Municipality 7, west of central Milan, is a suburban area, made up by a heterogeneous territory which represents the majority of the city’s green spaces and a consolidated system of sport facilities. If both these characteristics are known, after a more accurate territorial reading a sort of underground force emerge unexpectedly, which is present, but so far potentially unexpressed: the artistic output mainly, but not only, through instinctive and opposing events. In addition to urban raids of street artists, as a matter of fact, there are many organizations and schools which coordinate or host cultural activities, scattered in today’s urban fabric, beside events of spontaneous art. These conditions appear particularly important, considering how much the role of art has successfully consolidated above all in the last twenty years, as an international triggering of social and urban regeneration. The project, which is introduced herein, develops on two complementary levels. The first one defines a diffused artistic network which is achieved connecting and improving the value of different existing ‘souls’ by a mutual coordination, as well as simultaneously involving walls, blind facades, sidewalks, streets, and abandoned places, which regain identity through murals, ground paintings, art installations, in addition to temporary redevelopment projects, like festivals, contests end exhibitions. An ‘extended’ vision of art, which includes as well contemporary and extreme events, like rappers, Parkour practitioners, urban poets, etc, who are more genuinely linked to the core of their own territory. The second planning level, complementary to the first one, intends to identify a physical epicentre for the network: its “beating heart”, a factory of the arts, an open place of social gathering, where it will be possible to propose an immersive and multidisciplinary experience, from learning to producing, from experimentation to fruition. The aim is to intervene in an innovative way on a part of the extended heritage of abandoned buildings in the Municipality, declaring the possibility of a social and architectural recycling. De Montel Stables, a building in liberty style, symbolizing the Milanese horse-racing history, currently in an abandoned condition and strong degradation, immediately proved to be particularly suitable to play this role. Their strong architectural value, still partially legible today, the continuity of interior spaces organized in a sort of close ring, the availability of wide open spaces in the fenced area with the possibility to realize open place events and additional buildings, and finally its position, which is easily reachable yet independent in relation to the surrounding urban fabric. All the above said characteristics turned out to be optimal features for the project. The former Stables show themselves as a 360° creative space: an inviting and accessible to everyone dynamic environment. The design approach doesn’t aim to rebuild the facility in a mimetic way, creating a historical fake, but to show it in its historical stratigraphy, preserving an honest and non-invasive view of the actual condition, after the necessary architectural and structural consolidation works, and integrating it with new interventions capable of expressing a contemporary, explicit, but synergistic language. New volumes, composed by translucent materials, are integrated in the pre-existing colonnaded structures on the ground floor and duplicated on the first floor, where all the pitched roofs and the vertical partitions are no longer present, except for some small portions and some decorative niches of the windows which are all preserved. The same architectural language is suggested again in the two new volumes building made from scratch in the rear portion of the area. During the development of the project a transformation of the Stables into a big luxury spa has started by a private investor, according to a deeply ‘reconstructive’ stylistic principle. This situation is not in contradiction with the project introduced herein which represents an ‘ideal’ counteroffer based on an alternative, and maybe more plausible, approach in conceptual and architectural realization terms. Besides, the overall view of the artistic network provides for its strong "resilient" capacity, where the possible absence of a main core doesn’t invalidate the overall system, because this is based on a net structure able to preserve its functionality, modifying and spreading its activities on all its constitutive poles, involving other abandoned presences which are in the municipality. The founding fundamental of the project is that the arts become opportunity of enhancement, social redemption and construction of a new inner local identity within the city.

