The research topic of this Master thesis is the Ospedale Maggiore of Milan, also known as “Ca ’Granda”, a historic building that from hospital turned into the home of Milan’s university better known as Università degli Studi di Milano. At the behest of Duke Francesco Sforza the construction of the hospital began in 1459, based on a design by the Tuscan architect Antonio Averlino, known as il Filarete, who worked there from 1456 to 1465. Despite the author's desertion of the construction site, the endeavour preserved the Filaretian concepts over time, some evidences of which are still visible today, since the architect Liliana Grassi found them during the post-war preservations. In particular, Grassi deepened her knowledge of the building and tried to understand the Filaretian project by reading the Filarete’ s Trattato di Architettura, in which the architect's program was meticulously described. Among all the hospital complex, marked by a wide evolution and by interventions that took place between the fifteenth and twentieth centuries, attention is paid to the oldest portion: il Quadrilatero filaretiano. This thesis work has been carried out starting from the analysis of the bibliographic sources and documents available, focusing then on the cloisters of the Filaretian cruise, with particular regard to the first of the courtyards built: il Cortile della “Farmacia” (1463- 67). This setting was the starting point of an investigation developed both along the doubleporches and along the walls, which retain the traces of an alleged porch preceding it. The latter portico will be one of the main themes of the research - since when Liliana Grassi identified it during the measurements of the twentieth century - considering it as an evidence of the portico built by Filarete. In support of this dissertation there are important measurement processes conducted during the Laboratorio di Restauro Architettonico (2011-17), held by professors Rebecca Fant and Daniela Oreni, which resulted in the acquisition of a large amount of data and information. Their processing took place through the laser scanner technology and data elaboration softwares methods, in order to obtain information rich drawings that allowed a precise evaluation both from a geometric and dimensional point of view of the quadrilateral. Therefore, a reflection on the configuration was carried out on the basis of the analogies found in these drawings, in Filarete’s sketches and indications and together with the comparison with past illustrations and archival documents. An interpretative hypothesis was formulated starting from the detected stratigraphic signs, in order to suggest how the creator of the “Ca’ Granda” imagined the portico system along the courtyards of the Crociera. After defining the chronology of the works of the western quadrilateral and the authors who were involved in its construction, a careful reading of the configuration of the Cortile della “Farmacia”, combined with the consultation of the available sources, inspired new structural, distributive and functional reflections, leading to a hypothetical articulation and theoretical functioning of hospital spaces. The second theme developed pertain to the decorative elements of the fifteenth-century quadrilateral, focusing in particular on the intriguing case of the arcate graffite located in the Cortile della “Farmacia”. Previously some reflections have been proposed on the terracotta decorative systems that characterize two fronts of the quadrilateral, an example of painted architecture and some banded decorations that cover the intrados of several openings in the courtyards. There is limited information regarding the hospital’s only graffiti plaster, still leaving a question about the author and the time of realization. Having the opportunity to deepen the studies on the construction, the essay introduces a specific iconographic comparison with the similar decorative systems that adorn the bronze door of S. Pietro di Filarete, the facades of the Chiesa della Certosa di Pavia and of the Cappella Colleoni in Bergamo, as well as the Bramante’s tribune of the Church of Santa Maria delle Grazie, in order to provide a dating scheme of the engravings of the Ospedale Maggiore. Research continued through the study of the decorative systems, drawing up a series of maintenance operations on the plaster surfaces of the Cortile della “Farmacia” and then observing the condition of the courtyard before and after the last restoration work, which occurred more than ten years ago. The purpose of this section was to underline the need for planned conservation that can guarantee the protection of the building over time. At the end of this thesis work, the last topic addressed is the possible dissemination of the research results by enhancing the exhibition itinerary already arranged in 2014. With such intervention strategy, together with the other topics deepened by the research, this essay aims at underlining the importance of knowing and sharing the complex peculiar traits, ensuring also the constant preservation of the construction itself. The hope is that this work can contribute to further research on the building and inspire new horizons for future studies that will strengthen the importance of the ancient complex of the Ospedale Maggiore.

