Natural and manmade disasters are a major concern for contemporary society, which is increasingly connected and constantly exposed to new risks. This condition puts critical infrastructures at risk; their interruption, even when partial, significantly weakens the efficiency and security of a nation, both socially and economically. In order to mitigate and prevent the consequences of these events, organizations in charge of emergency management continuously develop new capabilities, both internal and collaborative, useful for increasing the resilience of critical infrastructures. In this context, it arises the need for a common reference language among emergency management organizations and for an univocal methodology able to identify, assess and represent the response capability of the parties involved and the exchanges of information that take place among them. Several contributions emerged from the analysis of the literature on the subject; however, none of these studies satisfies the need for a fully comprehensive model able to standardize the mapping of different actors capabilities and the information exchanges between them in any emergency context. Consequently, the author developed and validated a methodology responding to this urgency. In detail, the methodology is structured on three levels of analysis: general mapping of emergency management operations and information flows; emergency scenario-based mapping of operations and information flows; inventory of inter- and intra-organizational capabilities. The model has been validated by means of a pilot application into the context of SICt project: a collaboration initiative between Italy and Switzerland aimed at increasing their capacity for cross-border governance of disruptive events affecting Transportation Critical Infrastructure.

Le catastrofi, sia naturali che generate dall’uomo, sono una delle maggiori preoccupazioni per la società contemporanea, sempre più connessa e costantemente esposta a nuovi rischi. Tale condizione pone a rischio le infrastrutture critiche, ossia i gangli vitali di ogni paese, la cui interruzione, anche parziale, indebolisce in modo significativo l’efficienza e la sicurezza di una nazione e del suo tessuto sociale ed economico. Al fine di contenere le conseguenze di tali eventi, le organizzazioni che si occupano della gestione delle emergenze sviluppano continuamente nuove capacità, sia interne che collaborative, utili ad accrescere la resilienza delle infrastrutture critiche. In questo contesto emerge la necessità di un linguaggio comune alle organizzazioni di pronto intervento e di una metodologia univoca che sia in grado di identificare, valutare e rappresentare le capacità di risposta delle organizzazioni coinvolte e gli scambi informativi che avvengono tra di esse. Diversi contributi sono emersi dall’analisi della letteratura sull’argomento; tuttavia, nessuno degli studi analizzati risponde esaustivamente all’esigenza di un modello che sia in grado di standardizzare la mappatura delle capacità di diversi attori e degli scambi informativi tra di essi in qualsiasi contesto emergenziale. Conseguentemente, l’autore ha sviluppato e validato una metodologia che risponda a questa urgenza. Nel dettaglio, la metodologia si struttura su tre livelli di analisi: una mappatura delle operazioni e dei flussi informativi coinvolti nella gestione delle emergenze; una più puntuale mappatura delle stesse per scenari di emergenza predefiniti; una classificazione delle capacità di gestione delle emergenze intra ed extra organizzazioni coinvolte. Per la validazione, il suddetto modello è stato applicato al progetto SICt (Sicurezza Infrastrutture Critiche transfrontaliere): una iniziativa di collaborazione tra Italia e Svizzera orientata ad accrescere la capacità di governance transfrontaliera di eventi accidentali a carico dell’Infrastruttura Critica di trasporto.

A methodology for mapping emergency management capabilities of critical infrastructure systems

BERTOCCHI, DAVIDE
2019/2020

Abstract

Natural and manmade disasters are a major concern for contemporary society, which is increasingly connected and constantly exposed to new risks. This condition puts critical infrastructures at risk; their interruption, even when partial, significantly weakens the efficiency and security of a nation, both socially and economically. In order to mitigate and prevent the consequences of these events, organizations in charge of emergency management continuously develop new capabilities, both internal and collaborative, useful for increasing the resilience of critical infrastructures. In this context, it arises the need for a common reference language among emergency management organizations and for an univocal methodology able to identify, assess and represent the response capability of the parties involved and the exchanges of information that take place among them. Several contributions emerged from the analysis of the literature on the subject; however, none of these studies satisfies the need for a fully comprehensive model able to standardize the mapping of different actors capabilities and the information exchanges between them in any emergency context. Consequently, the author developed and validated a methodology responding to this urgency. In detail, the methodology is structured on three levels of analysis: general mapping of emergency management operations and information flows; emergency scenario-based mapping of operations and information flows; inventory of inter- and intra-organizational capabilities. The model has been validated by means of a pilot application into the context of SICt project: a collaboration initiative between Italy and Switzerland aimed at increasing their capacity for cross-border governance of disruptive events affecting Transportation Critical Infrastructure.
PIRAINA, MARIACHIARA
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
29-apr-2020
2019/2020
Le catastrofi, sia naturali che generate dall’uomo, sono una delle maggiori preoccupazioni per la società contemporanea, sempre più connessa e costantemente esposta a nuovi rischi. Tale condizione pone a rischio le infrastrutture critiche, ossia i gangli vitali di ogni paese, la cui interruzione, anche parziale, indebolisce in modo significativo l’efficienza e la sicurezza di una nazione e del suo tessuto sociale ed economico. Al fine di contenere le conseguenze di tali eventi, le organizzazioni che si occupano della gestione delle emergenze sviluppano continuamente nuove capacità, sia interne che collaborative, utili ad accrescere la resilienza delle infrastrutture critiche. In questo contesto emerge la necessità di un linguaggio comune alle organizzazioni di pronto intervento e di una metodologia univoca che sia in grado di identificare, valutare e rappresentare le capacità di risposta delle organizzazioni coinvolte e gli scambi informativi che avvengono tra di esse. Diversi contributi sono emersi dall’analisi della letteratura sull’argomento; tuttavia, nessuno degli studi analizzati risponde esaustivamente all’esigenza di un modello che sia in grado di standardizzare la mappatura delle capacità di diversi attori e degli scambi informativi tra di essi in qualsiasi contesto emergenziale. Conseguentemente, l’autore ha sviluppato e validato una metodologia che risponda a questa urgenza. Nel dettaglio, la metodologia si struttura su tre livelli di analisi: una mappatura delle operazioni e dei flussi informativi coinvolti nella gestione delle emergenze; una più puntuale mappatura delle stesse per scenari di emergenza predefiniti; una classificazione delle capacità di gestione delle emergenze intra ed extra organizzazioni coinvolte. Per la validazione, il suddetto modello è stato applicato al progetto SICt (Sicurezza Infrastrutture Critiche transfrontaliere): una iniziativa di collaborazione tra Italia e Svizzera orientata ad accrescere la capacità di governance transfrontaliera di eventi accidentali a carico dell’Infrastruttura Critica di trasporto.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/164965