Il Municipio 7, ad ovest del centro di Milano, è una zona periferica, costituta da un territorio eterogeneo che presenta la maggiore quantità di spazi verdi della città e un consolidato sistema di impianti sportivi. Se entrambe queste caratteristiche appaiono note, da una più attenta lettura territoriale emerge, inaspettatamente, una sorta di pulsione sotterranea, presente, ma ancora potenzialmente inespressa, alla produzione artistica, soprattutto, ma non solo, attraverso fenomeni spontanei e antagonisti. Oltre alle incursioni urbane degli street artist, infatti, esistono numerose associazioni e scuole che organizzano o ospitano attività culturali, oggi disperse nel tessuto urbano, accanto ai fenomeni di arte spontanea. Queste condizioni appaiono particolarmente importanti, considerando quanto, soprattutto negli ultimi vent’anni, a livello internazionale, si sia affermato e consolidato il ruolo dell’arte come innesco di rigenerazione sociale ed urbana. Il progetto qui presentato si sviluppa, dunque, su due livelli complementari. Il primo definisce un network artistico diffuso, realizzato mettendo in rete e quindi valorizzando attraverso il coordinamento reciproco, le diverse “anime” e presenze già esistenti, nonché, parallelamente, coinvolgendo muri, facciate cieche, marciapiedi, strade, e luoghi abbandonati, che riacquistano identità attraverso murales, pitture a terra, installazioni, oltre a progetti di riqualificazione temporanei, quali festival, contest, esibizioni, allestimenti (tutti ad ampio spettro, in una visione “allargata” dell’arte, che ne comprenda anche i fenomeni contemporanei ed estremi, quali i rapper, i parkour, i poeti urbani, etc., più genuinamente legati all’essenza del proprio territorio) Il secondo livello progettuale, complementare al primo, intende individuare un epicentro fisico per il network: il suo ‘cuore pulsante’, un’officina delle arti, luogo aperto di aggregazione sociale dove proporre un’esperienza immersiva e multidisciplinare, dall’apprendimento alla produzione, dalla sperimentazione alla fruizione. L’intento è anche quello di intervenire in maniera innovativa su una parte del vasto patrimonio di edifici dismessi presenti nella Municipalità, per affermarne la possibilità di un recupero tanto sociale, quanto architettonico. Le Scuderie de Montel, edificio liberty simbolo della storia ippica milanese, attualmente in stato di abbandono e forte degrado, sono subito risultate essere particolarmente adatte a svolgere questo ruolo. La loro forte valenza architettonica – ancora oggi parzialmente leggibile –, la continuità degli spazi interni – disposti in una sorta di anello chiuso –, la disponibilità di ampi spazi aperti compresi nel perimetro recintato – con la possibilità di realizzare eventi all’aperto e ulteriori attrezzature – ed infine la sua posizione facilmente raggiungibile eppure autonoma rispetto al tessuto cittadino circostante si sono rivelate caratteristiche ottimali per il progetto. Le ex Scuderie diventano, dunque, uno spazio creativo a 360 gradi: un ambiente dinamico, ospitale ed accessibile a tutti. L’approccio progettuale non ha l’obiettivo di ricostruire l’edificio in modo mimetico, generando conseguentemente un falso storico, bensì di rivelarlo nella sua stratigrafia storica, preservandone una lettura sincera e non invasiva dello stato attuale – previa le necessarie opere di consolidamento architettonico e strutturale – e integrandolo con nuovi interventi in grado di esprimere un linguaggio contemporaneo, esplicito, ma sinergico. Nuovi volumi costituiti da materiali traslucidi vengono così inseriti all’interno delle strutture porticate preesistenti al piano terreno e duplicati al piano superiore, dove tutte le coperture e le partizioni verticali non sono più presenti, ad eccezione di alcune porzioni minime e delle edicole decorative delle finestre, tutte conservate. Lo stesso linguaggio architettonico viene riproposto in due volumi realizzati ex novo nella porzione posteriore dell’area. Durante lo sviluppo del progetto ha preso avvio l’attuazione, da parte di un investitore privato, della trasformazione delle Scuderie in una grande stazione termale di lusso, secondo un principio stilistico fortemente “ricostruttivo”. Questa situazione non è comunque in contraddizione con il progetto qui presentato che rappresenta una controproposta “ideale” basata su un approccio alla “materia architettonica degradata” alternativo e forse più credibile in termini concettuali e di realizzazione architettonica. Inoltre, la visione complessiva del network artistico prevede una sua forte capacità “resiliente”, dove l’eventuale assenza di un fulcro principale non inficia il sistema complessivo, proprio perché questo è basato su una struttura a rete, in grado di preservarne la funzionalità, modificando e distribuendo le proprie attività su tutti i suoi poli costitutivi, coinvolgendo anche altre presenze dismesse che si trovano nella municipalità. Il principio fondativo del progetto è che le arti diventano occasione di valorizzazione, riscatto sociale e costruzione di una nuova identità territoriale all’interno della città.

L'officina delle arti. Le ex Scuderie De Montel, un epicentro di produzione artistica come nuovo presidio per la valorizzazione di un network territoriale

