Abitare nel nuovo Medioevo tecnologico

Today we are witness of a great change in the ways of living compared to a century ago and to understand its meaning and scope on project action we proceed to a reading (limited to European culture from the Middle Ages to today) of the genealogy of living. It is not a spatial analysis of housing or an anlysis of evolution of housing typologies, but it is an analysis of "way" of living resulting from an interaction between the concepts of space, time, sense of self and sense of the public. Reading these categories allows us to define the period of post modernity as a New Technological Middle Ages in the return to a new form of promiscuity of living that generates a new definition of the public/private relationship and becomes a starting point for the formation of a new sense of self. It concludes with a reflection on the project action's direction of project action under mentality of the New Technological Middle Ages. We find a publicity of the private that evokes a return to medieval housing promiscuity and, at the same time, it should not be forgotten that space, time and a solitude sought are the "luxuries" of our society and the categories on which the architect must reflect. The search for comfort has to be pursued no longer through an ordering but holistic project that evaluates the different aspects of a specific context, time, subject and that records a revolution of collective consciousness that takes awareness of the convenience and the need for cooperation that overcomes the selfishness and individualism of the last centuries. A new awareness of the self as an active part of a “we” seems to emerge from the New Technological Middle Ages, an awareness that translates into a new project action that experiences various forms of participatory planning.

Oggi assistiamo ad un grande cambiamento dei modi di abitare rispetto ad un secolo fa e per capirne il significato e la portata sull'agire progettuale procediamo ad una lettura (limitata alla cultura europea dal Medioevo a oggi) della genealogia dell'abitare. Lettura intesa non come analisi spaziale delle abitazioni e quindi come evoluzione delle tipologie abitative, ma dei “modi” di abitare e vivere gli spazi risultanti dall'interazione tra i concetti di spazio, tempo, senso del sé e senso del pubblico. La lettura di queste categorie ci permette di spingerci a definire il periodo della post modernità come Nuovo Medioevo Tecnologico nel ritorno ad una forma di promiscuità dell'abitare che genera una nuova definizione del rapporto pubblico/privato e diventa punto di partenza per la formazione di un nuovo senso del sé. Si conclude quindi con una riflessione sulla direzione dell'agire progettuale figlio della mentalità del Nuovo Medioevo Tecnologico. Se da una parte, infatti, riscontriamo una pubblicizzazione del privato che evoca un ritorno alla promiscuità abitativa medievale, dall'altra non va dimenticato che spazio, tempo e una solitudine ricercata sono i “lussi” della nostra società e le categorie sulle quali il progettista deve riflettere per la ricerca di un comfort da perseguire non più attraverso un progetto di carattere ordinativo, ma secondo un approccio olistico che, nel valutare i diversi aspetti di uno specifico contesto, tempo, soggetto, prenda atto di una rivoluzione della coscienza collettiva che sembra muoversi verso una maggiore consapevolezza della convenienza e della necessità di cooperazione che superi l'egoismo ed individualismo degli ultimi secoli. Una nuova consapevolezza del sé come parte attiva di un noi sembra emergere dal Nuovo Medioevo Tecnologico, una consapevolezza che si traduce in un nuovo agire progettuale che si sperimenta in varie forme di progettazione partecipata alla ricerca di nuove soluzioni spaziali.