The thesis focuses on the therapeutic effects that knitting (and, similarly, crocheting) has on both healthy people, as a tool to improve life quality, and on people with various types of illness, like physical and psychological pathologies. The idea was initially driven by scientific studies made in universities, hospitals and medical centres worldwide, and the choice of going further with the topic was identified as a necessity by the author of the thesis (me) after the supportive encouragement given by personal contact with numerous scholars who have investigated the scenario and are willing to spread the theme to promote research in what is considered a low-investigated high-promising field. Moreover, the thesis integrates the idea of knitting for personal health to the idea of knitting for the health of the others and of society: the research in fact further develops and focuses on projects which involve knitting for charity or knitting as a tool to promote social initiatives, political demonstrations and all those activities also called knitivism. The reflection then concentrates on the fact that Italy has a poor and low developed scenario regarding the examined topic if we compare it with other countries considered hubs of therapeutic, charitable and activist knitting (like USA or UK), both on a product and on a communication level. For this reason, the research results were applied into an on-field project of Knit Therapy workshops for patients, visitors and workers in the main hospital of the the Italian city of Bergamo (ASST Papa Giovanni XXIII), identified as a promising scenario both because of its location (in a city which already proved to positively respond to knitting initiatives) and also because of some already existing potentialities the clinic itself has in promoting activities linked to what is defined a whole person care approach to health, identified by the researched and interviewed experts as a fundamental necessity in the modern healthcare system. The project in the hospital of Bergamo focused, with a design driven approach, both on the product, with the aim of creating a co-designed pilot event which could then become a format for further applications of Knit Therapy in the Italian territory, and on the visual language and communication of projects involving knitting, aimed at disrupting the stereotypes linked to the commonly perceived meaning and image of knitting itself and at innovating the already existing tools while giving a design proposal of new ones. The project was directly designed and managed by the author of this thesis (as a designer and facilitator) in collaboration with voluntary organizations working on the Italian territory. After an on-field investigation in the hospital, an ad-hoc communication campaign was created and a series of workshops were held in the medical structure, both in a dedicated room for events and in the recreational waiting room in the Oncology ward. The Knit Therapy program, also thanks to data gathering through a pre and post activity survey, widely confirmed the literature, and the project was welcomed by the stakeholders as a promising and needed proposal which can become a stable schedule within the structure, as a free of charge initiative with the help of voluntary organizations and, under a design point of view, as a continuous incubator of an ongoing investigation both on the process and on the product of therapeutic knitting. In addiction, the period of development of the thesis saw the explosion of the 2019-2020 Covid-19 pandemic, during which countries like Italy were put in total lockdown by governmental dispositions. This emergency situation saw the creation, on the web and on social media in particular, of initiatives and campaigns aimed at helping individuals in spending the forced time at home in meaningful ways. In this scenario were identified the potentialities and benefits that knitting could bring on a psychological and physical level and was created, as a second project in this thesis, the #IOLAVOROAMAGLIA (#IKNIT) social media campaign, linked to the globally spread #STAYHOME (in Italy #IORESTOACASA ) campaign, aimed at inviting people to remain home for preventing further diffusions of the infection, while proposing at the same time new solutions for positively living the emergency times. The campaign #IOLAVOROAMAGLIA was embraced by many users and it also became a virtual workshop, with a direct reference to the workshops in the hospital of Bergamo, temporary stopped during the lockdown and social distancing. The two projects, on-field and on-line, proved how knitting can be a meaningful solution not only for healthcare, but also for the daily life of every person in general, both in normal times and in emergency situations. Moreover, the role of the designer and of a design driven approach proved to be fundamental, for the product and service creation, improvement and consolidation and for its communication for valorization and promotion.

