All'ombra di Stocchi. Tra arte e architettura

In the moment of full international and Italian development of the phenomenon of postmodernism and then of deconstructivism, Attilio Stocchi has been inspired by Vittoriano Viganò, an eclectic architect with both technical and philosophical thinking, an original language based on the Modern Movement and constructivist hints. Stocchi assumed his characteristics in terms of the use of the structure as a generator of space, of comparison with the surroundings, of technological and morphological research of materials, of the relationship with art, of research of the verticality of architecture as a tension towards. After the academic years, he spent a year in France, getting in touch with the protagonists of a new scenario, a movement in the design culture with the amazing energy of Mitterrand's "les grands travaux" that were changing the face of the cities. Especially, Stocchi was influenced by Claude Parent, who with the oblique function has given a change to the way of conceiving space, introducing the concept of movement, Jean Nouvel, his pupil, who has greatly influenced Stocchi's poetics with respect to many themes, from the relationship with the context and with nature, the play of light and dematerialisation, the conceptual approach to design and professional structuring, and André Bruyère, who transposed the shape of the egg into a skyscraper, as a symbol of primordial creation. One back in Italy, Stocchi approached the world of work in the study of Massimiliano Fuksas and explored the themes of experimentation on matter, form, languages in a perspective of comparison with the visual arts, and develops the first idea of cloud . Immediately afterwards he founded his studio in Milan, in a moment of strong renewal of design at an international level, where he embarked on a path that led him to develop an original methodology, in contact with authors who embraced the different fields of the arts and who influenced and enriched his poetics. In this thesis Vittoriano Viganò, Gio Ponti, Italo Lupi, Achille Castiglioni, Lucio Fontana, Bruno Munari, Tonino Guerra, Mimmo Paladino, Iginio Balderi and Luciano Berio have been the keys to the reading of Stocchi's poetics, each of which is associated with a his project, saved or submerged, influenced by their thinking or born from their collaboration. Following is a compendium of the poetics of the Venetian architect, who deeply investigated his design vision, his experimental research on the word, sound, shadow and light, his dynamic vision of the work, the scientific process as an approach to the project, based on key points such as dialogue with nature as a generator of space, "listening with closed eyes" as listening and dialogue with the context and the client, the game, the light, the name that tells a story, the metamorphosis of matter, the animal soul as essence and principle of movement. A critical and multidisciplinary approach, in continuous dialogue with the other arts. It is analyzed immediately after its architectural production, classifying it in an original way according to five "worlds", form-words as conceptual declinations of objects, of forms that return: crystal, iris, egg, spiral, cloud, each of which are associated with three projects, saved and submerged. There is also a graphic resolution of the entire production in the appendix. Finally, relations with the client, workers and users are treated. A careful and profound look at his entire work, in his shadow.

Nel momento di pieno sviluppo internazionale e in Italia del fenomeno del postmodernismo e poi del decostruttivismo, Attilio Stocchi costruisce la sua formazione accanto a Vittoriano Viganò, architetto eclettico dal pensiero non solo tecnico ma anche filosofico e dal linguaggio originale con radici nel Movimento Moderno e dei sentori costruttivisti. Stocchi ne assume i caratteri in termini di utilizzo della struttura come generatrice di spazio, di confronto con l’intorno, di ricerca tecnologica e morfologica dei materiali, del rapporto con l’arte, di ricerca della verticalità dell’architettura come tensione verso. Dopo gli anni accademici, trascorre un anno in Francia, dove era in atto un ricambio delle forze nella cultura progettuale, con la strepitosa energia de “les grands travaux” di Mitterrand che stavano modificando il volto delle città, a contatto con dei personaggi protagonisti del nuovo scenario. In particolare Claude Parent, che con la funzione obliqua ha dato una svolta al modo di concepire lo spazio, introducendo il concetto di movimento, Jean Nouvel, suo allievo, che ha influenzato enormemente la poetica di Stocchi rispetto a molti temi, dal rapporto col contesto e con la natura, ai giochi di luce e smaterializzazione, all’approccio concettuale al progetto e alla strutturazione professionale, e André Bruyère, che traspone in grattacielo la forma dell’uovo, come simbolo della creazione primordiale. Stocchi, rientrato in Italia, si approccia al mondo del lavoro nello studio di Massimiliano Fuksas, dove approfondisce i temi della sperimentazione sulla materia, sulla forma, sui linguaggi in un’ottica di confronto con le arti visive, e sviluppa la prima idea di nuvola. Subito dopo fonda il suo studio a Milano, in un momento di forte rinnovamento della progettazione a livello internazionale, dove intraprende un cammino che lo porta a sviluppare una metodologia originale, a contatto con autori che abbracciano i diversi campi delle arti e che influenzano e arricchiscono la sua poetica. In questa tesi Vittoriano Viganò, Gio Ponti, Italo Lupi, Achille Castiglioni, Lucio Fontana, Bruno Munari, Tonino Guerra, Mimmo Paladino, Iginio Balderi e Luciano Berio sono raccontati come chiavi di lettura della poetica di Stocchi, ad ognuno dei quali è accostato un suo progetto, salvato o sommerso, influenzato dal pensiero degli stessi o nato da una loro collaborazione. Segue un compendio della poetica dell’architetto veneto, che indaga profondamente la sua visione progettuale, la sua ricerca sperimentale sulla parola, sul suono, sull’ombra e sulla luce, la sua visione dinamica dell’opera, il processo scientifico come approccio al progetto, improntati su punti chiave quali il dialogo con la natura come generatrice di spazio, l’”ascolto ad occhi chiusi” come ascolto e dialogo con il contesto e il committente, il gioco, la luce, il nome che racconta una storia, la metamorfosi della materia, l’anima animale come essenza e principio di movimento. Un approccio critico e multidisciplinare, in continuo dialogo con le altre arti. Si analizza subito dopo la sua produzione architettonica, classificandola in maniera originale secondo cinque “mondi”, parole-forma come declinazioni concettuali di oggetti, di forme che ritornano: cristallo, iride, uovo, spirale, nuvola, ad ognuno dei quali sono associati tre progetti, salvati e sommersi. Si trova poi in appendice una risoluzione grafica dell’intera produzione. Vengono trattate, infine, le relazioni con la committenza, le maestranze e l’utenza. Uno sguardo attento e profondo al suo intero operare, alla sua ombra.