Contemporary world is, as so many times so far acknowledged and criticised, overburdened with information, an immense amount of goods, objects bought without affection, in a continuous process of accumulation and disposal, so often just filling the emotional emptiness caused by the modern lifestyle. In this time of globalisation, interconnectedness, overabundance of everything, we are no longer aware of the real value of anything. For what concerns the Fashion Industry in particular, for so long now it is struggling with the issue of overproduction and overconsumption. The project therefore intends to bring a critical view on this excess, first and foremost human, than environmental, of fashion-related overproduction and overconsumption and propose ways for recuperation, not only in terms of extending the lifespan of the materials, but first and foremost as the practice of caring for fabrics and garments, and the potential of traditional textile handicrafts in this process. It is important to reconsider what clothes and textiles really mean to us, rethink and emphasize the value of craft, memory, tradition, handmade. The traditional textile handicraft practices that involve time, dedication, thoughts, an actual effort invested in the process of creation, have the potential of generating narratives more meaningful and effective, as well as the products that have nothing to do with the serial production, thus representing a logical countermeasure for the overproduction. In addition, art with its strong expressive capacity, tendency to reflect on society and result in a one-of-a-kind outcome, is also explored as a tool to imagine potential alternatives and new scenarios. Materia prima in the realization of this project are discarded fabrics and yarns collected from various sources: ruined or discarded clothes, household textiles, abandoned, forgotten threads and yarns, carrying with them traces of the past, which are recovered through craft practices applied in an experimental manner and drawing inspiration from artistic expressions, in order to reach novel solutions. The main objective is not to recover only the matter, but to recuperate what has been lost for a long time and rethink our relationship with clothes: a culture of care and the perception of textiles and clothing as something valuable not exclusively in economic terms or perceived through the lens of environmental sustainability, but as something worth keeping as a product of one's time and work invested, as a reminder on ourselves and someone else.

ll mondo contemporaneo è, come tante volte finora riconosciuto e criticato, sovraccarico di informazioni, un'immensa quantità dei beni, prodotti, oggetti acquistati senza affetto, in un continuo processo di accumulo e smaltimento, così spesso semplicemente riempiendo il vuoto emotivo causato dallo stile di vita moderno . In questo periodo di globalizzazione, interconnessione, sovrabbondanza di tutto, non siamo più consapevoli del valore reale di nulla. Per quanto riguarda in particolare l'industria della moda, da così tanto tempo è alle prese con il problema della sovrapproduzione e del consumo eccessivo. Il progetto intende quindi fornire una visione critica di questo eccesso, prima di tutto umano, ma anche ambientale, della sovrapproduzione e del consumo eccessivo legati alla moda e proporre modalità di recupero, non solo in termini di estensione della durata della vita dei materiali, ma prima di tutto come la pratica della cura per i tessuti e il potenziale dei tradizionali manufatti tessili in questo processo. È importante riconsiderare cosa significano davvero per noi i nostril vestiti e tessuti, ripensare ed enfatizzare il valore del mestiere, della memoria, della tradizione, del fatto a mano. Le pratiche artigianali tessili tradizionali che implicano tempo, dedizione, pensieri, uno sforzo reale investito nel processo di creazione, hanno il potenziale di generare narrazioni più significative ed efficaci, così come i prodotti che non hanno nulla a che fare con la produzione seriale, quindi rappresenta una contromisura logica per la sovrapproduzione. Inoltre, l'arte con la sua forte capacità espressiva, la tendenza a riflettere sulla società e a produrre risultati unici, viene anche esplorata come uno strumento potente per immaginare potenziali alternative e nuovi scenari. Materia prima nella realizzazione di questo progetto sono tessuti e filati scartati raccolti da varie fonti: vestiti rovinati o scartati, tessuti per la casa, fili e filati abbandonati, dimenticati, portando con sé tracce del passato, che vengono recuperate attraverso pratiche artigianali applicate in un modi sperimentali, e prendendo ispirazione da espressioni artistiche, al fine di raggiungere nuove soluzioni. L'obiettivo principale non è recuperare solo la materia, ma recuperare ciò che è stato perso per molto tempo e ripensare il nostro rapporto con i vestiti: una cultura di cura e la percezione di tessuti e abbigliamento come qualcosa di prezioso non esclusivamente in termini economici o percepiti attraverso l'obiettivo della sostenibilità ambientale, ma come qualcosa che vale la pena conservare come prodotto del tempo e lavoro investito, come ricordi di noi stessi o di qualcun altro.