La tesi si focalizza sugli effetti terapeutici che il lavoro a maglia (e, allo stesso modo, il lavoro all’uncinetto) ha sia sugli individui sani, come strumento per migliorare la qualità della vita, sia su individui con diversi tipi di malattie, tra cui sia patologie fisiche che psicologiche. L’idea è nata a seguito dell’analisi di studi scientifici realizzati in diverse università, ospedali e centri clinici di tutto il mondo, e la scelta di portare avanti la ricerca sul tema è stata identificata dall’autore di questa tesi (io stessa) come una necessità, anche a seguito dell’incoraggiamento in questa direzione dato da un confronto personale con numerosi ricercatori, che hanno studiato l’argomento e ritengono fondamentale una ulteriore diffusione del tema, per promuovere la ricerca in quello che è considerato uno scenario poco ricercato ma molto promettente. Inoltre, la tesi integra l’idea del lavoro a maglia per la salute personale con quella del lavoro a maglia per la salute degli altri e della società in generale: la ricerca infatti si sviluppa e concentra anche su progetti legati all’utilizzo del lavoro a maglia per beneficenza o come strumento per promuovere iniziative sociali, dimostrazioni politiche e tutte quelle attività anche definite come knitivism. Successivamente, la riflessione si concentra sul fatto che l’Italia ha, riguardo all’argomento analizzato, un panorama povero e poco sviluppato, soprattutto se confrontato con altri paesi considerati centri nevralgici del lavoro a maglia a scopo terapeutico, solidale o di attivismo (come gli Stati Uniti o il Regno Unito), sia a livello di prodotto che a livello di comunicazione. Per queste ragioni i risultati della ricerca sono stati utilizzati per la realizzazione di un progetto sul campo di laboratori di Knit Therapy per i pazienti, i visitatori e i dipendenti del principale ospedale della città di Bergamo (ASST Papa Giovanni XXIII), identificato come uno scenario promettente sia per la sua posizione (in una città che già in passato ha risposto positivamente ad iniziative che coinvolgevano il lavoro a maglia), sia a causa di alcune identificate potenzialità che l’ospedale stesso ha nell’ambito della promozione di attività legate a quello che è definito come whole person care approach, considerato dagli esperti intervistati una fondamentale necessità per i moderni sistemi sanitari. Il progetto all’ospedale di Bergamo si è focalizzato, con un approccio design-driven, sia sul prodotto, con l’obbiettivo di creare un co-designed pilot event che potesse poi diventare un format per future iterazioni della Knit Therapy sul territorio Italiano, sia sul linguaggio visuale e comunicativo di progetti legati al lavoro a maglia, con l’obbiettivo di superare gli stereotipi legati al significato e all’immagine comunemente percepita di ciò che è il lavoro a maglia e innovare i mezzi esistenti, dando allo stesso tempo una proposta per la progettazione di nuovi canali. Il progetto è stato realizzato e gestito direttamente dall’autore della tesi (nel ruolo di designer e moderatore), in collaborazione con organizzazioni volontarie attive sul territorio italiano. Dopo una fase di sopralluoghi in ospedale, è stata realizzata una campagna di comunicazione ad-hoc e una serie di laboratori è stata organizzata nella struttura medica, sia in una stanza dedicata agli eventi che nella sala d’attesa ricreativa del reparto di Oncologia. Il programma di Knit Therapy, anche grazie alla raccolta di dati attraverso questionari compilati dai partecipanti all’inizio e alla fine dell’attività, ha ampiamente confermato la letteratura, e il progetto è stato accolto dagli attori coinvolti come una iniziativa promettente e necessaria, che può diventare un appuntamento continuativo all’interno dell’ospedale, in qualità di attività a costo zero grazie all’aiuto delle associazioni volontarie e, da un punto di vista del design, in qualità di incubatore di incessante ricerca sia sul processo che sul prodotto del lavoro a maglia terapeutico. In aggiunta, il periodo di sviluppo della tesi ha coinciso con l’esplosione della pandemia di Covid-19, durante la quale paesi come l’Italia sono stati messi in totale quarantena a seguito di disposizioni governative. Questa situazione di emergenza ha visto la nascita, sul web e in particolare sui social media, di iniziative e campagne finalizzate ad aiutare le persone a trovare modalità sane e di qualità per trascorrere l’isolamento forzato in casa. Le potenzialità e i possibili benefici che il lavoro a maglia avrebbe potuto dare in una situazione del genere, sia da punto di vista fisico che psicologico, hanno portato alla ideazione, come secondo progetto di questa tesi, della campagna social #IOLAVOROAMAGLIA, legata alla diffusa campagna #IORESTOACASA, finalizzata ad invitare le persone a rimanere a casa per prevenire ulteriori diffusioni del contagio e allo stesso tempo impegnata per proporre nuove soluzioni per vivere in modo positivo il periodo di emergenza. La campagna #IOLAVOROAMAGLIA è stata accolta da molti utenti e si è in seguito sviluppata come workshop virtuale, con chiaro riferimento ai laboratori tenuti in precedenza all’ospedale di Bergamo e temporaneamente sospesi durante il periodo di quarantena e distanziamento sociale. I due progetti, sul campo e online, hanno provato come il lavoro a maglia può essere una proposta significativa non solo per il sistema sanitario, ma anche, più in generale, per la vita quotidiana delle persone, sia in periodi di normalità che durante situazioni di emergenza. Inoltre, il ruolo del designer e di un approccio design driven si è dimostrato fondamentale, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento del prodotto e per la sua comunicazione ai fini di una promozione e valorizzazione.

