We are used to being guided by street navigation apps such as Google Maps, Waze and Here WeGo, but when we step into a building such as an airport, hospital, public administration office or museum, we have to rely on place signage system trusting that it is updated, in the right places, clearly visible and understandable, and taking into account that we might get lost, taking more time to get to the destination. The variability of the environmental conditions of a large and complex place is almost always an unknown factor, even when we have already been to that place or visited a similar one that logic leads us to think that it is similar. Today a series of indoor positioning systems have been developed, which allow accurate location even in covered places, where GPS does not work, using the local infrastructure, an additional infrastructure, the sensors present in our smartphone, or a set of some of these (sensor fusion). These systems have opened the door to new opportunities, already seized by several developers around the world who have been involved in designing applications that guide users inside buildings. The navigation interface used by these mobile apps emulates those of car navigators by choosing a blue-dot map. Although this type of interface has a moderate success in preventing a person from getting lost, it does not take into account the reference system used by a person who moves on foot and the elements he needs to find his way. In fact, from a cognitive point of view it does not help the individual in developing plausible mental maps, worsening their sense of orientation; the study of mental models and the factors that influence it lead to indicate a navigation mode based on landmarks (landmark-based) as a more suitable support for orientation in covered places. This method is strongly connected to the place and imitates our way of providing and receiving directions: through reference points. Landmarks, being strongly contextualized, act as a counter-test and help us memorize the route, making a landmark-based wayfinding application a useful tool not only not to get lost, but also to improve one's sense of orientation. Digital becomes an opportunity for orientation in public buildings, often subjected to structural changes and to the redistribution of functions, as a support for visitors to improve their experience.

Siamo abituati a farci guidare da applicazioni per la navigazione in strada come Google Maps, Waze e Here WeGo, ma quando arriviamo all’interno di un edificio come un aeroporto, un ospedale, un ufficio di pubblica amministrazione o un museo, dobbiamo affidarci alla segnaletica del luogo confidando nel fatto che sia aggiornata, posta nei punti giusti, ben visibile e comprensibile, e mettendo in conto che è possibile che ci perdiamo, impiegando più tempo per arrivare a destinazione. La variabilità delle condizioni ambientali di un luogo di grandi dimensioni e complessità è quasi sempre un’incognita, anche quando siamo già stati in quel luogo o ne abbiamo visitato uno che ci sembra simile o che la logica ci porti a pensare che sia simile. Oggi sono stati messi a punto una serie di sistemi di indoor positioning, che permettono una localizzazione accurata anche nei luoghi coperti, dove il GPS non arriva, utilizzando l’infrastruttura locale, un’infrastruttura supplementare, i sensori presenti nel nostro smartphone, oppure un insieme di alcuni di questi (sensor fusion). Questi sistemi hanno aperto le porte a nuove opportunità, già colte da numerosi sviluppatori in tutto il mondo che si sono occupati di progettare delle applicazioni che guidano gli utenti all’interno degli edifici. L’interfaccia di navigazione utilizzata da queste applicazioni emula quelle dei navigatori per auto scegliendo una mappa blue-dot. Sebbene questo tipo di interfacce abbia un discreto successo nell’evitare che una persona si perda, non tiene conto del sistema di riferimento utilizzato da una persona che si muove a piedi e degli elementi che necessita per orientarsi. Infatti dal punto di vista cognitivo non aiuta l’individuo nello sviluppo di mappe mentali verosimili, peggiorandone il senso dell’orientamento; lo studio dei modelli mentali e dei fattori che lo influenzano portano ad indicare una modalità di navigazione basata sui punti di riferimento (landmark-based) come un supporto più adatto all’orientamento nei luoghi coperti. Questa modalità è fortemente connessa al luogo e imita il nostro modo di fornire e ricevere indicazioni: tramite l’uso di punti di riferimento. I landmark, essendo fortemente contestualizzati, agiscono da controprova e ci aiutano a memorizzare il percorso, rendendo un’applicazione per il wayfinding landmark-based uno strumento utile non solo a non perdersi, ma anche a migliorare il proprio senso dell’orientamento. Il digitale diventa un’opportunità per l’orientamento negli edifici pubblici, spesso soggetti a cambiamenti strutturali e nella ridistribuzione delle funzioni, come supporto ai visitatori ai fini di migliorarne l’esperienza.

