La forma del vuoto tra edificio e città. Barrio Imperial, Madrid

Some of the architectures that makes up our cities survives not only physically but also in our memory, beyond their peculiar functions. These buildings have a significant presence within the city because of their form and appearance. By relating themselves with the void and emerging from the uniformity of the surrounding urban fabric, they acquire a certain monumentality, and thus manage to give an identity to the places of which they are a part, becoming landmarks in the urban landscape.   The object of this thesis is to investigate the possibility of designing a public building starting from formal issues, working on the relationship between building and city, in order to allow the building to have a significant position in the urban fabric.   By placing the architectural form at the centre of design research, the functional program becomes secondary, as it is considered ephemeral compared to the lifespan to which architecture can aspire. Not having a strictly defined program becomes the means through which it is possible to create generous spaces that guarantee the possibility of the building changing function and enduring in time.   Interested in investigating these themes in an urban context, we have chosen to work in the city of Madrid, identifying an interstitial void within the fabric of barrio Imperial, a district located between the topographical drop of the historical city's plateau and the Manzanares river. This barrio has had a marginal position in the expansion of the city, following a spontaneous and unplanned growth, which has led to its current morphological fragmentation. Although the barrio is a place that has a certain degree of autonomy with respect to the rest of the city, there are no public buildings inside it that can define a center for the neighbourhood.   The project of this thesis contrasts the morphological fragmentation of the barrio to change the character of this part of the city through a synthetic gesture, capable of giving the neighbourhood a new public space.   After looking at some paradigmatic, historical and contemporary architectures, considered significant for the relationship between the shape of the void, the building and the city, two architectural typologies have been identified to give new shape to the urban void of the project: a linear building, and an autonomous building. The linear building becomes part of the built fabric, giving new shape to an incomplete block. Through this operation, the building regularizes the space in front of it, and working on the theme of repetition, becomes one of the urban backdrops that define the void in which the autonomous building is located. The autonomous building, relating to the void and looking at the loggias of the past, aims to give a new identity to the neighbourhood and to have a relevant position within the city.

Alcune architetture che costruiscono le nostre città sopravvivono fisicamente e nella memoria al di là delle funzioni che ospitano e che hanno ospitato. Questi edifici hanno una presenza significativa all’interno della città grazie alla loro forma. Relazionandosi con il vuoto ed emergendo dall’uniformità del tessuto circostante, essi acquistano una certa monumentalità, e riescono così a dare un’identità ai luoghi di cui fanno parte, diventando dei punti di riferimento nel panorama urbano. Indagare la possibilità di progettare un edificio pubblico a partire da questioni formali, lavorando sul rapporto tra edificio e città affinché quest’ultimo possa avere una posizione di rilievo nel tessuto urbano, è l'obiettivo di questa tesi. Ponendo la forma architettonica al centro della ricerca progettuale, il programma funzionale passa in secondo piano, in quanto considerato effimero rispetto alla durata a cui l’architettura può aspirare. Non avere un programma rigidamente definito diventa il mezzo attraverso cui realizzare spazi generosi che garantiscano all’edificio di poter cambiare funzione e durare nel tempo. Intenzionati ad approfondire questi temi in un contesto urbano, abbiamo scelto di lavorare nella città di Madrid, individuando un vuoto interstiziale all’interno del tessuto di barrio Imperial, quartiere situato tra il dislivello topografico del centro storico e il fiume Manzanares. Questo quartiere ha avuto una posizione marginale nell’espansione della città, seguendo una crescita spontanea e non pianificata, che ne ha determinato l’attuale frammentazione morfologica. Nonostante il barrio sia un luogo che presenta un certo grado di autonomia rispetto al resto della città, al suo interno non sono presenti edifici dal carattere pubblico in grado di definire un centro per il quartiere. Il progetto di questa tesi si oppone alla frammentazione morfologica del barrio per cambiarne il carattere attraverso un gesto sintetico, capace di dare al quartiere un nuovo spazio pubblico e una nuova immagine. Dopo aver preso in esame alcune architetture paradigmatiche, storiche e contemporanee, ritenute significative per il rapporto tra la forma del vuoto, l’edificio e la città, sono state individuate due tipologie architettoniche per dare nuova forma al vuoto urbano di progetto: un edificio in linea, e un edificio autonomo. L’edificio in linea diventa parte del tessuto costruito, dando nuova forma compiuta ad un isolato incompleto. Attraverso questa operazione, l’edificio regolarizza lo spazio davanti a sé, e lavorando sul tema della ripetizione diventa una delle quinte urbane che definiscono il vuoto in cui si situa l’edificio autonomo. Quest’ultimo, relazionandosi con il vuoto e guardando alle logge del passato, mira ad attribuire una nuova identità al quartiere e ad avere una posizione di rilievo all’interno della città.