La ricerca qui presentata ha come oggetto di studio l’Ospedale Maggiore di Milano, noto anche come “Ca’ Granda”, edificio storico che da ricovero si trasformò nella sede universitaria più conosciuta come l’Università degli Studi di Milano. Per volere del Duca Francesco Sforza l’edificazione dell’ospedale ebbe inizio nel 1459, su disegno dell’architetto toscano Antonio Averlino, detto il Filarete, che vi lavorò dal 1456 al 1465. Nonostante l’abbandono del cantiere da parte dell’autore, l’opera nel tempo conservò la concezione filaretiana, di cui ancora oggi sono visibili alcune testimonianze che l’architetto Liliana Grassi rilevò in occasione dei restauri post-bellici. In particolare la Grassi approfondì la conoscenza del fabbricato e cercò di comprende il progetto filaretiano attraverso la lettura del Trattato di Architettura di Filarete, in cui il programma dell’architetto fu meticolosamente descritto. Di tutto il complesso ospedaliero, segnato da un’ampia evoluzione e da interventi che si svolsero tra il XV e il XX secolo, si vuole porre l’attenzione nei confronti della porzione più antica: il Quadrilatero filateriano. Il lavoro proposto si è svolto a partire dall’analisi delle fonti bibliografiche e dei documenti a disposizione, focalizzando poi l’attenzione sui chiostri della Crociera filaretiana, con particolare riguardo per il primo tra i cortili a es- sere costruito: il Cortile della “Farmacia” (1463-67). Questi luoghi sono stati il punto di partenza di un’indagine sviluppata sia lungo il doppio sistema porticato sia lungo le mura che conservano le tracce di un presunto portichetto a esso precedente. Quest’ultimo sarà uno dei temi al centro della ricerca, a partire da quando Liliana Grassi riconobbe i segni stratigrafici durante le campagne di rilievo novecentesche, considerandoli come testimonianza del portico costruito da Filarete. A supporto della tesi, vi sono le campagne di rilievo condotte durante il Laboratorio di Restauro Architettonico (2011-17), tenuto dalle docenti Rebecca Fant e Daniela Oreni, che hanno permesso l’acquisizione di una numerosa quantità di dati e informazioni. La loro elaborazione è avvenuta attraverso i metodi della tecnologia laser scanner e dei software di restituzione dei dati, grazie a cui è stato possibile ottenere disegni ricchi d’informazioni che hanno permesso una precisa valutazione sia dal punto di vista geometrico sia formale del quadrilatero. Sulla base delle analogie riscontrate tra gli elaborati ottenuti, i disegni di Filarete e le sue indicazioni, insieme al confronto con i disegni del passato e i documenti d’archivio, si sono poste le basi teoriche per una riflessione sulla configurazione. A partire dai segni stratigrafici rilevati è stata formulata un’ipotesi che, seppur interpretativa, può restituirci un'idea di come Filarete immaginò il sistema porticato lungo i cortili della Crociera. Consolidata la cronologia delle opere del quadrilatero occidentale e gli autori che furono coinvolti nella sua costruzione, un’attenta lettura della configurazione del Cortile della “Farmacia”, combinata con la consultazione delle fonti a disposizione, ha permesso di avanzare nuove riflessioni di tipo strutturale, distributivo e funzionale, suggerendo un’ipotetica articolazione e ideale funzionamento degli spazi ospedalieri. A seguire il secondo tema sviluppato ha coinvolto gli apparati decorativi del quadrilatero quattrocentesco, con maggior riguardo per il curioso caso delle arcate graffite che trovano sede presso il Cortile della “Farmacia”. Inizialmente si sono proposte alcune riflessioni sugli apparati decorativi in terracotta che caratterizzano due fronti del quadrilatero, un caso di architettura dipinta e alcune decorazioni a fasce che rivestono l’imbotte di più aperture dei cortili. Per gli unici intonaci a graffito dell’ospedale si hanno limitate notizie, lasciando tuttora un interrogativo circa l’esecutore e l’epoca di realizzazione. Con l’occasione di approfondire gli studi sulla fabbrica, si è colta quindi l’opportunità per proporre un mirato confronto iconografico con gli analoghi apparati decorativi che ornano la Porta bronzea di S. Pietro di Filarete, le facciate della Chiesa della Certosa di