Ocean, defined as the interconnected system of waters covering 71% of the Earth’s surface, has remained a black box for decades. Metabolic flows move in and out, but what actually happens ‘inside’, and what is its core function within the global landscape, has yet to be revealed. "What about the other 71%?", is the urgent question from which the research comes to life. Situated at the intersection between landscape and geography, built upon the emerging agenda of a Planetary Urbanization, theorized by Neil Brenner, the thesis investigates how todays socio-economic aspects on a global scale, are the main factors shaping the evolution of the oceanic space. In this context, the ocean becomes a new field to be “colonized”, representing a productive terrain for future design operations. The act of mapping, combined with data analysis and a quantitative approach, has been essential in grasping and managing the complexities of the agents in a planetary scale. Overcoming the dichotomy of nature and culture, human and non-human, the project aims to define new meaningful and operational matrices, through the active and retroactive action of multiple design devices. With a dilation of time, the investigation aims to identify five strategic assets that are affecting the balance of the oceanic landscape. Addressing several critical aspects: Techno-Sea, Artificial Gulf, Clarion Clipperton Mine, Atlantic Highway, and Pacific Stockpile, are brought together by the urgent demand for resources. The resulting exploitation activities are generating asymmetrical pressure on the oceanic landscape, which is increasing the demand for a clarification of its limits.

L’ Oceano, definito come sistema interconnesso di acque che ricopre il 71 % della superficie terrestre, è rimasto una scatola nera per decenni. Flussi metabolici entrano e escono, ma che cosa accada al suo interno, e quale sia il suo ruolo nell’ambito del paesaggio urbano globale, necessita ancora di essere disvelato. “What about the other 71%?” È l’impellente domanda da cui la ricerca prende vita. Collocata all’intersezione di diversi ambiti che spaziano dal landscape alla geografia, e supportata da quello che Neil Brenner definisce Planetary Urbanization, la ricerca di tesi si propone di investigare come aspetti socio-economici a scala globale, possano essere considerati i fattori determinanti nell’evoluzione dello spazio oceanico. In questo contesto l’Oceano si rivela come nuovo spazio da “colonizzare”, rappresentando il campo di azione per future operazioni progettuali. La mappatura, unita all’analisi dei dati, e ad un approccio quantitativo, è stata strumento indispensabile al fine di poter comprendere ed elaborare la complessità di agenti che l’analisi a scala planetaria comporta. Superando la dicotomia tra natura e cultura, e quella fra umano e non umano, l’azione progettuale si propone di costruire nuove matrici operative e di senso attraverso un processo di azione-retroazione dei dispositivi progettuali. Tramite la dilatazione temporale, l’investigazione ha portato all’identificazione di cinque poli nevralgici che influenzano l’equilibrio del landscape oceanico odierno. Definite da aspetti e problematiche cruciali, Techno-Sea, Artificial Gulf, Clarion-Clliperton Mine, Atlantic Highway, e Pacific Stockpile, vengono accomunati dalla crescente domanda di risorse. Le attività di sfruttamento e di estrazione che ne derivano, generano pressioni asimmetriche sull’Oceano, campo che, oggi più che mai, necessita una definizione dei suoi limiti.

What about the other 71% ? Ocean as a performative landscape

MALCHIODI ALBEDI, TERESA;FURBETTA, ILARIA
2018/2019

Abstract

Ocean, defined as the interconnected system of waters covering 71% of the Earth’s surface, has remained a black box for decades. Metabolic flows move in and out, but what actually happens ‘inside’, and what is its core function within the global landscape, has yet to be revealed. "What about the other 71%?", is the urgent question from which the research comes to life. Situated at the intersection between landscape and geography, built upon the emerging agenda of a Planetary Urbanization, theorized by Neil Brenner, the thesis investigates how todays socio-economic aspects on a global scale, are the main factors shaping the evolution of the oceanic space. In this context, the ocean becomes a new field to be “colonized”, representing a productive terrain for future design operations. The act of mapping, combined with data analysis and a quantitative approach, has been essential in grasping and managing the complexities of the agents in a planetary scale. Overcoming the dichotomy of nature and culture, human and non-human, the project aims to define new meaningful and operational matrices, through the active and retroactive action of multiple design devices. With a dilation of time, the investigation aims to identify five strategic assets that are affecting the balance of the oceanic landscape. Addressing several critical aspects: Techno-Sea, Artificial Gulf, Clarion Clipperton Mine, Atlantic Highway, and Pacific Stockpile, are brought together by the urgent demand for resources. The resulting exploitation activities are generating asymmetrical pressure on the oceanic landscape, which is increasing the demand for a clarification of its limits.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
6-giu-2020
2018/2019
L’ Oceano, definito come sistema interconnesso di acque che ricopre il 71 % della superficie terrestre, è rimasto una scatola nera per decenni. Flussi metabolici entrano e escono, ma che cosa accada al suo interno, e quale sia il suo ruolo nell’ambito del paesaggio urbano globale, necessita ancora di essere disvelato. “What about the other 71%?” È l’impellente domanda da cui la ricerca prende vita. Collocata all’intersezione di diversi ambiti che spaziano dal landscape alla geografia, e supportata da quello che Neil Brenner definisce Planetary Urbanization, la ricerca di tesi si propone di investigare come aspetti socio-economici a scala globale, possano essere considerati i fattori determinanti nell’evoluzione dello spazio oceanico. In questo contesto l’Oceano si rivela come nuovo spazio da “colonizzare”, rappresentando il campo di azione per future operazioni progettuali. La mappatura, unita all’analisi dei dati, e ad un approccio quantitativo, è stata strumento indispensabile al fine di poter comprendere ed elaborare la complessità di agenti che l’analisi a scala planetaria comporta. Superando la dicotomia tra natura e cultura, e quella fra umano e non umano, l’azione progettuale si propone di costruire nuove matrici operative e di senso attraverso un processo di azione-retroazione dei dispositivi progettuali. Tramite la dilatazione temporale, l’investigazione ha portato all’identificazione di cinque poli nevralgici che influenzano l’equilibrio del landscape oceanico odierno. Definite da aspetti e problematiche cruciali, Techno-Sea, Artificial Gulf, Clarion-Clliperton Mine, Atlantic Highway, e Pacific Stockpile, vengono accomunati dalla crescente domanda di risorse. Le attività di sfruttamento e di estrazione che ne derivano, generano pressioni asimmetriche sull’Oceano, campo che, oggi più che mai, necessita una definizione dei suoi limiti.
Tesi di laurea Magistrale
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