Traversi, Veronica;Canesi, Laura;Romani, Greta
2019/2020

Abstract

Municipality 7, west of central Milan, is a suburban area, made up by a heterogeneous territory which represents the majority of the city’s green spaces and a consolidated system of sport facilities. If both these characteristics are known, after a more accurate territorial reading a sort of underground force emerge unexpectedly, which is present, but so far potentially unexpressed: the artistic output mainly, but not only, through instinctive and opposing events. In addition to urban raids of street artists, as a matter of fact, there are many organizations and schools which coordinate or host cultural activities, scattered in today’s urban fabric, beside events of spontaneous art. These conditions appear particularly important, considering how much the role of art has successfully consolidated above all in the last twenty years, as an international triggering of social and urban regeneration. The project, which is introduced herein, develops on two complementary levels. The first one defines a diffused artistic network which is achieved connecting and improving the value of different existing ‘souls’ by a mutual coordination, as well as simultaneously involving walls, blind facades, sidewalks, streets, and abandoned places, which regain identity through murals, ground paintings, art installations, in addition to temporary redevelopment projects, like festivals, contests end exhibitions. An ‘extended’ vision of art, which includes as well contemporary and extreme events, like rappers, Parkour practitioners, urban poets, etc, who are more genuinely linked to the core of their own territory. The second planning level, complementary to the first one, intends to identify a physical epicentre for the network: its “beating heart”, a factory of the arts, an open place of social gathering, where it will be possible to propose an immersive and multidisciplinary experience, from learning to producing, from experimentation to fruition. The aim is to intervene in an innovative way on a part of the extended heritage of abandoned buildings in the Municipality, declaring the possibility of a social and architectural recycling. De Montel Stables, a building in liberty style, symbolizing the Milanese horse-racing history, currently in an abandoned condition and strong degradation, immediately proved to be particularly suitable to play this role. Their strong architectural value, still partially legible today, the continuity of interior spaces organized in a sort of close ring, the availability of wide open spaces in the fenced area with the possibility to realize open place events and additional buildings, and finally its position, which is easily reachable yet independent in relation to the surrounding urban fabric. All the above said characteristics turned out to be optimal features for the project. The former Stables show themselves as a 360° creative space: an inviting and accessible to everyone dynamic environment. The design approach doesn’t aim to rebuild the facility in a mimetic way, creating a historical fake, but to show it in its historical stratigraphy, preserving an honest and non-invasive view of the actual condition, after the necessary architectural and structural consolidation works, and integrating it with new interventions capable of expressing a contemporary, explicit, but synergistic language. New volumes, composed by translucent materials, are integrated in the pre-existing colonnaded structures on the ground floor and duplicated on the first floor, where all the pitched roofs and the vertical partitions are no longer present, except for some small portions and some decorative niches of the windows which are all preserved. The same architectural language is suggested again in the two new volumes building made from scratch in the rear portion of the area. During the development of the project a transformation of the Stables into a big luxury spa has started by a private investor, according to a deeply ‘reconstructive’ stylistic principle. This situation is not in contradiction with the project introduced herein which represents an ‘ideal’ counteroffer based on an alternative, and maybe more plausible, approach in conceptual and architectural realization terms. Besides, the overall view of the artistic network provides for its strong "resilient" capacity, where the possible absence of a main core doesn’t invalidate the overall system, because this is based on a net structure able to preserve its functionality, modifying and spreading its activities on all its constitutive poles, involving other abandoned presences which are in the municipality. The founding fundamental of the project is that the arts become opportunity of enhancement, social redemption and construction of a new inner local identity within the city.
GALLETTA, DAVIDE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
24-lug-2020
2019/2020
Il Municipio 7, ad ovest del centro di Milano, è una zona periferica, costituta da un territorio eterogeneo che presenta la maggiore quantità di spazi verdi della città e un consolidato sistema di impianti sportivi. Se entrambe queste caratteristiche appaiono note, da una più attenta lettura territoriale emerge, inaspettatamente, una sorta di pulsione sotterranea, presente, ma ancora potenzialmente inespressa, alla produzione artistica, soprattutto, ma non solo, attraverso fenomeni spontanei e antagonisti. Oltre alle incursioni urbane degli street artist, infatti, esistono numerose associazioni e scuole che organizzano o ospitano attività culturali, oggi disperse nel tessuto urbano, accanto ai fenomeni di arte spontanea. Queste condizioni appaiono particolarmente importanti, considerando quanto, soprattutto negli ultimi vent’anni, a livello internazionale, si sia affermato e consolidato il ruolo dell’arte come innesco di rigenerazione sociale ed urbana. Il progetto qui presentato si sviluppa, dunque, su due livelli complementari. Il primo definisce un network artistico diffuso, realizzato mettendo in rete e quindi valorizzando attraverso il coordinamento reciproco, le diverse “anime” e presenze già esistenti, nonché, parallelamente, coinvolgendo muri, facciate cieche, marciapiedi, strade, e luoghi abbandonati, che riacquistano identità attraverso murales, pitture a terra, installazioni, oltre a progetti di riqualificazione temporanei, quali festival, contest, esibizioni, allestimenti (tutti ad ampio spettro, in una visione “allargata” dell’arte, che ne comprenda anche i fenomeni contemporanei ed estremi, quali i rapper, i parkour, i poeti urbani, etc., più genuinamente legati all’essenza del proprio territorio) Il secondo livello progettuale, complementare al primo, intende individuare un epicentro fisico per il network: il suo ‘cuore pulsante’, un’officina delle arti, luogo aperto di aggregazione sociale dove proporre un’esperienza immersiva e multidisciplinare, dall’apprendimento alla produzione, dalla sperimentazione alla fruizione. L’intento è anche quello di intervenire in maniera innovativa su una parte del vasto patrimonio di edifici dismessi presenti nella Municipalità, per affermarne la possibilità di un recupero tanto sociale, quanto architettonico. Le Scuderie de Montel, edificio liberty simbolo della storia ippica milanese, attualmente in stato di abbandono e forte degrado, sono subito risultate essere particolarmente adatte a svolgere questo ruolo. La loro forte valenza architettonica – ancora oggi parzialmente leggibile –, la continuità degli spazi interni – disposti in una sorta di anello chiuso –, la disponibilità di ampi spazi aperti compresi nel perimetro recintato – con la possibilità di realizzare eventi all’aperto e ulteriori attrezzature – ed infine la sua posizione facilmente raggiungibile eppure autonoma rispetto al tessuto cittadino circostante si sono rivelate caratteristiche ottimali per il progetto. Le ex Scuderie diventano, dunque, uno spazio creativo a 360 gradi: un ambiente dinamico, ospitale ed accessibile a tutti. L’approccio progettuale non ha l’obiettivo di ricostruire l’edificio in modo mimetico, generando conseguentemente un falso storico, bensì di rivelarlo nella sua stratigrafia storica, preservandone una lettura sincera e non invasiva dello stato attuale – previa le necessarie opere di consolidamento architettonico e strutturale – e integrandolo con nuovi interventi in grado di esprimere un linguaggio contemporaneo, esplicito, ma sinergico. Nuovi volumi costituiti da materiali traslucidi vengono così inseriti all’interno delle strutture porticate preesistenti al piano terreno e duplicati al piano superiore, dove tutte le coperture e le partizioni verticali non sono più presenti, ad eccezione di alcune porzioni minime e delle edicole decorative delle finestre, tutte conservate. Lo stesso linguaggio architettonico viene riproposto in due volumi realizzati ex novo nella porzione posteriore dell’area. Durante lo sviluppo del progetto ha preso avvio l’attuazione, da parte di un investitore privato, della trasformazione delle Scuderie in una grande stazione termale di lusso, secondo un principio stilistico fortemente “ricostruttivo”. Questa situazione non è comunque in contraddizione con il progetto qui presentato che rappresenta una controproposta “ideale” basata su un approccio alla “materia architettonica degradata” alternativo e forse più credibile in termini concettuali e di realizzazione architettonica. Inoltre, la visione complessiva del network artistico prevede una sua forte capacità “resiliente”, dove l’eventuale assenza di un fulcro principale non inficia il sistema complessivo, proprio perché questo è basato su una struttura a rete, in grado di preservarne la funzionalità, modificando e distribuendo le proprie attività su tutti i suoi poli costitutivi, coinvolgendo anche altre presenze dismesse che si trovano nella municipalità. Il principio fondativo del progetto è che le arti diventano occasione di valorizzazione, riscatto sociale e costruzione di una nuova identità territoriale all’interno della città.
File allegati
File Dimensione Formato  
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_01.pdf

