Within the city of Lugano, an emblematic case of a territory, the Ticino area, where urban planning and development have never lived up to the glorious architectural history of the canton, the former slaughterhouse complex, endowed with undoubted architectural and spatial qualities, plays a fundamental role in the process undertaken by the city’s institutions aimed at providing new quality urban spaces at the service of citizens. On the basis of a municipal competition notice, the design experimentation is called “Urban Dialogues”. This title embodies the dual vocation of the process. The literal meaning of the term “dialogues” plays the role of a clear reference to the preliminary investigation, preparatory to the actual design development, which takes the form of direct interviews, whose protagonists are those architects, contemporary interpreters of the discipline in Ticino, who have collected and reinterpreted the legacies of tradition and the strong influences of the masters who traced the path throughout the twentieth century. At the same time, the concept of dialogue, abstract and broadened in its meaning, is a clear reference to a design strategy that, on the strength of the knowledge acquired through the direct comparison mentioned above, lays its foundations on an interscalar approach, aimed at generating a recognizable unitary intervention at the service of the city. The concretization of these intentions sees the light through the declination of the architectural theme of grafting. Linear volumes of new construction generate spatial sequences and hierarchies, new collective public spaces of quality. Minute interventions dialogue more closely with the existing one, redefining its spaces. The two declinations of the same design method are linked, working together to define a system that, while maintaining its vocation as a citadel within the city intact, opens up towards it, ideally setting itself as a model for equipping the city with new valuable urban spaces that improve its quality of life.

Nell’ambito della città di Lugano, caso emblematico di un territorio, quello ticinese, in cui la pianificazione e lo sviluppo urbano non sono mai stati all’altezza della gloriosa storia architettonica del cantone, il complesso dell’ex Macello, dotato di indubbie qualità architettoniche e spaziali, riveste un ruolo fondamentale nel processo intrapreso dalle istituzioni cittadine orientato alla dotazione di nuovi spazi urbani di qualità a servizio dei cittadini. Basandosi su di un bando di concorso comunale, la sperimentazione progettuale è denominata “Dialoghi Urbani”. Tale titolo incarna la duplice vocazione del processo. Il significato letterale del termine “dialoghi” svolge il ruolo di chiaro riferimento all’indagine preliminare, propedeutica allo sviluppo progettuale vero e proprio, che si concretizza sotto forma di interviste dirette, i cui protagonisti sono quegli architetti, interpreti contemporanei della disciplina in territorio ticinese, che hanno raccolto e reinterpretato i lasciti della tradizione e le forti influenze dei maestri che hanno tracciato la via durante tutto il XX secolo. Parallelamente, il concetto di dialogo, astratto ed ampliato nel proprio significato, è un chiaro rimando ad una strategia progettuale che, forte delle conoscenze acquisite tramite il confronto diretto di cui sopra, pone le proprie basi su un approccio interscalare, volto alla generazione di un intervento unitario riconoscibile a servizio della città. La concretizzazione di tali intenti vede la luce tramite la declinazione del tema architettonico dell’innesto. Volumi lineari di nuova costruzione generano sequenze e gerarchie spaziali, nuovi spazi pubblici collettivi di qualità. Interventi minuti dialogano più da vicino con l’esistente, risignificandone gli spazi. Le due declinazioni dello stesso metodo progettuale si legano, lavorando insieme alla definizione di un sistema che, pur mantenendo intatta la propria vocazione di cittadella all’interno della città, si apre verso la stessa, ponendosi idealmente come modello per dotare la città di nuovi spazi urbani di pregio che ne migliorino le qualità di vita.

Dialoghi urbani. Riqualificazione e ampliamento del complesso dell'ex macello di Lugano

Bachmann, Ludovica;Capetti, Alessandro;Gadda, Flora
2019/2020

Abstract

Within the city of Lugano, an emblematic case of a territory, the Ticino area, where urban planning and development have never lived up to the glorious architectural history of the canton, the former slaughterhouse complex, endowed with undoubted architectural and spatial qualities, plays a fundamental role in the process undertaken by the city’s institutions aimed at providing new quality urban spaces at the service of citizens. On the basis of a municipal competition notice, the design experimentation is called “Urban Dialogues”. This title embodies the dual vocation of the process. The literal meaning of the term “dialogues” plays the role of a clear reference to the preliminary investigation, preparatory to the actual design development, which takes the form of direct interviews, whose protagonists are those architects, contemporary interpreters of the discipline in Ticino, who have collected and reinterpreted the legacies of tradition and the strong influences of the masters who traced the path throughout the twentieth century. At the same time, the concept of dialogue, abstract and broadened in its meaning, is a clear reference to a design strategy that, on the strength of the knowledge acquired through the direct comparison mentioned above, lays its foundations on an interscalar approach, aimed at generating a recognizable unitary intervention at the service of the city. The concretization of these intentions sees the light through the declination of the architectural theme of grafting. Linear volumes of new construction generate spatial sequences and hierarchies, new collective public spaces of quality. Minute interventions dialogue more closely with the existing one, redefining its spaces. The two declinations of the same design method are linked, working together to define a system that, while maintaining its vocation as a citadel within the city intact, opens up towards it, ideally setting itself as a model for equipping the city with new valuable urban spaces that improve its quality of life.
CAPSONI, ANTONIO
FRADEGRADA , ANDREA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
24-lug-2020
2019/2020
Nell’ambito della città di Lugano, caso emblematico di un territorio, quello ticinese, in cui la pianificazione e lo sviluppo urbano non sono mai stati all’altezza della gloriosa storia architettonica del cantone, il complesso dell’ex Macello, dotato di indubbie qualità architettoniche e spaziali, riveste un ruolo fondamentale nel processo intrapreso dalle istituzioni cittadine orientato alla dotazione di nuovi spazi urbani di qualità a servizio dei cittadini. Basandosi su di un bando di concorso comunale, la sperimentazione progettuale è denominata “Dialoghi Urbani”. Tale titolo incarna la duplice vocazione del processo. Il significato letterale del termine “dialoghi” svolge il ruolo di chiaro riferimento all’indagine preliminare, propedeutica allo sviluppo progettuale vero e proprio, che si concretizza sotto forma di interviste dirette, i cui protagonisti sono quegli architetti, interpreti contemporanei della disciplina in territorio ticinese, che hanno raccolto e reinterpretato i lasciti della tradizione e le forti influenze dei maestri che hanno tracciato la via durante tutto il XX secolo. Parallelamente, il concetto di dialogo, astratto ed ampliato nel proprio significato, è un chiaro rimando ad una strategia progettuale che, forte delle conoscenze acquisite tramite il confronto diretto di cui sopra, pone le proprie basi su un approccio interscalare, volto alla generazione di un intervento unitario riconoscibile a servizio della città. La concretizzazione di tali intenti vede la luce tramite la declinazione del tema architettonico dell’innesto. Volumi lineari di nuova costruzione generano sequenze e gerarchie spaziali, nuovi spazi pubblici collettivi di qualità. Interventi minuti dialogano più da vicino con l’esistente, risignificandone gli spazi. Le due declinazioni dello stesso metodo progettuale si legano, lavorando insieme alla definizione di un sistema che, pur mantenendo intatta la propria vocazione di cittadella all’interno della città, si apre verso la stessa, ponendosi idealmente come modello per dotare la città di nuovi spazi urbani di pregio che ne migliorino le qualità di vita.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/164330