The thread of silence. Craft-based experimental approach to recovery of materials and meanings

GRUBISIC, DAJANA
2018/2019

Abstract

Contemporary world is, as so many times so far acknowledged and criticised, overburdened with information, an immense amount of goods, objects bought without affection, in a continuous process of accumulation and disposal, so often just filling the emotional emptiness caused by the modern lifestyle. In this time of globalisation, interconnectedness, overabundance of everything, we are no longer aware of the real value of anything. For what concerns the Fashion Industry in particular, for so long now it is struggling with the issue of overproduction and overconsumption. The project therefore intends to bring a critical view on this excess, first and foremost human, than environmental, of fashion-related overproduction and overconsumption and propose ways for recuperation, not only in terms of extending the lifespan of the materials, but first and foremost as the practice of caring for fabrics and garments, and the potential of traditional textile handicrafts in this process. It is important to reconsider what clothes and textiles really mean to us, rethink and emphasize the value of craft, memory, tradition, handmade. The traditional textile handicraft practices that involve time, dedication, thoughts, an actual effort invested in the process of creation, have the potential of generating narratives more meaningful and effective, as well as the products that have nothing to do with the serial production, thus representing a logical countermeasure for the overproduction. In addition, art with its strong expressive capacity, tendency to reflect on society and result in a one-of-a-kind outcome, is also explored as a tool to imagine potential alternatives and new scenarios. Materia prima in the realization of this project are discarded fabrics and yarns collected from various sources: ruined or discarded clothes, household textiles, abandoned, forgotten threads and yarns, carrying with them traces of the past, which are recovered through craft practices applied in an experimental manner and drawing inspiration from artistic expressions, in order to reach novel solutions. The main objective is not to recover only the matter, but to recuperate what has been lost for a long time and rethink our relationship with clothes: a culture of care and the perception of textiles and clothing as something valuable not exclusively in economic terms or perceived through the lens of environmental sustainability, but as something worth keeping as a product of one's time and work invested, as a reminder on ourselves and someone else.
ARC III - Scuola del Design
6-giu-2020
2018/2019
ll mondo contemporaneo è, come tante volte finora riconosciuto e criticato, sovraccarico di informazioni, un'immensa quantità dei beni, prodotti, oggetti acquistati senza affetto, in un continuo processo di accumulo e smaltimento, così spesso semplicemente riempiendo il vuoto emotivo causato dallo stile di vita moderno . In questo periodo di globalizzazione, interconnessione, sovrabbondanza di tutto, non siamo più consapevoli del valore reale di nulla. Per quanto riguarda in particolare l'industria della moda, da così tanto tempo è alle prese con il problema della sovrapproduzione e del consumo eccessivo. Il progetto intende quindi fornire una visione critica di questo eccesso, prima di tutto umano, ma anche ambientale, della sovrapproduzione e del consumo eccessivo legati alla moda e proporre modalità di recupero, non solo in termini di estensione della durata della vita dei materiali, ma prima di tutto come la pratica della cura per i tessuti e il potenziale dei tradizionali manufatti tessili in questo processo. È importante riconsiderare cosa significano davvero per noi i nostril vestiti e tessuti, ripensare ed enfatizzare il valore del mestiere, della memoria, della tradizione, del fatto a mano. Le pratiche artigianali tessili tradizionali che implicano tempo, dedizione, pensieri, uno sforzo reale investito nel processo di creazione, hanno il potenziale di generare narrazioni più significative ed efficaci, così come i prodotti che non hanno nulla a che fare con la produzione seriale, quindi rappresenta una contromisura logica per la sovrapproduzione. Inoltre, l'arte con la sua forte capacità espressiva, la tendenza a riflettere sulla società e a produrre risultati unici, viene anche esplorata come uno strumento potente per immaginare potenziali alternative e nuovi scenari. Materia prima nella realizzazione di questo progetto sono tessuti e filati scartati raccolti da varie fonti: vestiti rovinati o scartati, tessuti per la casa, fili e filati abbandonati, dimenticati, portando con sé tracce del passato, che vengono recuperate attraverso pratiche artigianali applicate in un modi sperimentali, e prendendo ispirazione da espressioni artistiche, al fine di raggiungere nuove soluzioni. L'obiettivo principale non è recuperare solo la materia, ma recuperare ciò che è stato perso per molto tempo e ripensare il nostro rapporto con i vestiti: una cultura di cura e la percezione di tessuti e abbigliamento come qualcosa di prezioso non esclusivamente in termini economici o percepiti attraverso l'obiettivo della sostenibilità ambientale, ma come qualcosa che vale la pena conservare come prodotto del tempo e lavoro investito, come ricordi di noi stessi o di qualcun altro.
Tesi di laurea Magistrale
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