In 2012 Andrea Branzi and Michele De Lucchi confirmed the visionary nature of their approach to the project; they did it with an educational workshop under the evocative title "Living in the Ruins". The focus of the laboratory concerned the building of a series of models of ruined city blocks inspired by images from the city of L’Aquila. While, in that workshop, the term "ruin" referred to what remained of the 2009 earthquake, this thesis aimes at rethinking the concept of ruin in relation to the landscape of the Milan - Bergamo highway section. The current A4 looks completely far from the concept of progress that was originally given to it, both in terms of efficiency and in terms of technological innovation or choice of materials. Milan-Bergamo can be defined a mixture of "waste materials" including the most ordinary constructions, pieces of a casual building, as well as the rest of theories and predictions. Ten years ago Alberto Ferlenga claimed to be in the presence of "new ruins, fragments constantly unfinished and prematurely deteriorated” originated more from a cultural exhaustion than from the passage of time, as if they were "the pieces" of a landscape that still have to take shape. It feels like an almost surrealist builder has started to construct something that then, suddenly, was interrupted for reasons that we will never discover; that’s why you can run into unfinished stairways that lead nowhere, pillars that do not support anything or every kind of architectural anomaly. Neverthless, unfinished architecture represent a place of contemplation and thought, becoming just like monuments capable to give space to the individual’s imagination. Moreover they are fascinating structures able to inspire recent buildings. I can’t deny that this world impressed me too, so much to develop a thesis project based on the reuse of a "young" cement skeleton along the highway MI-BG. Originally designed to be a space dedicated to offices, it never came to life. Within the project, a series of typological operations, infills, subtraction of parts and integration with new buildings represent some of the possibilities compositions investigated.

Nel 2012 Andrea Branzi e Michele De Lucchi confermano la visionarietà del loro approccio al progetto; lo fanno con un laboratorio didattico, dal suggestivo titolo “Abitare le Rovine”, Focus del laboratorio, la costruzione di una serie di modelli di isolati in rovina che traggono ispirazione dall'immagine della città dell’Aquila. Se allora il termine “rovina” era riferito a quello che era rimasto del sisma del 2009, in questa tesi viene rivisto in relazione al paesaggio del tratto autostradale Milano – Bergamo. La A4 attuale appare totalmente distante da quell'idea di progresso che l’aveva caratterizzata al suo nascere, discutibile in quanto ad efficienza, superata in termini di innovazione tecnologica o di materiali. Milano-Bergamo, è più un miscuglio di “Materiali di risulta” che non un organico insieme; ne fanno parte le costruzioni più ordinarie, brani di una casuale edificazione, ma anche, parrebbe, i resti di teorie e previsioni. Una decina di anni fa Alberto Ferlenga sosteneva di essere in presenza di “Rovine nuove”, frammenti costantemente non finiti e precocemente deteriorati. Originate più da un esaurimento culturale che dal tempo, esse hanno sovvertito, nel bene o nel male, i rapporti con la natura che l’architettura di questi luoghi aveva istituito, talvolta cancellandoli del tutto e talvolta assumendoli in parte: sono “i pezzi” di un nuovo paesaggio in attesa di forma. È come se un costruttore quasi surrealista avesse all'improvviso iniziato a erigere qualcosa e altrettanto all'improvviso si fosse fermato per motivi che non scopriremo mai, quindi si possono incontrare scalinate incompiute che non portano da nessuna parte e pilastri che non sorreggono nulla, ogni genere di anomalia architettonica. L’incompiuto raccoglie luoghi della contemplazione e del pensiero, perché alla fine architetture incompiute diventano monumenti aperti all'immaginazione. Sono strutture affascinanti che ispirano anche gli edifici di nuova realizzazione. Non nego che questo mondo abbia affascinato anche me, tanto da svilupparne un progetto di tesi attraverso il riuso di un “giovane” scheletro cementizio lungo la già citata MI-BG, nato per essere uno spazio per uffici ma incapace di vedere la sua conclusione. All'interno del progetto una serie di operazioni tipologiche, tamponamenti, sottrazione di parti e integrazione con nuovi manufatti, hanno rappresentato alcune delle possibili composizioni indagate.