Pavia e della Cappella Colleoni a Bergamo, insieme alla tribuna bramantesca della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, allo scopo di fornire un’ipotesi interpretativa dell’opera incisa dell’Ospedale Maggiore. La ricerca è proseguita con l’approfondimento sugli apparati decorativi, stilando un rendiconto delle operazioni di manutenzione sulle superfici del Cortile della “Farmacia” e andando poi a registrare lo stato del cortile prima e dopo l’ultimo intervento di restauro conservativo, avvenuto più di dieci anni fa. Scopo del lavoro è stato sottolineare l’esigenza di una conservazione programmata che possa garantire nel tempo la salvaguardia del manufatto. A chiusura del lavoro di tesi, l’ultimo tema trattato vede una proposta per una diffusione dei risultati di ricerca potenziando il percorso di valorizzazione e divulgazione già predisposto nel 2014. Con questo programma d’intervento e le restanti tematiche approfondite, si vuole sottolineare l’importanza della conoscenza e trasmissione del complesso, garantite anche da una costante tutela dello stesso. L’auspicio è che l’attività di lavoro svolta possa contribuire a mantenere un dialogo aperto con l'edificio e aprire nuovi orizzonti per studi futuri, in cui venga nuovamente riconosciuta l’importanza dell’antico complesso dell’Ospedale Maggiore.

L'Ospedale Maggiore di Milano. Considerazioni a partire da una ri-lettura delle tracce della Crociera filaretiana

LADDAGA, CHIARA MARIA
2018/2019

Abstract

The research topic of this Master thesis is the Ospedale Maggiore of Milan, also known as “Ca ’Granda”, a historic building that from hospital turned into the home of Milan’s university better known as Università degli Studi di Milano. At the behest of Duke Francesco Sforza the construction of the hospital began in 1459, based on a design by the Tuscan architect Antonio Averlino, known as il Filarete, who worked there from 1456 to 1465. Despite the author's desertion of the construction site, the endeavour preserved the Filaretian concepts over time, some evidences of which are still visible today, since the architect Liliana Grassi found them during the post-war preservations. In particular, Grassi deepened her knowledge of the building and tried to understand the Filaretian project by reading the Filarete’ s Trattato di Architettura, in which the architect's program was meticulously described. Among all the hospital complex, marked by a wide evolution and by interventions that took place between the fifteenth and twentieth centuries, attention is paid to the oldest portion: il Quadrilatero filaretiano. This thesis work has been carried out starting from the analysis of the bibliographic sources and documents available, focusing then on the cloisters of the Filaretian cruise, with particular regard to the first of the courtyards built: il Cortile della “Farmacia” (1463- 67). This setting was the starting point of an investigation developed both along the doubleporches and along the walls, which retain the traces of an alleged porch preceding it. The latter portico will be one of the main themes of the research - since when Liliana Grassi identified it during the measurements of the twentieth century - considering it as an evidence of the portico built by Filarete. In support of this dissertation there are important measurement processes conducted during the Laboratorio di Restauro Architettonico (2011-17), held by professors Rebecca Fant and Daniela Oreni, which resulted in the acquisition of a large amount of data and information. Their processing took place through the laser scanner technology and data elaboration softwares methods, in order to obtain information rich drawings that allowed a precise evaluation both from a geometric and dimensional point of view of the quadrilateral. Therefore, a reflection on the configuration was carried out on the basis of the analogies found in these drawings, in Filarete’s sketches and indications and together with the comparison with past illustrations and archival documents. An interpretative hypothesis was formulated starting from the detected stratigraphic signs, in order to suggest how the creator of the “Ca’ Granda” imagined the portico