AiR-Pad was born as the continuation of a project carried out in the academic sphere during the final workshop 2019 “Antico e Nuovo”, final studio of the Master’s degree in Architectural Design and History of the Politecnico di Milano; in that context it was proposed the location for a literary-cafe in an area, now in disuse of Palazzo Ducale di Mantova, in between Santa Barbara’s Square and the Frambus, and it was also developed a temporary exhibition pavilion on top of the same building, overlooking Santa Barbara’s Square. Those elements represent the principles of the evolution of the project, seizing the intention repeatedly expressed by the direction of Palazzo Ducale, placing, into the Casino delle Gaurdie Nobili, a rectangular wing between Piazza Castello, Santa Barbara’s Square and the Magna Domus, a system of Artist’s residences, takes as an opportunity to define a unitary system able to return to an active and innovative use several locals nowadays not used of the Palace, witnessing to the huge historical-cultural importance of these places, simultaneously attended by citizens and tourists. Indeed, Mantova, cradle of the Renaissance and UNESCO heritage, represents the perfect spot where tradition and history can meet the innovation and contemporary art that residences represent nowadays; nominated Italian capital of culture in 2016, into the Gonzaga’s city every year take place several cultura events, as Festivaletteratura, Mantovarchitettura and so on, that increase her attractiveness for different type of artist, becoming for them a place to share and grow. For those reasons, the project expected the placement in the wing of Casino delle Guardie Nobili, today abandoned, a system of artist’s residences, where artists can stay for a variable period of time, due to the artistic program of the Direction of Palazzo Ducale, carring out their activity surrounded by the unique beauty of the Palace and the city of Mantua, giving at the same time new impulse to Piazza Castello. Every artist has a residential module composed by living cell and atelier, that gives him privacy and ensure him autonomy, in system of modular variation and complementary equipment that support and enhance the opportunity of socialization. Depending on his needs, every artists can use the common spaces, as well as temporary works of art storage and exhibition spaces. The location and distribution of the residences has been carefully studied also in relationship with the paths, that are optimal for different uses: different access for artists, services and visitors. In this way has been defined paths opened to the public, that according to the circumstances, can visit the atelier, take place to the realization of an work of art or use specific exhibition areas, all culminating in the temporary exhibition pavilion on the terrace between Santa Barbara’s Square and the Frambus. All the paths have different level of autonomy and connection, resulting fully compatible with the actual dynamic of the museum. Essential is the respect of the place and the interpretation of its historical and compositive elements, thanks to the principles of not-invasiveness and temporariness of interventions: all modules are conceived as independent boxes, insert into the existing structure with a system of perimeter lining made by an autonomous self-supporting frame with few anchor points. On this system are linked all the equipments, fix and movable, useful to the habitability of the residential and work units. Timber constitutes the main material for these interventions, also presents in the structure of the temporary external pavilion, thus being easy achievable and removable. It is sustainable and precast and it is designed to be remove in the future without any print, leaving the facade of the building in front of Santa Barbara inalterate. Being a historical site of extraordinary beauty, first will of the project is to be able to increase and give new life to the spaces involved, with full respect of their external image, using a silent architecture that promotes what it’s already here, without however indulge in an anachronistic stylistic camouflage.