Abitare la rovina. Riuso di uno scheletro architettonico lungo l'autostrada Milano-Bergamo

SCOTTI, STEFANO
2018/2019

Abstract

In 2012 Andrea Branzi and Michele De Lucchi confirmed the visionary nature of their approach to the project; they did it with an educational workshop under the evocative title "Living in the Ruins". The focus of the laboratory concerned the building of a series of models of ruined city blocks inspired by images from the city of L’Aquila. While, in that workshop, the term "ruin" referred to what remained of the 2009 earthquake, this thesis aimes at rethinking the concept of ruin in relation to the landscape of the Milan - Bergamo highway section. The current A4 looks completely far from the concept of progress that was originally given to it, both in terms of efficiency and in terms of technological innovation or choice of materials. Milan-Bergamo can be defined a mixture of "waste materials" including the most ordinary constructions, pieces of a casual building, as well as the rest of theories and predictions. Ten years ago Alberto Ferlenga claimed to be in the presence of "new ruins, fragments constantly unfinished and prematurely deteriorated” originated more from a cultural exhaustion than from the passage of time, as if they were "the pieces" of a landscape that still have to take shape. It feels like an almost surrealist builder has started to construct something that then, suddenly, was interrupted for reasons that we will never discover; that’s why you can run into unfinished stairways that lead nowhere, pillars that do not support anything or every kind of architectural anomaly. Neverthless, unfinished architecture represent a place of contemplation and thought, becoming just like monuments capable to give space to the individual’s imagination. Moreover they are fascinating structures able to inspire recent buildings. I can’t deny that this world impressed me too, so much to develop a thesis project based on the reuse of a "young" cement skeleton along the highway MI-BG. Originally designed to be a space dedicated to offices, it never came to life. Within the project, a series of typological operations, infills, subtraction of parts and integration with new buildings represent some of the possibilities compositions investigated.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
6-giu-2020
2018/2019
Nel 2012 Andrea Branzi e Michele De Lucchi confermano la visionarietà del loro approccio al progetto; lo fanno con un laboratorio didattico, dal suggestivo titolo “Abitare le Rovine”, Focus del laboratorio, la costruzione di una serie di modelli di isolati in rovina che traggono ispirazione dall'immagine della città dell’Aquila. Se allora il termine “rovina” era riferito a quello che era rimasto del sisma del 2009, in questa tesi viene rivisto in relazione al paesaggio del tratto autostradale Milano – Bergamo. La A4 attuale appare totalmente distante da quell'idea di progresso che l’aveva caratterizzata al suo nascere, discutibile in quanto ad efficienza, superata in termini di innovazione tecnologica o di materiali. Milano-Bergamo, è più un miscuglio di “Materiali di risulta” che non un organico insieme; ne fanno parte le costruzioni più ordinarie, brani di una casuale edificazione, ma anche, parrebbe, i resti di teorie e previsioni. Una decina di anni fa Alberto Ferlenga sosteneva di essere in presenza di “Rovine nuove”, frammenti costantemente non finiti e precocemente deteriorati. Originate più da un esaurimento culturale che dal tempo, esse hanno sovvertito, nel bene o nel male, i rapporti con la natura che l’architettura di questi luoghi aveva istituito, talvolta cancellandoli del tutto e talvolta assumendoli in parte: sono “i pezzi” di un nuovo paesaggio in attesa di forma. È come se un costruttore quasi surrealista avesse all'improvviso iniziato a erigere qualcosa e altrettanto all'improvviso si fosse fermato per motivi che non scopriremo mai, quindi si possono incontrare scalinate incompiute che non portano da nessuna parte e pilastri che non sorreggono nulla, ogni genere di anomalia architettonica. L’incompiuto raccoglie luoghi della contemplazione e del pensiero, perché alla fine architetture incompiute diventano monumenti aperti all'immaginazione. Sono strutture affascinanti che ispirano anche gli edifici di nuova realizzazione. Non nego che questo mondo abbia affascinato anche me, tanto da svilupparne un progetto di tesi attraverso il riuso di un “giovane” scheletro cementizio lungo la già citata MI-BG, nato per essere uno spazio per uffici ma incapace di vedere la sua conclusione. All'interno del progetto una serie di operazioni tipologiche, tamponamenti, sottrazione di parti e integrazione con nuovi manufatti, hanno rappresentato alcune delle possibili composizioni indagate.
Tesi di laurea Magistrale
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Tavola 7_ Sezione orizzontale piano mezzanino 1.200.pdf

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Tavola 8_ Sezione orizzontale piano primo 1.200.pdf

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Tavola 9_ Sezione orizzontale piano secondo 1.200.pdf

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Tavola 10_ Prospetti nord e sud.pdf

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Tavola 11_ Sezioni verticali AA BB.pdf

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Tavola 13_ Sezione prospettica dd.pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/153796