editoria in generale e a quello della grafica editoriale in particolare. Il libro, infatti, non è solo un contenitore di informazione, ma è la struttura attraverso cui si è fatta la storia artistica, intellettuale e sociale dell’umana civiltà; è un oggetto fisicamente complesso al quale concorrono numerose e specifiche professioni. Attraverso la sua copertina, la parte visibile al suo fruitore, il libro diventa testimonianza della sensibilità estetica e culturale di un’epoca al pari delle altre forme artistiche. Questo perché gli editori insieme agli artigiani prima e agli artisti e graphic designer poi, hanno saputo attingere all’orizzonte culturale che li circondava e sintetizzarlo in un linguaggio comunicativo del tutto nuovo ed originale. Da sempre Milano è riconosciuta come capitale del libro e dell’editoria italiana, è quindi stato naturale sceglierla come luogo più adatto per ospitare questo museo. Nello specifico il sito di progetto scelto è il vuoto urbano lasciato dal crollo della Chiesa di San Bernardo in Porta Vigentina nel 1971 ed il complesso ad esso adiacente: Palazzo Calchi-Taeggi che, nel corso del tempo, è stato ex monastero ed ex collegio. Questo edificio, ad oggi, si trova quasi completamente in disuso. Ad eccezion fatta per il piano terra occupato dalla biblioteca rionale, da una scuola materna ed altre funzioni dedicate al sociale, i piani superiori sono completamente abbandonati ed in inverno, servono come rifugio ai senza tetto. Nonostante il crollo, la particolarità di questo luogo è che si conservano ancora oggi le tre arcate che costituivano la navata laterale della Chiesa di San Bernardo e che sono visibili passando lungo il Corso di Porta Vigentina, proprio di fronte all’incrocio con Via Quadronno. I punti principali che si sono dovuti affrontare con il progetto hanno dunque natura diversa e sono due: - Il rapporto architettonico e filologico con la preesistenza, i suoi resti e gli spazi del Palazzo Calchi-Taeggi. - La traduzione in forma delle esigenze espositive che un oggetto come il libro porta con sé, ragionando su spazi che potessero restituire al meglio la complessità del mondo che ruota attorno ad esso.

Il Museo della Grafica Editoriale Italiana in Porta Vigentina

TOVAGLIERI, FRANCESCA
2018/2019

Abstract

The project of the Museum of Italian Editorial Graphics stems from the note that, although Italy is one of the countries with the largest cultural heritage in the world and that it has institutions that celebrate everything from the wine museum to that of rural civilization, it does not not even one who honors the first instrument of knowledge: the book.
COLOMBO, CRISTINA
SACCHETTI, MATTEO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
18-dic-2019
2018/2019
Il progetto del Museo della Grafica Editoriale Italiana nasce dalla consapevolezza che, sebbene l’Italia sia uno dei paesi con il più vasto patrimonio culturale al mondo e che possieda istituzioni che celebrano di tutto, dal museo del vino a quello della civiltà contadina, non ne abbia nemmeno uno che onori lo strumento primo del sapere: il libro. L’intento progettuale, allora, è quello di dare una casa e valorizzare un intero pezzo di storia culturale italiana che gira intorno al mondo dell’editoria in generale e a quello della grafica editoriale in particolare. Il libro, infatti, non è solo un contenitore di informazione, ma è la struttura attraverso cui si è fatta la storia artistica, intellettuale e sociale dell’umana civiltà; è un oggetto fisicamente complesso al quale concorrono numerose e specifiche professioni. Attraverso la sua copertina, la parte visibile al suo fruitore, il libro diventa testimonianza della sensibilità estetica e culturale di un’epoca al pari delle altre forme artistiche. Questo perché gli editori insieme agli artigiani prima e agli artisti e graphic designer poi, hanno saputo attingere all’orizzonte culturale che li circondava e sintetizzarlo in un linguaggio comunicativo del tutto nuovo ed originale. Da sempre Milano è riconosciuta come capitale del libro e dell’editoria italiana, è quindi stato naturale sceglierla come luogo più adatto per ospitare questo museo. Nello specifico il sito di progetto scelto è il vuoto urbano lasciato dal crollo della Chiesa di San Bernardo in Porta Vigentina nel 1971 ed il complesso ad esso adiacente: Palazzo Calchi-Taeggi che, nel corso del tempo, è stato ex monastero ed ex collegio. Questo edificio, ad oggi, si trova quasi completamente in disuso. Ad eccezion fatta per il piano terra occupato dalla biblioteca rionale, da una scuola materna ed altre funzioni dedicate al sociale, i piani superiori sono completamente abbandonati ed in inverno, servono come rifugio ai senza tetto. Nonostante il crollo, la particolarità di questo luogo è che si conservano ancora oggi le tre arcate che costituivano la navata laterale della Chiesa di San Bernardo e che sono visibili passando lungo il Corso di Porta Vigentina, proprio di fronte all’incrocio con Via Quadronno. I punti principali che si sono dovuti affrontare con il progetto hanno dunque natura diversa e sono due: - Il rapporto architettonico e filologico con la preesistenza, i suoi resti e gli spazi del Palazzo Calchi-Taeggi. - La traduzione in forma delle esigenze espositive che un oggetto come il libro porta con sé, ragionando su spazi che potessero restituire al meglio la complessità del mondo che ruota attorno ad esso.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/151624