system along the courtyards of the Crociera. After defining the chronology of the works of the western quadrilateral and the authors who were involved in its construction, a careful reading of the configuration of the Cortile della “Farmacia”, combined with the consultation of the available sources, inspired new structural, distributive and functional reflections, leading to a hypothetical articulation and theoretical functioning of hospital spaces. The second theme developed pertain to the decorative elements of the fifteenth-century quadrilateral, focusing in particular on the intriguing case of the arcate graffite located in the Cortile della “Farmacia”. Previously some reflections have been proposed on the terracotta decorative systems that characterize two fronts of the quadrilateral, an example of painted architecture and some banded decorations that cover the intrados of several openings in the courtyards. There is limited information regarding the hospital’s only graffiti plaster, still leaving a question about the author and the time of realization. Having the opportunity to deepen the studies on the construction, the essay introduces a specific iconographic comparison with the similar decorative systems that adorn the bronze door of S. Pietro di Filarete, the facades of the Chiesa della Certosa di Pavia and of the Cappella Colleoni in Bergamo, as well as the Bramante’s tribune of the Church of Santa Maria delle Grazie, in order to provide a dating scheme of the engravings of the Ospedale Maggiore. Research continued through the study of the decorative systems, drawing up a series of maintenance operations on the plaster surfaces of the Cortile della “Farmacia” and then observing the condition of the courtyard before and after the last restoration work, which occurred more than ten years ago. The purpose of this section was to underline the need for planned conservation that can guarantee the protection of the building over time. At the end of this thesis work, the last topic addressed is the possible dissemination of the research results by enhancing the exhibition itinerary already arranged in 2014. With such intervention strategy, together with the other topics deepened by the research, this essay aims at underlining the importance of knowing and sharing the complex peculiar traits, ensuring also the constant preservation of the construction itself. The hope is that this work can contribute to further research on the building and inspire new horizons for future studies that will strengthen the importance of the ancient complex of the Ospedale Maggiore.
FANT, REBECCA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
6-giu-2020
2018/2019
La ricerca qui presentata ha come oggetto di studio l’Ospedale Maggiore di Milano, noto anche come “Ca’ Granda”, edificio storico che da ricovero si trasformò nella sede universitaria più conosciuta come l’Università degli Studi di Milano. Per volere del Duca Francesco Sforza l’edificazione dell’ospedale ebbe inizio nel 1459, su disegno dell’architetto toscano Antonio Averlino, detto il Filarete, che vi lavorò dal 1456 al 1465. Nonostante l’abbandono del cantiere da parte dell’autore, l’opera nel tempo conservò la concezione filaretiana, di cui ancora oggi sono visibili alcune testimonianze che l’architetto Liliana Grassi rilevò in occasione dei restauri post-bellici. In particolare la Grassi approfondì la conoscenza del fabbricato e cercò di comprende il progetto filaretiano attraverso la lettura del Trattato di Architettura di Filarete, in cui il programma dell’architetto fu meticolosamente descritto. Di tutto il complesso ospedaliero, segnato da un’ampia evoluzione e da interventi che si svolsero tra il XV e il XX secolo, si vuole porre l’attenzione nei confronti della porzione più antica: il Quadrilatero filateriano. Il lavoro proposto si è svolto a partire dall’analisi delle fonti bibliografiche e dei documenti a disposizione, focalizzando poi l’attenzione sui chiostri della Crociera filaretiana, con particolare riguardo per il primo tra i cortili a es- sere costruito: il Cortile della “Farmacia” (1463-67). Questi luoghi sono stati il punto di partenza di un’indagine sviluppata sia lungo il doppio