Il tipo del teatro romano antico è forte e strutturalmente determinato: seppur declinato rispetto alle peculiarità del sito e del singolo progetto, gli elementi sono e restano stabili: restano generali nonostante le peculiarità del caso. Restano ssi i rapporti tra gli elementi stessi, le proporzioni, le gerarchie tra le parti. La tipicità dello spazio interno vertiginosamente verticale del teatro, come la sua unitarietà spaziale - sovente declinata nella continuità dimensionale e formale tra l’ordine della columnatio più elevata e il porticus di summa cavea, che cingono, così, il teatro, in modo continuo, attraversando l’ordine maggiore di ognuna delle tre parti del teatro, scena, cavea e versura; il ruolo delle versurae nel rapporto tra i due protagonisti della costruzione, l’edi cio scenico e la cavea; il rapporto proporzionale tra gli ordini della scaenae frons e quelli delle gradonate, praecinctiones; il canonico rapporto proporzionale di ogni elemento - scena, gradonate, adita, meaniana - con la traccia primaria, l’orchestra, così come l’ortodossia proporzionale enunciata da Vitruvio nelle dimensioni e nelle proporzioni di quegli elementi che saranno i medesimi a prescindere dalla dimensione totale del teatro. Queste le orme seguite nelle ri essioni riguardo a quali tra gli elementi del teatro romano possano essere designati come necessari e suf cienti a restituire le tipicità del teatro romano nello speci co caso di Brescia. È di un teatro speci co che si parla: è a partire dal suo aspetto attuale che si sono prese le mosse per una - cinque totali, una quella scelta - ricostruzione ideale del teatro nelle sue sembianze originarie: lo si è fatto studiando il trattato di Vitruvio e declinandolo rispetto alle peculiarità visibili e riconoscibili del rudere, alle tracce del suo passato più antico, al loro riconoscimento, alla loro codi cazione. Il teatro romano di Brescia, con la sua complessa e per niente de nita storia, era compiuto: prima la geometria vitruviana, quindi la costruzione. Dopo secoli di vita, l’abbandono: nella Brescia altomedievale, ha inizio la storia del rudere. Quindi, nel novecento, la demolizione del palinsesto dei nove secoli in cui il teatro era giardino e struttura portante di Palazzo Maggi-Gambara. Oggi, parzialmente interrato, cinto dalle murature anulari delle sue tre praecinctiones, è uno spazio vuoto in una città più densa di quel Foro romano che lo circondava. Compito di cui si veste l’azione progettuale è muovere dallo stato di rudere il monumento bresciano e renderlo un modello, rievocando ed alludendo alla spazialità del suo tipo d’origine.

Il tipo del teatro romano antico è forte e strutturalmente determinato: seppur declinato rispetto alle peculiarità del sito e del singolo progetto, gli elementi sono e restano stabili: restano generali nonostante le peculiarità del caso. Restano ssi i rapporti tra gli elementi stessi, le proporzioni, le gerarchie tra le parti. La tipicità dello spazio interno vertiginosamente verticale del teatro, come la sua unitarietà spaziale - sovente declinata nella continuità dimensionale e formale tra l’ordine della columnatio più elevata e il porticus di summa cavea, che cingono, così, il teatro, in modo continuo, attraversando l’ordine maggiore di ognuna delle tre parti del teatro, scena, cavea e versura; il ruolo delle versurae nel rapporto tra i due protagonisti della costruzione, l’edi cio scenico e la cavea; il rapporto proporzionale tra gli ordini della scaenae frons e quelli delle gradonate, praecinctiones; il canonico rapporto proporzionale di ogni elemento - scena, gradonate, adita, meaniana - con la traccia primaria, l’orchestra, così come l’ortodossia proporzionale enunciata da Vitruvio nelle dimensioni e nelle proporzioni di quegli elementi che saranno i medesimi a prescindere dalla dimensione totale del teatro. Queste le orme seguite nelle ri essioni riguardo a quali tra gli elementi del teatro romano possano essere designati come necessari e suf cienti a restituire le tipicità del teatro romano nello speci co caso di Brescia. È di un teatro speci co che si parla: è a partire dal suo aspetto attuale che si sono prese le mosse per una - cinque totali, una quella scelta - ricostruzione ideale del teatro nelle sue sembianze originarie: lo si è fatto studiando il trattato di Vitruvio e declinandolo rispetto alle peculiarità visibili e riconoscibili del rudere, alle tracce del suo passato più antico, al loro riconoscimento, alla loro codi cazione. Il teatro romano di Brescia, con la sua complessa e per niente de nita storia, era compiuto: prima la geometria vitruviana, quindi la costruzione. Dopo secoli di vita, l’abbandono: nella Brescia altomedievale, ha inizio la storia del rudere. Quindi, nel novecento, la demolizione del palinsesto dei nove secoli in cui il teatro era giardino e struttura portante di Palazzo Maggi-Gambara. Oggi, parzialmente interrato, cinto dalle murature anulari delle sue tre praecinctiones, è uno spazio vuoto in una città più densa di quel Foro romano che lo circondava. Compito di cui si veste l’azione progettuale è muovere dallo stato di rudere il monumento bresciano e renderlo un modello, rievocando ed alludendo alla spazialità del suo tipo d’origine.