Indoor mobile wayfinding. Un approccio landmark-based alle interfacce di navigazione per orientarsi nei luoghi coperti

MASCETTI, CHIARA
2018/2019

Abstract

We are used to being guided by street navigation apps such as Google Maps, Waze and Here WeGo, but when we step into a building such as an airport, hospital, public administration office or museum, we have to rely on place signage system trusting that it is updated, in the right places, clearly visible and understandable, and taking into account that we might get lost, taking more time to get to the destination. The variability of the environmental conditions of a large and complex place is almost always an unknown factor, even when we have already been to that place or visited a similar one that logic leads us to think that it is similar. Today a series of indoor positioning systems have been developed, which allow accurate location even in covered places, where GPS does not work, using the local infrastructure, an additional infrastructure, the sensors present in our smartphone, or a set of some of these (sensor fusion). These systems have opened the door to new opportunities, already seized by several developers around the world who have been involved in designing applications that guide users inside buildings. The navigation interface used by these mobile apps emulates those of car navigators by choosing a blue-dot map. Although this type of interface has a moderate success in preventing a person from getting lost, it does not take into account the reference system used by a person who moves on foot and the elements he needs to find his way. In fact, from a cognitive point of view it does not help the individual in developing plausible mental maps, worsening their sense of orientation; the study of mental models and the factors that influence it lead to indicate a navigation mode based on landmarks (landmark-based) as a more suitable support for orientation in covered places. This method is strongly connected to the place and imitates our way of providing and receiving directions: through reference points. Landmarks, being strongly contextualized, act as a counter-test and help us memorize the route, making a landmark-based wayfinding application a useful tool not only not to get lost, but also to improve one's sense of orientation. Digital becomes an opportunity for orientation in public buildings, often subjected to structural changes and to the redistribution of functions, as a support for visitors to improve their experience.
ARC III - Scuola del Design
29-apr-2020
2018/2019
Siamo abituati a farci guidare da applicazioni per la navigazione in strada come Google Maps, Waze e Here WeGo, ma quando arriviamo all’interno di un edificio come un aeroporto, un ospedale, un ufficio di pubblica amministrazione o un museo, dobbiamo affidarci alla segnaletica del luogo confidando nel fatto che sia aggiornata, posta nei punti giusti, ben visibile e comprensibile, e mettendo in conto che è possibile che ci perdiamo, impiegando più tempo per arrivare a destinazione. La variabilità delle condizioni ambientali di un luogo di grandi dimensioni e complessità è quasi sempre un’incognita, anche quando siamo già stati in quel luogo o ne abbiamo visitato uno che ci sembra simile o che la logica ci porti a pensare che sia simile. Oggi sono stati messi a punto una serie di sistemi di indoor positioning, che permettono una localizzazione accurata anche nei luoghi coperti, dove il GPS non arriva, utilizzando l’infrastruttura locale, un’infrastruttura supplementare, i sensori presenti nel nostro smartphone, oppure un insieme di alcuni di questi (sensor fusion). Questi sistemi hanno aperto le porte a nuove opportunità, già colte da numerosi sviluppatori in tutto il mondo che si sono occupati di progettare delle applicazioni che guidano gli utenti all’interno degli edifici. L’interfaccia di navigazione utilizzata da queste applicazioni emula quelle dei navigatori per auto scegliendo una mappa blue-dot. Sebbene questo tipo di interfacce abbia un discreto successo nell’evitare che una persona si perda, non tiene conto del sistema di riferimento utilizzato da una persona che si muove a piedi e degli elementi che necessita per orientarsi. Infatti dal punto di vista cognitivo non aiuta l’individuo nello sviluppo di mappe mentali verosimili, peggiorandone il senso dell’orientamento; lo studio dei modelli mentali e dei fattori che lo influenzano portano ad indicare una modalità di navigazione basata sui punti di riferimento (landmark-based) come un supporto più adatto all’orientamento nei luoghi coperti. Questa modalità è fortemente connessa al luogo e imita il nostro modo di fornire e ricevere indicazioni: tramite l’uso di punti di riferimento. I landmark, essendo fortemente contestualizzati, agiscono da controprova e ci aiutano a memorizzare il percorso, rendendo un’applicazione per il wayfinding landmark-based uno strumento utile non solo a non perdersi, ma anche a migliorare il proprio senso dell’orientamento. Il digitale diventa un’opportunità per l’orientamento negli edifici pubblici, spesso soggetti a cambiamenti strutturali e nella ridistribuzione delle funzioni, come supporto ai visitatori ai fini di migliorarne l’esperienza.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/164820