AiR-PaD nasce come continuazione di un’ attività progettuale svolta in ambito accademico durante il final workshop 2019 “Antico e Nuovo”, laboratorio conclusivo del corso di laurea magistrale in Architectural Design and History del Politecnico di Milano; in quell’ambito era stata sviluppata la proposta della collocazione di un caffè-letterario all’interno di un’area del palazzo oggi in disuso frapposto tra piazza Santa Barbara ed il Frambus, nonché di un padiglione espositivo temporaneo sulla sommità del medesimo edificio, prospiciente Piazza Santa Barbara. Questi elementi hanno costituito i principi dell’evoluzione del progetto, qui presentata, dove, cogliendo l’intenzione più volte espressa da parte della direzione di Palazzo Ducale di inserire, all’interno del Casino delle Guardie Nobili, braccio rettangolare ubicato tra Piazza Castello, Piazza Santa Barbara e la Magna Domus, un sistema di residenze d’artista, è stata interpretata come l’opportunità di definire un sistema unitario, in grado di restituire ad un uso attivo ed innovativo numerosi ambienti ad oggi in disuso e poco frequentati del Palazzo, testimoniando così la grandissima importanza storico-culturale di questi luoghi rendendoli, contemporaneamente attrattivi e frequentati, sia dai cittadini che dai turisti. Mantova infatti, culla del Rinascimento e Patrimonio dell’umanità per l’Unesco, rappresenta il luogo ideale dove tradizione e storia possono incontrare la poetica più innovativa e l’arte più contemporanea che caratterizzano, oggi, il fenomeno delle residenze d’artista; oltre ad essere stata nominata Capitale italiana della cultura 2016, la città gonzaghesca ospita annualmente diversi eventi e manifestazioni culturali, come Festivaletteratura e Mantovarchitettura, che aumentano esponenzialmente la sua attrattività per artisti di diverso genere, diventando, per loro, un luogo di scambio e di crescita. Per questi motivi, il progetto prevede la collocazione presso il braccio del Casino delle Guardie Nobili, oggi un’area abbandonata di Palazzo Ducale, una sorta di fondale “passivo” dell’altrettanto poco valorizzata Piazza Castello, di un sistema di residenze per artisti, dove o questi abbiano la possibilità di soggiornare, per un tempo variabile, a seconda dei programmi artistici definiti con la Direzione museale, e soprattutto di svolgere la loro attività, circondati dalla bellezza unica del palazzo e della città mantovana. Ad ogni artista viene messo a disposizione un modulo residenziale composto da una cella abitativa e un atelier, che ne assicurano l’autonomia reciproca in un sistema complessivo di variazioni modulari e di attrezzature complementari che supportano e valorizzano anche l’opportunità di interscambio e socializzazione. A seconda delle sue esigenze, ogni artista può usufruire di spazi comuni, così come di ambienti di collocazione temporanea delle opere e di spazi espositivi dedicati. La collocazione e distribuzione delle residenze d’artista è stata attenta- mente studiata anche in relazione allo sviluppo dei percorsi, che risultano ottimali per le differenti tipologie d’uso: accessi differenziati per artisti, attrezzature e visitatori. In questa maniera sono state definite percorrenze aperte al pubblico (che potrà, a seconda delle circostanze, visitare gli atelier, assistere alla realizzazione delle opere o usufruire di spazi espositivi specifici, culminanti nel padiglione espositivo temporaneo, collocato sul terrazzo dell’edificio tra Piazza S. Barbara e il Frambus. Tutti i percorsi previsti hanno, dunque gradi differenziati di autonomia o interconnessione e risultano perfettamente compatibili con le attuali dinamiche di visita del Complesso museale. Principio fondativo del progetto è il rispetto del luogo e della lettura dei suoi elementi storici e compositivi, attraverso l’applicazione di un principio di non-invasività e di temporaneità degli interventi: tutti i moduli residenza/atelier, infatti, concepiti come scatole indipendenti, inserite negli ambienti pre-esistenti con un sistema di rivestimenti perimetrali a telaio portante autonomo con ridotti punti di ancoraggio, A questi rivestimento fanno capo tutte le attrezzature minime fisse e mobili utili all’abitabilità dell’unità residenziale e quelle funzionali all’attività artistica. Materiale principale di questi interventi è il legno, che si ritrova anche nella struttura del padiglione esterno, che risulta essere così, facilmente realizzabile e smontabile, oltre che dal peso contenuto. Sostenibile e prefabbricata, che non si inserisce in modo irreversibile sul tetto, ma che, anzi, è progettata per essere eventualmente smantellata in futuro senza alterare la facciata dell’edificio in piazza S. Barbara. Trattandosi di un sito storico di straordinaria bellezza, volontà primaria del pro- getto è quella di riuscire a potenziare e ridare valore agli ambienti coinvolti, nel pieno rispetto della loro immagine esterna, attuando la poetica di un’architettura che non fa “rumore”, ma valorizza ciò che di straordinario già c’è in questo luogo in maniera sinergica, senza tuttavia, indulgere in un’anacronistica mimetizzazione stilistica.

