Castellammare di Stabia’s territory is extremely rich in historical evidence. On the promontory overlooking the modern city, Roman villas witness its ancient splendour dating back to a flourishing past, made of agricultural activities, trade and the high life lived by the inhabitants of the wonderful ancient buildings towering over Varano hill. Our picture is confined to what we can capture and imagine while walking through rooms and around gardens in Villa San Marco and Villa Arianna. The history of ancient Stabiae can tell us so much more, as proven by the documents, and the newest excavations in Villa San Marco. The project for the archaeological area of Villa San Marco was conceived based on this narrative, still interred. It explores two major issues: on one side, the presence of the ancient city, still mostly buried under layers of ashes. On the other side the substructures, as essential element to achieve a prime altitude. This is a typical feature of the Roman villas in their relationship with soil and landscape. We settled the first issue by giving new access to Villa San Marco. This was possible by retrieving the ancient entry on the gravel street crossing the city. Visitors enter the archaeological area after crossing a system composed of tracks and strongly interconnected elements. Areas that have recently been excavated, targeted in a thermal area with an attached peristilio, required a more extensive study including historical analysis, field observation and a detailed survey. The studies themselves and archaeological evidence suggested how to settle the second issue related to the building activity on the edge of the plain. The project considers the issue of substructure by introducing a compact block disclosing its structural function to give support to land and substructure environment and still having a close relation with ruins. In a broader perspective, the project aims to show the full potential of this archaeological area by developing the best way to carry out new excavation and related studies, but giving special attention to the present context where the ruin is situated and acquires new meanings.

Castellammare di Stabia possiede nel suo territorio una ricchezza straordinaria di testimonianze storiche. Sul promontorio che si affaccia sulla città moderna le ville romane testimoniano i fasti di un passato rigoglioso, fatto di attività agricole, scambi commerciali e vita agiata nelle bellissime costruzioni antiche che sovrastano la collina di Varano. La nostra immagine però è limitata a quello che riusciamo a cogliere e immaginare camminando per le stanze e i giardini di villa San Marco e di villa Arianna. La storia dell’antica Stabiae ha però molto di più da narrare e i documenti, quelli borbonici in particolare, e gli ultimi scavi ce lo testimoniano. È da questa narrazione ancora sepolta che nasce il progetto per l’area archeologica di villa San Marco. Esso affronta due temi fondamentali: quello della presenza dell’antica città, per la maggior parte ancora sepolta sotto lo strato di lapilli, e quello della sostruzione, come basamento indispensabile per raggiungere una quota privilegiata, elemento caratterizzante delle ville romane nel loro rapporto col suolo e col paesaggio. Il primo tema è stato risolto recuperando l’antico ingresso alla villa dalla strada di breccia, attraverso un sistema di tracciati e di elementi dalla forte interdipendenza. Per le aree scavate più di recente, individuate in un comparto termale con peristilio annesso, si è reso necessario invece uno studio più approfondito, composto da analisi storiche, osservazioni in situ ed un rilievo abbastanza esteso. Gli studi e le evidenze archeologiche rilevate hanno suggerito il secondo tema affrontato: quello della costruzione sul bordo del pianoro. Il tema della sostruzione si materializza in un blocco compatto, che denuncia la sua funzione strutturale di sostegno del terreno e di ambiente di sostruzione, ma che intrattiene uno stretto rapporto con le rovine. Il progetto vuole mettere in luce le potenzialità dell’area archeologica: suggerendo una strada maestra per l’evoluzione degli scavi e degli studi, ma tenendo in considerazione l’imprescindibile nuovo contesto in cui la rovina si viene a trovare e in cui acquista nuovi significati.

Aree archeologiche e progetto di architettura. Villa San Marco a Stabiae : i tracciati della città e le sostruzioni

GIANFRANCESCHI, DILETTA;SPITERI, SIMONE
2019/2020

Abstract

Castellammare di Stabia’s territory is extremely rich in historical evidence. On the promontory overlooking the modern city, Roman villas witness its ancient splendour dating back to a flourishing past, made of agricultural activities, trade and the high life lived by the inhabitants of the wonderful ancient buildings towering over Varano hill. Our picture is confined to what we can capture and imagine while walking through rooms and around gardens in Villa San Marco and Villa Arianna. The history of ancient Stabiae can tell us so much more, as proven by the documents, and the newest excavations in Villa San Marco. The project for the archaeological area of Villa San Marco was conceived based on this narrative, still interred. It explores two major issues: on one side, the presence of the ancient city, still mostly buried under layers of ashes. On the other side the substructures, as essential element to achieve a prime altitude. This is a typical feature of the Roman villas in their relationship with soil and landscape. We settled the first issue by giving new access to Villa San Marco. This was possible by retrieving the ancient entry on the gravel street crossing the city. Visitors enter the archaeological area after crossing a system composed of tracks and strongly interconnected elements. Areas that have recently been excavated, targeted in a thermal area with an attached peristilio, required a more extensive study including historical analysis, field observation and a detailed survey. The studies themselves and archaeological evidence suggested how to settle the second issue related to the building activity on the edge of the plain. The project considers the issue of substructure by introducing a compact block disclosing its structural function to give support to land and substructure environment and still having a close relation with ruins. In a broader perspective, the project aims to show the full potential of this archaeological area by developing the best way to carry out new excavation and related studies, but giving special attention to the present context where the ruin is situated and acquires new meanings.
GIAMBRUNO, MARIA CRISTINA
PAGANIN, GIANCARLO
PALMA, DANIELE
PETRINI, LORENZA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
6-giu-2020
2019/2020
Castellammare di Stabia possiede nel suo territorio una ricchezza straordinaria di testimonianze storiche. Sul promontorio che si affaccia sulla città moderna le ville romane testimoniano i fasti di un passato rigoglioso, fatto di attività agricole, scambi commerciali e vita agiata nelle bellissime costruzioni antiche che sovrastano la collina di Varano. La nostra immagine però è limitata a quello che riusciamo a cogliere e immaginare camminando per le stanze e i giardini di villa San Marco e di villa Arianna. La storia dell’antica Stabiae ha però molto di più da narrare e i documenti, quelli borbonici in particolare, e gli ultimi scavi ce lo testimoniano. È da questa narrazione ancora sepolta che nasce il progetto per l’area archeologica di villa San Marco. Esso affronta due temi fondamentali: quello della presenza dell’antica città, per la maggior parte ancora sepolta sotto lo strato di lapilli, e quello della sostruzione, come basamento indispensabile per raggiungere una quota privilegiata, elemento caratterizzante delle ville romane nel loro rapporto col suolo e col paesaggio. Il primo tema è stato risolto recuperando l’antico ingresso alla villa dalla strada di breccia, attraverso un sistema di tracciati e di elementi dalla forte interdipendenza. Per le aree scavate più di recente, individuate in un comparto termale con peristilio annesso, si è reso necessario invece uno studio più approfondito, composto da analisi storiche, osservazioni in situ ed un rilievo abbastanza esteso. Gli studi e le evidenze archeologiche rilevate hanno suggerito il secondo tema affrontato: quello della costruzione sul bordo del pianoro. Il tema della sostruzione si materializza in un blocco compatto, che denuncia la sua funzione strutturale di sostegno del terreno e di ambiente di sostruzione, ma che intrattiene uno stretto rapporto con le rovine. Il progetto vuole mettere in luce le potenzialità dell’area archeologica: suggerendo una strada maestra per l’evoluzione degli scavi e degli studi, ma tenendo in considerazione l’imprescindibile nuovo contesto in cui la rovina si viene a trovare e in cui acquista nuovi significati.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/153844