Il teatro romano di Brescia. Dalla rovina alla restituzione

TRAPUZZANO MOLINARO, ALBERTO;DANDER, SOFIA
2018/2019

Abstract

Il tipo del teatro romano antico è forte e strutturalmente determinato: seppur declinato rispetto alle peculiarità del sito e del singolo progetto, gli elementi sono e restano stabili: restano generali nonostante le peculiarità del caso. Restano ssi i rapporti tra gli elementi stessi, le proporzioni, le gerarchie tra le parti. La tipicità dello spazio interno vertiginosamente verticale del teatro, come la sua unitarietà spaziale - sovente declinata nella continuità dimensionale e formale tra l’ordine della columnatio più elevata e il porticus di summa cavea, che cingono, così, il teatro, in modo continuo, attraversando l’ordine maggiore di ognuna delle tre parti del teatro, scena, cavea e versura; il ruolo delle versurae nel rapporto tra i due protagonisti della costruzione, l’edi cio scenico e la cavea; il rapporto proporzionale tra gli ordini della scaenae frons e quelli delle gradonate, praecinctiones; il canonico rapporto proporzionale di ogni elemento - scena, gradonate, adita, meaniana - con la traccia primaria, l’orchestra, così come l’ortodossia proporzionale enunciata da Vitruvio nelle dimensioni e nelle proporzioni di quegli elementi che saranno i medesimi a prescindere dalla dimensione totale del teatro. Queste le orme seguite nelle ri essioni riguardo a quali tra gli elementi del teatro romano possano essere designati come necessari e suf cienti a restituire le tipicità del teatro romano nello speci co caso di Brescia. È di un teatro speci co che si parla: è a partire dal suo aspetto attuale che si sono prese le mosse per una - cinque totali, una quella scelta - ricostruzione ideale del teatro nelle sue sembianze originarie: lo si è fatto studiando il trattato di Vitruvio e declinandolo rispetto alle peculiarità visibili e riconoscibili del rudere, alle tracce del suo passato più antico, al loro riconoscimento, alla loro codi cazione. Il teatro romano di Brescia, con la sua complessa e per niente de nita storia, era compiuto: prima la geometria vitruviana, quindi la costruzione. Dopo secoli di vita, l’abbandono: nella Brescia altomedievale, ha inizio la storia del rudere. Quindi, nel novecento, la demolizione del palinsesto dei nove secoli in cui il teatro era giardino e struttura portante di Palazzo Maggi-Gambara. Oggi, parzialmente interrato, cinto dalle murature anulari delle sue tre praecinctiones, è uno spazio vuoto in una città più densa di quel Foro romano che lo circondava. Compito di cui si veste l’azione progettuale è muovere dallo stato di rudere il monumento bresciano e renderlo un modello, rievocando ed alludendo alla spazialità del suo tipo d’origine.
OSSOLA, SAMUELE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
18-dic-2019
2018/2019
Il tipo del teatro romano antico è forte e strutturalmente determinato: seppur declinato rispetto alle peculiarità del sito e del singolo progetto, gli elementi sono e restano stabili: restano generali nonostante le peculiarità del caso. Restano ssi i rapporti tra gli elementi stessi, le proporzioni, le gerarchie tra le parti. La tipicità dello spazio interno vertiginosamente verticale del teatro, come la sua unitarietà spaziale - sovente declinata nella continuità dimensionale e formale tra l’ordine della columnatio più elevata e il porticus di summa cavea, che cingono, così, il teatro, in modo continuo, attraversando l’ordine maggiore di ognuna delle tre parti del teatro, scena, cavea e versura; il ruolo delle versurae nel rapporto tra i due protagonisti della costruzione, l’edi cio scenico e la cavea; il rapporto proporzionale tra gli ordini della scaenae frons e quelli delle gradonate, praecinctiones; il canonico rapporto proporzionale di ogni elemento - scena, gradonate, adita, meaniana - con la traccia primaria, l’orchestra, così come l’ortodossia proporzionale enunciata da Vitruvio nelle dimensioni e nelle proporzioni di quegli elementi che saranno i medesimi a prescindere dalla dimensione totale del teatro. Queste le orme seguite nelle ri essioni riguardo a quali tra gli elementi del teatro romano possano essere designati come necessari e suf cienti a restituire le tipicità del teatro romano nello speci co caso di Brescia. È di un teatro speci co che si parla: è a partire dal suo aspetto attuale che si sono prese le mosse per una - cinque totali, una quella scelta - ricostruzione ideale del teatro nelle sue sembianze originarie: lo si è fatto studiando il trattato di Vitruvio e declinandolo rispetto alle peculiarità visibili e riconoscibili del rudere, alle tracce del suo passato più antico, al loro riconoscimento, alla loro codi cazione. Il teatro romano di Brescia, con la sua complessa e per niente de nita storia, era compiuto: prima la geometria vitruviana, quindi la costruzione. Dopo secoli di vita, l’abbandono: nella Brescia altomedievale, ha inizio la storia del rudere. Quindi, nel novecento, la demolizione del palinsesto dei nove secoli in cui il teatro era giardino e struttura portante di Palazzo Maggi-Gambara. Oggi, parzialmente interrato, cinto dalle murature anulari delle sue tre praecinctiones, è uno spazio vuoto in una città più densa di quel Foro romano che lo circondava. Compito di cui si veste l’azione progettuale è muovere dallo stato di rudere il monumento bresciano e renderlo un modello, rievocando ed alludendo alla spazialità del suo tipo d’origine.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/152367