Knit therapy. A new healing approach for oneself, for the others and for society

MICHELI, MARTINA
2018/2019

Abstract

The thesis focuses on the therapeutic effects that knitting (and, similarly, crocheting) has on both healthy people, as a tool to improve life quality, and on people with various types of illness, like physical and psychological pathologies. The idea was initially driven by scientific studies made in universities, hospitals and medical centres worldwide, and the choice of going further with the topic was identified as a necessity by the author of the thesis (me) after the supportive encouragement given by personal contact with numerous scholars who have investigated the scenario and are willing to spread the theme to promote research in what is considered a low-investigated high-promising field. Moreover, the thesis integrates the idea of knitting for personal health to the idea of knitting for the health of the others and of society: the research in fact further develops and focuses on projects which involve knitting for charity or knitting as a tool to promote social initiatives, political demonstrations and all those activities also called knitivism. The reflection then concentrates on the fact that Italy has a poor and low developed scenario regarding the examined topic if we compare it with other countries considered hubs of therapeutic, charitable and activist knitting (like USA or UK), both on a product and on a communication level. For this reason, the research results were applied into an on-field project of Knit Therapy workshops for patients, visitors and workers in the main hospital of the the Italian city of Bergamo (ASST Papa Giovanni XXIII), identified as a promising scenario both because of its location (in a city which already proved to positively respond to knitting initiatives) and also because of some already existing potentialities the clinic itself has in promoting activities linked to what is defined a whole person care approach to health, identified by the researched and interviewed experts as a fundamental necessity in the modern healthcare system. The project in the hospital of Bergamo focused, with a design driven approach, both on the product, with the aim of creating a co-designed pilot event which could then become a format for further applications of Knit Therapy in the Italian territory, and on the visual language and communication of projects involving knitting, aimed at disrupting the stereotypes linked to the commonly perceived meaning and image of knitting itself and at innovating the already existing tools while giving a design proposal of new ones. The project was directly designed and managed by the author of this thesis (as a designer and facilitator) in collaboration with voluntary organizations working on the Italian territory. After an on-field investigation in the hospital, an ad-hoc communication campaign was created and a series of workshops were held in the medical structure, both in a dedicated room for events and in the recreational waiting room in the Oncology ward. The Knit Therapy program, also thanks to data gathering through a pre and post activity survey, widely confirmed the literature, and the project was welcomed by the stakeholders as a promising and needed proposal which can become a stable schedule within the structure, as a free of charge initiative with the help of voluntary organizations and, under a design point of view, as a continuous incubator of an ongoing investigation both on the process and on the product of therapeutic knitting. In addiction, the period of development of the thesis saw the explosion of the 2019-2020 Covid-19 pandemic, during which countries like Italy were put in total lockdown by governmental dispositions. This emergency situation saw the creation, on the web and on social media in particular, of initiatives and campaigns aimed at helping individuals in spending the forced time at home in meaningful ways. In this scenario were identified the potentialities and benefits that knitting could bring on a psychological and physical level and was created, as a second project in this thesis, the #IOLAVOROAMAGLIA (#IKNIT) social media campaign, linked to the globally spread #STAYHOME (in Italy #IORESTOACASA ) campaign, aimed at inviting people to remain home for preventing further diffusions of the infection, while proposing at the same time new solutions for positively living the emergency times. The campaign #IOLAVOROAMAGLIA was embraced by many users and it also became a virtual workshop, with a direct reference to the workshops in the hospital of Bergamo, temporary stopped during the lockdown and social distancing. The two projects, on-field and on-line, proved how knitting can be a meaningful solution not only for healthcare, but also for the daily life of every person in general, both in normal times and in emergency situations. Moreover, the role of the designer and of a design driven approach proved to be fundamental, for the product and service creation, improvement and consolidation and for its communication for valorization and promotion.