sistema porticato sia lungo le mura che conservano le tracce di un presunto portichetto a esso precedente. Quest’ultimo sarà uno dei temi al centro della ricerca, a partire da quando Liliana Grassi riconobbe i segni stratigrafici durante le campagne di rilievo novecentesche, considerandoli come testimonianza del portico costruito da Filarete. A supporto della tesi, vi sono le campagne di rilievo condotte durante il Laboratorio di Restauro Architettonico (2011-17), tenuto dalle docenti Rebecca Fant e Daniela Oreni, che hanno permesso l’acquisizione di una numerosa quantità di dati e informazioni. La loro elaborazione è avvenuta attraverso i metodi della tecnologia laser scanner e dei software di restituzione dei dati, grazie a cui è stato possibile ottenere disegni ricchi d’informazioni che hanno permesso una precisa valutazione sia dal punto di vista geometrico sia formale del quadrilatero. Sulla base delle analogie riscontrate tra gli elaborati ottenuti, i disegni di Filarete e le sue indicazioni, insieme al confronto con i disegni del passato e i documenti d’archivio, si sono poste le basi teoriche per una riflessione sulla configurazione. A partire dai segni stratigrafici rilevati è stata formulata un’ipotesi che, seppur interpretativa, può restituirci un'idea di come Filarete immaginò il sistema porticato lungo i cortili della Crociera. Consolidata la cronologia delle opere del quadrilatero occidentale e gli autori che furono coinvolti nella sua costruzione, un’attenta lettura della configurazione del Cortile della “Farmacia”, combinata con la consultazione delle fonti a disposizione, ha permesso di avanzare nuove riflessioni di tipo strutturale, distributivo e funzionale, suggerendo un’ipotetica articolazione e ideale funzionamento degli spazi ospedalieri. A seguire il secondo tema sviluppato ha coinvolto gli apparati decorativi del quadrilatero quattrocentesco, con maggior riguardo per il curioso caso delle arcate graffite che trovano sede presso il Cortile della “Farmacia”. Inizialmente si sono proposte alcune riflessioni sugli apparati decorativi in terracotta che caratterizzano due fronti del quadrilatero, un caso di architettura dipinta e alcune decorazioni a fasce che rivestono l’imbotte di più aperture dei cortili. Per gli unici intonaci a graffito dell’ospedale si hanno limitate notizie, lasciando tuttora un interrogativo circa l’esecutore e l’epoca di realizzazione. Con l’occasione di approfondire gli studi sulla fabbrica, si è colta quindi l’opportunità per proporre un mirato confronto iconografico con gli analoghi apparati decorativi che ornano la Porta bronzea di S. Pietro di Filarete, le facciate della Chiesa della Certosa di Pavia e della Cappella Colleoni a Bergamo, insieme alla tribuna bramantesca della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, allo scopo di fornire un’ipotesi interpretativa dell’opera incisa dell’Ospedale Maggiore. La ricerca è proseguita con l’approfondimento sugli apparati decorativi, stilando un rendiconto delle operazioni di manutenzione sulle superfici del Cortile della “Farmacia” e andando poi a registrare lo stato del cortile prima e dopo l’ultimo intervento di restauro conservativo, avvenuto più di dieci anni fa. Scopo del lavoro è stato sottolineare l’esigenza di una conservazione programmata che possa garantire nel tempo la salvaguardia del manufatto. A chiusura del lavoro di tesi, l’ultimo tema trattato vede una proposta per una diffusione dei risultati di ricerca potenziando il percorso di valorizzazione e divulgazione già predisposto nel 2014. Con questo programma d’intervento e le restanti tematiche approfondite, si vuole sottolineare l’importanza della conoscenza e trasmissione del complesso, garantite anche da una costante tutela dello stesso. L’auspicio è che l’attività di lavoro svolta possa contribuire a mantenere un dialogo aperto con l'edificio e aprire nuovi orizzonti per studi futuri, in cui venga nuovamente riconosciuta l’importanza dell’antico complesso dell’Ospedale Maggiore.
Tesi di laurea Magistrale
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Tav. 9 - A0 fotogrammetrico materico e degradi interni.pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/164835