Temporary architecture as a tool to revitalized disused places, through the case study of Paris former circular railway

Although the idea of a “temporary approach” to producing urban interventions has become more popular over the last decades, cities have always evolved through organic, additive processes. However, the industrial revolution marked a turning point in changing the cities’ dynamic, inducing an increase in regulations on temporary use and thus a decline of open-air markets and the overall vitality of the “sidewalk ballet” celebrated by Jane Jacobs. Later, as western cities shift from center of production to center of consumption, their spatial and social structure changed. Industrial restructuring as well as uncertainty of economic crisis and technical changes led to an increase of vacant and derelict land and buildings. In addition, it also enabled more flexible work practices, social innovation and cultural movements (Bishop and Williams, 2012). Within this context, empty land became the breeding grounds for the creative class, the site of vibrant cultural experiments (Philip Oswalt, 2013). It was made possible for a wide range of actors to participate in transforming the city through resourceful tactical approaches. In order to regenerate the neglected sites within the urban fabric, a variety of ephemeral urban uses embracing community initiatives have grown rapidly. This rise of short term events’ number, in particular temporary constructions and use of space, has become known as temporary urbanism (Ali Madanipour, 2017). It appears indeed to be a more flexible, resource-efficient and inclusive approach to urban planning as well as a key to the challenge of urban development and regeneration. This research aims to present how temporary architecture can be a tool for urban transformation, as a quick alternative to reactivate the urban gap. Temporary use of urban space is widely discussed and practiced already, which makes possible the study of its long-term impact. As a matter of fact, temporary constructions act not only as a planning tool for the short term but also as a motivator for planning procedure (Tina Saaby, 2011). The study will be on their usage towards a more dynamic, flexible and adaptive urban practice. Moreover, temporary actions will be discussed as part of the creative cities movement, giving rise to creativity among its citizens and providing emotionally satisfying places and experiences for them (David Yencken, 1988). This research is divided in four parts. First, a statement of the neglected areas and amount of spaces in transition in cities as well as an observation of the current planning issues in western countries. Secondly, an analysis of the different types of temporary installations that have already been implemented as guerilla/DIY/tactical/pop-up/insurgent urbanism, their locations’ specific issues, the citizens’ involvement and their immediate effect on the space. In addition, the possible long-term effect of those projects on their neighborhood image and development with the opportunities that could ensue will be discussed. In the third part, Paris’ former circular railway will be presented and analyzed as a vacant and neglected urban area, with its unrevealed potential. This research will be followed in the fourth part by the development of temporary interventions along the former circular railway, designed based on the previous successful case studies and aiming at one specific long term impact.

Approccio temporaneo alla produzione di interventi urbani Sebbene l’idea di un “approccio temporaneo” alla progettazione di interventi di regenerazione urbana sia diventata più popolare negli ultimi decenni, le città si sono sempre evolute attraverso un processo organico e additivo. La rivoluzione industriale ha segnato una svolta nell'evoluzione delle città, introducendo un aumento delle normative sugli usi temporanei e quindi un declino dei mercati all’aperto e della vitalità in generale del “balletto da marciapiede” celebrato da Jane Jacobs.In seguito, con il passaggio delle città occidentali da centri di produzione a centri di consumo, anche la conformazione spaziale e sociale è cambiata. La ristrutturazione del comparto industriale, le fluttuazioni economiche e i cambiamenti tecnologici hanno portato a un aumento di terreni e edifici vuoti e abbandonati. Inoltre, ha anche permesso pratiche di lavoro più flessibili, innovazione sociale e movimenti culturali (Bishop e Williams, 2012). In questo contesto, il terreno vuoto è diventato terreno fertile per la classe creativa, luogo di vibranti esperimenti culturali (Philip Oswalt, 2013). È stato reso possibile a una vasta gamma di attori partecipare alla trasformazione della città attraverso approcci tattici. Al fine di rigenerare i siti in disuso all’interno del tessuto urbano, è cresciuta rapidamente una varietà di usi urbani temporanei che raccolgono in particolare l'interesse di iniziative comunitarie. Questo aumento del numero di eventi temporanei, in particolare le costruzioni e l’uso temporanei dello spazio, è diventato noto come urbanistica temporanea (Ali Madanipour, 2017). In effetti sembra essere un approccio più flessibile, efficiente in termini di risorse e inclusivo alla pianificazione urbana, nonché una chiave di volta per la sfida dello sviluppo e della rigenerazione urbana. Questa ricerca vuole indagare come l’architettura temporanea può essere uno strumento di trasformazione urbana, come alternativa rapida per riattivare il vuoto urbano. L’’uso temporaneo dello spazio urbano è già ampiamente discusso e praticato, il che rende possibile lo studio del suo impatto a lungo termine. Infatti, le costruzioni temporanee agiscono non solo come strumento di pianificazione a breve termine, ma anche come motivazione per la procedura di pianificazione (Tina Saaby, 2011). Lo studio riguarderà il loro utilizzo verso una pratica urbana più dinamica, flessibile e adattabile. Inoltre, le azioni temporanee saranno discusse come parte del movimento del città creative, dando origine alla creatività del cittadini e fornendo loro luoghi ed esperienze emotivamente soddisfacenti (David Yencken, 1988). Il lavoro è diviso in quattro parti. In primo luogo, uno studio delle aree in disuso e della quantità di spazi in transizione nelle città, nonché un’osservazione delle attuali questioni di pianificazione temporanee nei paesi occidentali. In secondo luogo, un’analisi dei diversi tipi di installazioni temporanee che sono già implementate come guerriglia/DIY/tattiche/pop-up/ urbanismo ribelle, delle problematiche specifiche dei luoghi, del coinvolgimento dei cittadini e dei loro effetti immediati sullo spazio. Inoltre, si discuterà del possibile effetto a lungo termine di questi progetti sull’immagine e sullo sviluppo del quartiere con le opportunità che ne potrebbero derivare. Nella terza parte, l’ex ferrovia circolare di Parigi sarà presentata e analizzata come una area urbana vacante e in disuso, con il suo potenziale inedito. Questa ricerca sarà seguita, nella quarta parte, dallo sviluppo di interventi temporanei lungo l’ex ferrovia circolare, progettati sulla base dei precedenti casi di studio di successo e mirati a un impatto specifico a lungo termine.