MOTTA, MARTINA
ARC III - Scuola del Design
29-apr-2020
2018/2019
La tesi si focalizza sugli effetti terapeutici che il lavoro a maglia (e, allo stesso modo, il lavoro all’uncinetto) ha sia sugli individui sani, come strumento per migliorare la qualità della vita, sia su individui con diversi tipi di malattie, tra cui sia patologie fisiche che psicologiche. L’idea è nata a seguito dell’analisi di studi scientifici realizzati in diverse università, ospedali e centri clinici di tutto il mondo, e la scelta di portare avanti la ricerca sul tema è stata identificata dall’autore di questa tesi (io stessa) come una necessità, anche a seguito dell’incoraggiamento in questa direzione dato da un confronto personale con numerosi ricercatori, che hanno studiato l’argomento e ritengono fondamentale una ulteriore diffusione del tema, per promuovere la ricerca in quello che è considerato uno scenario poco ricercato ma molto promettente. Inoltre, la tesi integra l’idea del lavoro a maglia per la salute personale con quella del lavoro a maglia per la salute degli altri e della società in generale: la ricerca infatti si sviluppa e concentra anche su progetti legati all’utilizzo del lavoro a maglia per beneficenza o come strumento per promuovere iniziative sociali, dimostrazioni politiche e tutte quelle attività anche definite come knitivism. Successivamente, la riflessione si concentra sul fatto che l’Italia ha, riguardo all’argomento analizzato, un panorama povero e poco sviluppato, soprattutto se confrontato con altri paesi considerati centri nevralgici del lavoro a maglia a scopo terapeutico, solidale o di attivismo (come gli Stati Uniti o il Regno Unito), sia a livello di prodotto che a livello di comunicazione. Per queste ragioni i risultati della ricerca sono stati utilizzati per la realizzazione di un progetto sul campo di laboratori di Knit Therapy per i pazienti, i visitatori e i dipendenti del principale ospedale della città di Bergamo (ASST Papa Giovanni XXIII), identificato come uno scenario promettente sia per la sua posizione (in una città che già in passato ha risposto positivamente ad iniziative che coinvolgevano il lavoro a maglia), sia a causa di alcune identificate potenzialità che l’ospedale stesso ha nell’ambito della promozione di attività legate a quello che è definito come whole person care approach, considerato dagli esperti intervistati una fondamentale necessità per i moderni sistemi sanitari. Il progetto all’ospedale di Bergamo si è focalizzato, con un approccio design-driven, sia sul prodotto, con l’obbiettivo di creare un co-designed pilot event che potesse poi diventare un format per future iterazioni della Knit Therapy sul territorio Italiano, sia sul linguaggio visuale e comunicativo di progetti legati al lavoro a maglia, con l’obbiettivo di superare gli stereotipi legati al significato e all’immagine comunemente percepita di ciò che è il lavoro a maglia e innovare i mezzi esistenti, dando allo stesso tempo una proposta per la progettazione di nuovi canali. Il progetto è stato realizzato e gestito direttamente dall’autore della tesi (nel ruolo di designer e moderatore), in collaborazione con organizzazioni volontarie attive sul territorio italiano. Dopo una fase di sopralluoghi in ospedale, è stata realizzata una campagna di comunicazione ad-hoc e una serie di laboratori è stata organizzata nella struttura medica, sia in una stanza dedicata agli eventi che nella sala d’attesa ricreativa del reparto di Oncologia. Il programma di Knit Therapy, anche grazie alla raccolta di dati attraverso questionari compilati dai partecipanti all’inizio e alla fine dell’attività, ha ampiamente confermato la letteratura, e il progetto è stato accolto dagli attori coinvolti come una iniziativa promettente e necessaria, che può diventare un appuntamento continuativo all’interno dell’ospedale, in qualità di attività a costo zero grazie all’aiuto delle associazioni volontarie e, da un punto di vista del design, in qualità di incubatore di incessante ricerca sia sul processo che sul prodotto del lavoro a maglia terapeutico. In aggiunta, il periodo di sviluppo della tesi ha coinciso con l’esplosione della pandemia di Covid-19, durante la quale paesi come l’Italia sono stati messi in totale quarantena a seguito di disposizioni governative. Questa situazione di emergenza ha visto la nascita, sul web e in particolare sui social media, di iniziative e campagne finalizzate ad aiutare le persone a trovare modalità sane e di qualità per trascorrere l’isolamento forzato in casa. Le potenzialità e i possibili benefici che il lavoro a maglia avrebbe potuto dare in una situazione del genere, sia da punto di vista fisico che psicologico, hanno portato alla ideazione, come secondo progetto di questa tesi, della campagna social #IOLAVOROAMAGLIA, legata alla diffusa campagna #IORESTOACASA, finalizzata ad invitare le persone a rimanere a casa per prevenire ulteriori diffusioni del contagio e allo stesso tempo impegnata per proporre nuove soluzioni per vivere in modo positivo il periodo di emergenza. La campagna #IOLAVOROAMAGLIA è stata accolta da molti utenti e si è in seguito sviluppata come workshop virtuale, con chiaro riferimento ai laboratori tenuti in precedenza all’ospedale di Bergamo e temporaneamente sospesi durante il periodo di quarantena e distanziamento sociale. I due progetti, sul campo e online, hanno provato come il lavoro a maglia può essere una proposta significativa non solo per il sistema sanitario, ma anche, più in generale, per la vita quotidiana delle persone, sia in periodi di normalità che durante situazioni di emergenza. Inoltre, il ruolo del designer e di un approccio design driven si è dimostrato fondamentale, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento del prodotto e per la sua comunicazione ai fini di una promozione e valorizzazione.
Tesi di laurea Magistrale
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