Il margine invisibile. Un progetto per Porto di Mare

The Thesis was born with the intent to deepen the concept of "limit" and its declination in the urban context in order to give a new interpretation through the architectural project. In the course of history, the city of Milan has developed in different and sometimes contradictory ways, towards the north, for instance, the evolution of the city can be defined by the term "widespread city". This development led to the dissolution of the city boundaries in favour of a dispersion of its components. On the contrary, in the south, for historical and partly geological reasons, the territory presents a clear distinction between the city and the countryside. This is clearly visible in Porto di Mare, the area in which the project is located and in which its condition of marginality has contributed to its lack of integration with the rest of the city. The project therefore has the ambition to overturn the meaning of marginality. In the Thesis, different analysis strategies were adopted in order to research and outline the sense of urban margin. Therefore, along Via Fabio Massimo, buildings were placed to recompose the urban front, finding a definitive conclusion in an underground structure. The hypogean project on the surface supports the urban park and underneath contains the new functions provided by the masterplan, such as the relocation of activities already present in the area. Porto di Mare in its recent history has undergone various movements of land that have given rise to different heights. The altitude difference, which was created with the intention of concluding the margin system, relates with the buildings through an urban park and with the landscape through its morphology. An invisible structure that lives inside the ground and in a decisive and clear way closes the urban system. A space between two scenarios (the city and the countryside), understood almost as a frontier for the city of Milan. Specifically, the thesis focuses on the redesign of the underground system, the new infrastructures that serve it and the design of the park in relation to the built, focusing, through a leap in scale, on the design of the biomass power plant provided for in the functional program. This plant is essential for the design of the entire system because in front of it, in a polluted and unused land, are concentrated biomass crops which, in addition to providing fuel for the plant, will slowly but sustainably reclaim a small part of the territory. The cultivations, subject to natural harvesting cycles, will restore a landscape in continuous transformation and after about twenty years (life of the plant) will return a fertile and productive agricultural land. It is intrinsic in the project to work between architecture and landscape, areas in close relationship and continuous exchange, where the power plant could be the center of this research.

La tesi nasce con l’intento di approfondire il concetto di “margine” e la sua declinazione nel contesto urbano al fine di darne una nuova interpretazione tramite il progetto architettonico. Nel corso della storia la città di Milano si è sviluppata in maniera diversa e talvolta contraddittoria, basti pensare al suo sviluppo verso nord che ha dato vita ad una città definita come “città diffusa”. Tale sviluppo ha determinato la dissoluzione del margine della città a favore di una dispersione della stessa. Al contrario, a sud, per ragioni storiche, e in parte geologiche, il territorio presenta una netta distinzione tra l’urbe e la campagna. Ciò è chiaramente visibile a Porto di Mare, area in cui si inserisce il progetto e in cui la condizione di marginalità ha contribuito alla sua mancata integrazione con il resto della città. Il progetto dunque ha l’ambizione di capovolgere il significato di marginalità: trovarsi al margine non significa essere un margine. Il progetto adotta diverse strategie di studio al fine di ricercare e delineare il senso di margine urbano. È stato pertanto collocato lungo via Fabio Massimo uno spessore costruito che ricompone il fronte urbano trovando la sua definitiva conclusione in un “cretto”, chiave di lettura e strumento di indagine progettuale. Un progetto di suolo che, in superficie, sostiene il parco urbano, e al suo interno contiene le nuove funzioni previste e il ricollocamento di attività già presenti nell’area. Porto di Mare nella sua storia recente ha subito varie movimentazioni di terreno che hanno dato vita a quote differenti. Il “cretto” si rapporta con il costruito attraverso un parco urbano e con il paesaggio attraverso la sua morfologia. Un margine invisibile che vive dentro al terreno e in maniera decisa e netta vuole definire il limite dell'abitato urbano, come spazio tra due scenari (la città e la campagna). Nello specifico, la tesi si incentra sul ridisegno del sistema ipogeo, sulle nuove infrastrutture che lo servono e sul disegno del parco in relazione al costruito, concentrandosi, attraverso un salto di scala, sulla progettazione della centrale elettrica a biomassa prevista dal programma funzionale. Tale centrale risulta essenziale per la progettazione dell’intero sistema poichè di fronte ad essa, in un terreno inquinato e inutilizzato, si concentrano le coltivazioni a biomassa le quali, oltre a fornire il combustibile per la centrale, bonificheranno lentamente ma in maniera sostenibile una piccola parte di territorio. Le coltivazioni, soggette a naturali cicli di raccolta, restituiranno un paesaggio in continua trasformazione e trascorsi circa vent’anni (vita utile della centrale), riconsegneranno un terreno agricolo fertile e produttivo. Il progetto interpreta le scale dell'architettura e del paesaggio, intesi in stretto rapporto e in continuo scambio relazionale, dove la centrale elettrica potrebbe rappresentare la chiave di lettura e il senso di questa ricerca.