Disused railway stations are now strategic opportunities for urban regeneration for Milan. Their transformation process concerns a time that is not necessarily short, so the Program Agreement signed between the Municipality and the FSI provides that temporary use of these "terrain vagues" is started. In 2018, an agreement was signed in this sense for the "Ex Squadra Rialzo" of the Porta Romana railway yard: these are former industrial buildings dating back in part to the early 1900s and for decades in a state of neglect. The area is located in an urban context characterized by recent redevelopment interventions, first of all the pioneering one of the Fondazione Prada, thanks to which a real positive recovery phase has been triggered for the area. However, the neighborhood - by virtue of its original logistical and productive nature - is strongly marked by the lack of places for gathering and socializing. The thesis work therefore investigates the possibility of returning the place to people by reasoning in terms of freely accessible public space where they can "do everything or do nothing", where they can pass, stop, be together, meet things to do. The recycling project is also offered as a tool to avoid potential gentrification phenomena, through the total availability of its external and internal spaces to be lived by all social categories, thanks to the offer of an inactive and dynamic activity program. With the theory of inoperativity, Agamben maintains that "the work" does not simply coincide with the finished product, but with the multiplicity of ways that lead to it and that start from it again: in this sense the project does not want to be as a finished work, but rather as an open and free process in favor of an informal, ephemeral, casual or planned spatial reappropriation. The site offers itself as a solution to overcome the status of suspension from reality that characterizes the railway yard, offering man the opportunity to interact with this landscape in an unprecedented way. This happens without establishing precise boundaries, leaving the limit between present intervention and future transformations in suspension, delegating to the curiosity of the human mind the choice to go more or less far along the paths obtained from the bands of the tracks, which instead seem to be there to say : << Don't stop! >>.

Gli scali ferroviari dismessi rappresentano oggi occasioni strategiche di rigenerazione urbana per Milano. Il loro processo di trasformazione riguarda un tempo necessariamente non breve, per cui l’Accordo di Programma sottoscritto fra Comune e FSI prevede che vengano avviate fasi di uso temporaneo di tali “terrain vagues”. Nel 2018 viene stipulata una convenzione in tal senso per la “Ex Squadra Rialzo” dello scalo di Porta Romana: si tratta di ex fabbricati industriali risalenti in parte ai primi anni del ‘900 e da decenni in stato di abbandono. L’area si trova in un contesto urbano connotato da recenti interventi di riqualificazione, primo fra tutti quello pionieristico di Fondazione Prada, grazie al quale si è innescato una vera fase di rilancio positivo per la zona. Tuttavia, il quartiere - in virtù della sua originaria natura logistica e produttiva – risulta fortemente segnato dalla carenza di luoghi di aggregazione e socializzazione. Il lavoro di tesi indaga dunque la possibilità di restituire il luogo alle persone ragionando in termini di spazio pubblico liberamente accessibile in cui poter “far tutto o non fare niente”, in cui poter passare, fermarsi, stare insieme, incontrare cose da fare. Il progetto di riciclo si offre anche come strumento per scongiurare potenziali fenomeni gentrificativi, attraverso la totale disponibilità dei suoi spazi esterni ed interni ad essere vissuti da tutte le categorie sociali, grazie all’offerta di un programma di attività inoperoso e dinamico. Con la teoria dell’inoperosità, Agamben sostiene che “l’opera” non coincide semplicemente con il prodotto finito, bensì con la molteplicità delle vie che conducono ad essa e che da essa di nuovo si dipartono: in tal senso il progetto non vuole porsi come un’opera conclusa, ma piuttosto come un processo aperto e libero a favore di una riappropriazione spaziale informale, effimera, casuale o programmata. Il sito si offre come soluzione per superare lo status di sospensione dalla realtà che caratterizza lo scalo, offrendo all’uomo la possibilità di interloquire con tale paesaggio in modo inedito. Ciò avviene senza stabilire confini precisi, lasciando in sospeso il limite tra intervento presente e trasformazioni future, delegando alla curiosità della mente umana la scelta di spingersi più o meno lontano lungo i sentieri ricavati dalle fasce dei binari, i quali invece sembra siano lì a dire: <>.