non accessibile

Dimensione 5.56 MB
Formato Adobe PDF
5.56 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_02.pdf

non accessibile

Dimensione 38.03 MB
Formato Adobe PDF
38.03 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_03.pdf

non accessibile

Dimensione 5.02 MB
Formato Adobe PDF
5.02 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_04.pdf

non accessibile

Dimensione 14.69 MB
Formato Adobe PDF
14.69 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_05.pdf

non accessibile

Dimensione 84.96 MB
Formato Adobe PDF
84.96 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_06.pdf

non accessibile

Dimensione 25.41 MB
Formato Adobe PDF
25.41 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_07.pdf

non accessibile

Dimensione 21.79 MB
Formato Adobe PDF
21.79 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_08.pdf

non accessibile

Dimensione 53.54 MB
Formato Adobe PDF
53.54 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_09.pdf

non accessibile

Dimensione 16.81 MB
Formato Adobe PDF
16.81 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_10.pdf

non accessibile

Dimensione 52.38 MB
Formato Adobe PDF
52.38 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_11.pdf

non accessibile

Dimensione 14.03 MB
Formato Adobe PDF
14.03 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_12.pdf

non accessibile

Dimensione 88.01 MB
Formato Adobe PDF
88.01 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_13.pdf

non accessibile

Dimensione 17.9 MB
Formato Adobe PDF
17.9 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_14.pdf

non accessibile

Dimensione 92.8 MB
Formato Adobe PDF
92.8 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi_15.pdf

non accessibile

Dimensione 73.27 MB
Formato Adobe PDF
73.27 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2020_07_Canesi_Romani_Traversi .pdf

non accessibile

Dimensione 83.2 MB
Formato Adobe PDF
83.2 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/164614