Air-pad. Artists in residence at Palazzo Ducale

DORIGO, VIOLA;Rossetti, Silvia
2019/2020

Abstract

AiR-Pad was born as the continuation of a project carried out in the academic sphere during the final workshop 2019 “Antico e Nuovo”, final studio of the Master’s degree in Architectural Design and History of the Politecnico di Milano; in that context it was proposed the location for a literary-cafe in an area, now in disuse of Palazzo Ducale di Mantova, in between Santa Barbara’s Square and the Frambus, and it was also developed a temporary exhibition pavilion on top of the same building, overlooking Santa Barbara’s Square. Those elements represent the principles of the evolution of the project, seizing the intention repeatedly expressed by the direction of Palazzo Ducale, placing, into the Casino delle Gaurdie Nobili, a rectangular wing between Piazza Castello, Santa Barbara’s Square and the Magna Domus, a system of Artist’s residences, takes as an opportunity to define a unitary system able to return to an active and innovative use several locals nowadays not used of the Palace, witnessing to the huge historical-cultural importance of these places, simultaneously attended by citizens and tourists. Indeed, Mantova, cradle of the Renaissance and UNESCO heritage, represents the perfect spot where tradition and history can meet the innovation and contemporary art that residences represent nowadays; nominated Italian capital of culture in 2016, into the Gonzaga’s city every year take place several cultura events, as Festivaletteratura, Mantovarchitettura and so on, that increase her attractiveness for different type of artist, becoming for them a place to share and grow. For those reasons, the project expected the placement in the wing of Casino delle Guardie Nobili, today abandoned, a system of artist’s residences, where artists can stay for a variable period of time, due to the artistic program of the Direction of Palazzo Ducale, carring out their activity surrounded by the unique beauty of the Palace and the city of Mantua, giving at the same time new impulse to Piazza Castello. Every artist has a residential module composed by living cell and atelier, that gives him privacy and ensure him autonomy, in system of modular variation and complementary equipment that support and enhance the opportunity of socialization. Depending on his needs, every artists can use the common spaces, as well as temporary works of art storage and exhibition spaces. The location and distribution of the residences has been carefully studied also in relationship with the paths, that are optimal for different uses: different access for artists, services and visitors. In this way has been defined paths opened to the public, that according to the circumstances, can visit the atelier, take place to the realization of an work of art or use specific exhibition areas, all culminating in the temporary exhibition pavilion on the terrace between Santa Barbara’s Square and the Frambus. All the paths have different level of autonomy and connection, resulting fully compatible with the actual dynamic of the museum. Essential is the respect of the place and the interpretation of its historical and compositive elements, thanks to the principles of not-invasiveness and temporariness of interventions: all modules are conceived as independent boxes, insert into the existing structure with a system of perimeter lining made by an autonomous self-supporting frame with few anchor points. On this system are linked all the equipments, fix and movable, useful to the habitability of the residential and work units. Timber constitutes the main material for these interventions, also presents in the structure of the temporary external pavilion, thus being easy achievable and removable. It is sustainable and precast and it is designed to be remove in the future without any print, leaving the facade of the building in front of Santa Barbara inalterate. Being a historical site of extraordinary beauty, first will of the project is to be able to increase and give new life to the spaces involved, with full respect of their external image, using a silent architecture that promotes what it’s already here, without however indulge in an anachronistic stylistic camouflage.
