« The man that in front of the station tries to hug the woman to greet her, and the woman who indeed was, , his lover, rigid, tries to defend; the movements they make, strangely regular and conform, resemble a new way of dancing, most beautiful and lively of all the popular dances... and i saw, in a manner of speaking, a dance arising from our everyday stories... »1. There is a subtle veil that separates a dance gesture from an everyday gesture. The simple movements which we execute everyday have a meaning and an ultimate objective. Sometimes driven from a primary need, other times simply from the research of pleasure. In both cases, movements are originated from a deep and spontaneous instinct. It is significant to claim that is not about rationality but this is a simple and pure instinct which governs our actions. If, in parallel, one examines the nature of the propulsive engine which drives a dancer to become interested and practice the dance, one arrives to the same identic conclusion. The difference is bonded with the need at the base of the movement: in the case of dance, it is intangible and untouchable; The desire to express an emotional need using our bodies. The aim of the thesis research is to observe and analyse the effect produced in the outside world by this two typologies of movement, ordinary and danced. The outcome is the production of a shape which, in a more or less aware way, has an aesthetic acceptation. In spite of the different initial incitements, both a dancer and an ordinary person, in the exact moment in which decides to move establishes an interaction with the space and shape figures within it. During the design phase, it is not possible to find this evidence negligible. Thus, every space can be considered as the metaphor of a stage where the individuals who inhabits that stage are unintentional performers in the show of life.

« L’uomo che davanti alla stazione cerca di abbracciare la donna per salutarla, e la donna che certamente è stata, poco prima, la sua amante, rigida, se ne difende; i movimenti che fanno, stranamente regolari e concordanti, sembrano un nuovo modo di danzare, più bello e più vivo di tutte le danze in voga... e io vidi, per così dire, nascere una danza dalle nostre storie quotidiane... »1. C’è un velo sottile che divide un gesto di danza da un gesto quotidiano. I semplici movimenti che compiamo ogni giorno hanno un senso e un fine ultimo. A volte spinti da un bisogno di primaria necessità, altre volte semplicemente dalla ricerca del piacere. In entrambi i casi hanno origine da un istinto profondo e spontaneo. Non si tratta di raziocinio, ma di semplice e puro istinto che governa le nostre azioni. Se parallelamente si esamina la natura del motore propulsore che spinge un ballerino ad avvicinarsi e praticare la danza, ci si ritrova alla stessa identica conclusione. La difformità è insita nell’esigenza che è alla base del movimento: nel caso della danza è di natura immateriale e non tangibile; Il desiderio di esprimere attraverso il proprio corpo una necessità emozionale. Lo scopo della tesi è osservare e analizzare, l’effetto prodotto dalle due tipologie di movimento, comune e danzato, che si manifesta al mondo esterno. Ciò che ne risulta è la generazione di una forma che, in maniera più o meno consapevole, ha un’accezione estetica. Sebbene differiscano gli stimoli di partenza, sia un ballerino che una persona comune, nel momento stesso in cui sceglie di muoversi, stabilisce anche di interagire con lo spazio e di plasmare al suo interno delle figure. In fase progettuale quindi, bisogna tener conto di questo dato evidente e per nulla trascurabile. Ogni spazio può essere trattato come la metafora di un palcoscenico, nel quale gli individui che lo abitano, sono inconsapevoli performer dello spettacolo della vita.

Aisthesis. La naturale attrazione verso l'effimero

CHIAROLANZA, SILVIA
2018/2019

Abstract

« The man that in front of the station tries to hug the woman to greet her, and the woman who indeed was, , his lover, rigid, tries to defend; the movements they make, strangely regular and conform, resemble a new way of dancing, most beautiful and lively of all the popular dances... and i saw, in a manner of speaking, a dance arising from our everyday stories... »1. There is a subtle veil that separates a dance gesture from an everyday gesture. The simple movements which we execute everyday have a meaning and an ultimate objective. Sometimes driven from a primary need, other times simply from the research of pleasure. In both cases, movements are originated from a deep and spontaneous instinct. It is significant to claim that is not about rationality but this is a simple and pure instinct which governs our actions. If, in parallel, one examines the nature of the propulsive engine which drives a dancer to become interested and practice the dance, one arrives to the same identic conclusion. The difference is bonded with the need at the base of the movement: in the case of dance, it is intangible and untouchable; The desire to express an emotional need using our bodies. The aim of the thesis research is to observe and analyse the effect produced in the outside world by this two typologies of movement, ordinary and danced. The outcome is the production of a shape which, in a more or less aware way, has an aesthetic acceptation. In spite of the different initial incitements, both a dancer and an ordinary person, in the exact moment in which decides to move establishes an interaction with the space and shape figures within it. During the design phase, it is not possible to find this evidence negligible. Thus, every space can be considered as the metaphor of a stage where the individuals who inhabits that stage are unintentional performers in the show of life.
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2019
2018/2019
« L’uomo che davanti alla stazione cerca di abbracciare la donna per salutarla, e la donna che certamente è stata, poco prima, la sua amante, rigida, se ne difende; i movimenti che fanno, stranamente regolari e concordanti, sembrano un nuovo modo di danzare, più bello e più vivo di tutte le danze in voga... e io vidi, per così dire, nascere una danza dalle nostre storie quotidiane... »1. C’è un velo sottile che divide un gesto di danza da un gesto quotidiano. I semplici movimenti che compiamo ogni giorno hanno un senso e un fine ultimo. A volte spinti da un bisogno di primaria necessità, altre volte semplicemente dalla ricerca del piacere. In entrambi i casi hanno origine da un istinto profondo e spontaneo. Non si tratta di raziocinio, ma di semplice e puro istinto che governa le nostre azioni. Se parallelamente si esamina la natura del motore propulsore che spinge un ballerino ad avvicinarsi e praticare la danza, ci si ritrova alla stessa identica conclusione. La difformità è insita nell’esigenza che è alla base del movimento: nel caso della danza è di natura immateriale e non tangibile; Il desiderio di esprimere attraverso il proprio corpo una necessità emozionale. Lo scopo della tesi è osservare e analizzare, l’effetto prodotto dalle due tipologie di movimento, comune e danzato, che si manifesta al mondo esterno. Ciò che ne risulta è la generazione di una forma che, in maniera più o meno consapevole, ha un’accezione estetica. Sebbene differiscano gli stimoli di partenza, sia un ballerino che una persona comune, nel momento stesso in cui sceglie di muoversi, stabilisce anche di interagire con lo spazio e di plasmare al suo interno delle figure. In fase progettuale quindi, bisogna tener conto di questo dato evidente e per nulla trascurabile. Ogni spazio può essere trattato come la metafora di un palcoscenico, nel quale gli individui che lo abitano, sono inconsapevoli performer dello spettacolo della vita.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/151967