Per uno spazio pubblico inoperoso : esperienza di riciclo temporaneo nello scalo di Porta Romana

STAMPINI, ROSSELLA
2018/2019

Abstract

Disused railway stations are now strategic opportunities for urban regeneration for Milan. Their transformation process concerns a time that is not necessarily short, so the Program Agreement signed between the Municipality and the FSI provides that temporary use of these "terrain vagues" is started. In 2018, an agreement was signed in this sense for the "Ex Squadra Rialzo" of the Porta Romana railway yard: these are former industrial buildings dating back in part to the early 1900s and for decades in a state of neglect. The area is located in an urban context characterized by recent redevelopment interventions, first of all the pioneering one of the Fondazione Prada, thanks to which a real positive recovery phase has been triggered for the area. However, the neighborhood - by virtue of its original logistical and productive nature - is strongly marked by the lack of places for gathering and socializing. The thesis work therefore investigates the possibility of returning the place to people by reasoning in terms of freely accessible public space where they can "do everything or do nothing", where they can pass, stop, be together, meet things to do. The recycling project is also offered as a tool to avoid potential gentrification phenomena, through the total availability of its external and internal spaces to be lived by all social categories, thanks to the offer of an inactive and dynamic activity program. With the theory of inoperativity, Agamben maintains that "the work" does not simply coincide with the finished product, but with the multiplicity of ways that lead to it and that start from it again: in this sense the project does not want to be as a finished work, but rather as an open and free process in favor of an informal, ephemeral, casual or planned spatial reappropriation. The site offers itself as a solution to overcome the status of suspension from reality that characterizes the railway yard, offering man the opportunity to interact with this landscape in an unprecedented way. This happens without establishing precise boundaries, leaving the limit between present intervention and future transformations in suspension, delegating to the curiosity of the human mind the choice to go more or less far along the paths obtained from the bands of the tracks, which instead seem to be there to say : << Don't stop! >>.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
6-giu-2020
2018/2019
Gli scali ferroviari dismessi rappresentano oggi occasioni strategiche di rigenerazione urbana per Milano. Il loro processo di trasformazione riguarda un tempo necessariamente non breve, per cui l’Accordo di Programma sottoscritto fra Comune e FSI prevede che vengano avviate fasi di uso temporaneo di tali “terrain vagues”. Nel 2018 viene stipulata una convenzione in tal senso per la “Ex Squadra Rialzo” dello scalo di Porta Romana: si tratta di ex fabbricati industriali risalenti in parte ai primi anni del ‘900 e da decenni in stato di abbandono. L’area si trova in un contesto urbano connotato da recenti interventi di riqualificazione, primo fra tutti quello pionieristico di Fondazione Prada, grazie al quale si è innescato una vera fase di rilancio positivo per la zona. Tuttavia, il quartiere - in virtù della sua originaria natura logistica e produttiva – risulta fortemente segnato dalla carenza di luoghi di aggregazione e socializzazione. Il lavoro di tesi indaga dunque la possibilità di restituire il luogo alle persone ragionando in termini di spazio pubblico liberamente accessibile in cui poter “far tutto o non fare niente”, in cui poter passare, fermarsi, stare insieme, incontrare cose da fare. Il progetto di riciclo si offre anche come strumento per scongiurare potenziali fenomeni gentrificativi, attraverso la totale disponibilità dei suoi spazi esterni ed interni ad essere vissuti da tutte le categorie sociali, grazie all’offerta di un programma di attività inoperoso e dinamico. Con la teoria dell’inoperosità, Agamben sostiene che “l’opera” non coincide semplicemente con il prodotto finito, bensì con la molteplicità delle vie che conducono ad essa e che da essa di nuovo si dipartono: in tal senso il progetto non vuole porsi come un’opera conclusa, ma piuttosto come un processo aperto e libero a favore di una riappropriazione spaziale informale, effimera, casuale o programmata. Il sito si offre come soluzione per superare lo status di sospensione dalla realtà che caratterizza lo scalo, offrendo all’uomo la possibilità di interloquire con tale paesaggio in modo inedito. Ciò avviene senza stabilire confini precisi, lasciando in sospeso il limite tra intervento presente e trasformazioni future, delegando alla curiosità della mente umana la scelta di spingersi più o meno lontano lungo i sentieri ricavati dalle fasce dei binari, i quali invece sembra siano lì a dire: &lt;&gt;.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/153964