BORSOTTI, MARCO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
23-lug-2020
2019/2020
AiR-PaD nasce come continuazione di un’ attività progettuale svolta in ambito accademico durante il final workshop 2019 “Antico e Nuovo”, laboratorio conclusivo del corso di laurea magistrale in Architectural Design and History del Politecnico di Milano; in quell’ambito era stata sviluppata la proposta della collocazione di un caffè-letterario all’interno di un’area del palazzo oggi in disuso frapposto tra piazza Santa Barbara ed il Frambus, nonché di un padiglione espositivo temporaneo sulla sommità del medesimo edificio, prospiciente Piazza Santa Barbara. Questi elementi hanno costituito i principi dell’evoluzione del progetto, qui presentata, dove, cogliendo l’intenzione più volte espressa da parte della direzione di Palazzo Ducale di inserire, all’interno del Casino delle Guardie Nobili, braccio rettangolare ubicato tra Piazza Castello, Piazza Santa Barbara e la Magna Domus, un sistema di residenze d’artista, è stata interpretata come l’opportunità di definire un sistema unitario, in grado di restituire ad un uso attivo ed innovativo numerosi ambienti ad oggi in disuso e poco frequentati del Palazzo, testimoniando così la grandissima importanza storico-culturale di questi luoghi rendendoli, contemporaneamente attrattivi e frequentati, sia dai cittadini che dai turisti. Mantova infatti, culla del Rinascimento e Patrimonio dell’umanità per l’Unesco, rappresenta il luogo ideale dove tradizione e storia possono incontrare la poetica più innovativa e l’arte più contemporanea che caratterizzano, oggi, il fenomeno delle residenze d’artista; oltre ad essere stata nominata Capitale italiana della cultura 2016, la città gonzaghesca ospita annualmente diversi eventi e manifestazioni culturali, come Festivaletteratura e Mantovarchitettura, che aumentano esponenzialmente la sua attrattività per artisti di diverso genere, diventando, per loro, un luogo di scambio e di crescita. Per questi motivi, il progetto prevede la collocazione presso il braccio del Casino delle Guardie Nobili, oggi un’area abbandonata di Palazzo Ducale, una sorta di fondale “passivo” dell’altrettanto poco valorizzata Piazza Castello, di un sistema di residenze per artisti, dove o questi abbiano la possibilità di soggiornare, per un tempo variabile, a seconda dei programmi artistici definiti con la Direzione museale, e soprattutto di svolgere la loro attività, circondati dalla bellezza unica del palazzo e della città mantovana. Ad ogni artista viene messo a disposizione un modulo residenziale composto da una cella abitativa e un atelier, che ne assicurano l’autonomia reciproca in un sistema complessivo di variazioni modulari e di attrezzature complementari che supportano e valorizzano anche l’opportunità di interscambio e socializzazione. A seconda delle sue esigenze, ogni artista può usufruire di spazi comuni, così come di ambienti di collocazione temporanea delle opere e di spazi espositivi dedicati. La collocazione e distribuzione delle residenze d’artista è stata attenta- mente studiata anche in relazione allo sviluppo dei percorsi, che risultano ottimali per le differenti tipologie d’uso: accessi differenziati per artisti, attrezzature e visitatori. In questa maniera sono state definite percorrenze aperte al pubblico (che potrà, a seconda delle circostanze, visitare gli atelier, assistere alla realizzazione delle opere o usufruire di spazi espositivi specifici, culminanti nel padiglione espositivo temporaneo, collocato sul terrazzo dell’edificio tra Piazza S. Barbara e il Frambus. Tutti i percorsi previsti hanno, dunque gradi differenziati di autonomia o interconnessione e risultano perfettamente compatibili con le attuali dinamiche di visita del Complesso museale. Principio fondativo del progetto è il rispetto del luogo e della lettura dei suoi elementi storici e compositivi, attraverso l’applicazione di un principio di non-invasività e di temporaneità degli interventi: tutti i moduli residenza/atelier, infatti, concepiti come scatole indipendenti, inserite negli ambienti pre-esistenti con un sistema di rivestimenti perimetrali a telaio portante autonomo con ridotti punti di ancoraggio, A questi rivestimento fanno capo tutte le attrezzature minime fisse e mobili utili all’abitabilità dell’unità residenziale e quelle funzionali all’attività artistica. Materiale principale di questi interventi è il legno, che si ritrova anche nella struttura del padiglione esterno, che risulta essere così, facilmente realizzabile e smontabile, oltre che dal peso contenuto. Sostenibile e prefabbricata, che non si inserisce in modo irreversibile sul tetto, ma che, anzi, è progettata per essere eventualmente smantellata in futuro senza alterare la facciata dell’edificio in piazza S. Barbara. Trattandosi di un sito storico di straordinaria bellezza, volontà primaria del pro- getto è quella di riuscire a potenziare e ridare valore agli ambienti coinvolti, nel pieno rispetto della loro immagine esterna, attuando la poetica di un’architettura che non fa “rumore”, ma valorizza ciò che di straordinario già c’è in questo luogo in maniera sinergica, senza tuttavia, indulgere in un’anacronistica mimetizzazione stilistica.
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