A new "nature" matches our society, the domestic spaces, the streets we walk, the cars, the squares and all the places that we call interior. We can define it as a hybridized nature between atom and bits, very close to that hypothesized in the narratives Sci-fi. The hybridization of these spaces is due to the considerable number of devices used daily, able to generate a huge number of bits in a continuous exchange between analog and digital space. When the "nature" meets Design, digital is used in the full sense of the téchnē, so in the service of other disciplines to solve problems even if not strictly related to Design. Today we are living a new getting in close between art and science combined with the fear of the change. According to Heidegger, in this it is possible to find a component of wonder because at first the surprise inside the fear triggers out the wondering. The Wunderkammer is explored as a cultural artifact able to match art and science in a single wonder environment. Three best practices on how the object of the data is moved from its context to become the object of a collection are studied. New scenarios are set for the collectors and their data. Transposing concepts of the Data Scientist to those of the history of art are highlighted the differences between the Data informed approach of the encyclopedic collector and his own knowledge, and the Data driven approach of the digital collector which is supported by a computer. The data training defines a further level in the use of data in which the previous logic is overturned because the human knowledge is used to train an Artificial intelligence. Data training introduces the data collector character. In the near and must technological future in which the AI (Artificial Intelligence) has upgraded an advanced level of evolution occurs the role reversal: environments, habits and behavior of the men are studied by their personal agent of artificial intelligence.

Esiste una nuova “natura” della nostra società occidentale, degli spazi domestici, delle vie che percorriamo a piedi, delle automobili, delle piazze in cui sostiamo e di tutti quei luoghi che possiamo racchiudere nel termine interni, cioè “spazi di relazione, progettati per accogliere e organizzare tutte le attività umane”. La possiamo definire una natura ibridata tra atomo e bit, molto vicina a quella ipotizzata nelle narrazioni scientifico futuristiche di libri e film del genere Cyberpunk. L’ibridazione di questi spazi è dovuta alla considerevole quantità di devices utilizzata quotidianamente, insiemi di data in grado di generare un’enorme quantità di bits in un continuo scambio tra spazio analogico e spazio digitale. Quando questa “natura” incontra il mondo del Design la tecnologia digitale viene sfruttata nella piena accezione del termine téchnē, ovvero come mezzo al servizio di altre discipline per risolvere problemi concreti e non concernenti strettamente il Design. Si può affermare che oggi viviamo un avvicinamento tra arte e scienza unito a un latente timore nei confronti del cambiamento. In questo timore diffuso è possibile ritrovare secondo Heidegger una componente di meraviglia, perché la sorpresa dettata dalla paura fa innescare prima di tutto la reazione meravigliata. Per questo motivo, questa tesi esplora la tematica della Wunderkammer, artefatto storico culturale in grado di racchiudere in sé il tema della meraviglia e concentrare in un unico ambiente arte e scienza. Vengono quindi analizzati tre casi studio emblematici di come l’oggetto di data viene spostato dal suo contesto per diventare oggetto di una collezione. Si prefigurano nuovi scenari atti ad accogliere queste figure di collezionisti e i loro dati trasponendo concetti della Data Scientist a quelli della storia dell’arte. Si differenzia l’approccio Data informed del collezionista enciclopedico nei confronti delle proprie conoscenze da quello Data driven del collezionista digitale perché supportato da un elaboratore. Viene esaminato un ulteriore livello nell’utilizzo dei dati, definito Data training, che ribalta la logica precedente e dove le conoscenze umane vengono utilizzate per istruire una intelligenza artificiale. Il Data training offre lo spunto narrativo per introdurre il personaggio del collezionista di dati. In un futuro prossimo sempre più pervaso dalla tecnologia digitale in cui l’AI (Artificial intelligence) ha sviluppato un livello di evoluzione avanzato avviene il ribaltamento dei ruoli: gli ambienti, le abitudini, i comportamenti dell’individuo sono oggetto di studio da parte del proprio agente personale di intelligenza artificiale.

Il collezionista di dati

ZITO, EMILIANO
2018/2019

Abstract

A new "nature" matches our society, the domestic spaces, the streets we walk, the cars, the squares and all the places that we call interior. We can define it as a hybridized nature between atom and bits, very close to that hypothesized in the narratives Sci-fi. The hybridization of these spaces is due to the considerable number of devices used daily, able to generate a huge number of bits in a continuous exchange between analog and digital space. When the "nature" meets Design, digital is used in the full sense of the téchnē, so in the service of other disciplines to solve problems even if not strictly related to Design. Today we are living a new getting in close between art and science combined with the fear of the change. According to Heidegger, in this it is possible to find a component of wonder because at first the surprise inside the fear triggers out the wondering. The Wunderkammer is explored as a cultural artifact able to match art and science in a single wonder environment. Three best practices on how the object of the data is moved from its context to become the object of a collection are studied. New scenarios are set for the collectors and their data. Transposing concepts of the Data Scientist to those of the history of art are highlighted the differences between the Data informed approach of the encyclopedic collector and his own knowledge, and the Data driven approach of the digital collector which is supported by a computer. The data training defines a further level in the use of data in which the previous logic is overturned because the human knowledge is used to train an Artificial intelligence. Data training introduces the data collector character. In the near and must technological future in which the AI (Artificial Intelligence) has upgraded an advanced level of evolution occurs the role reversal: environments, habits and behavior of the men are studied by their personal agent of artificial intelligence.
ARC III - Scuola del Design
6-giu-2020
2018/2019
Esiste una nuova “natura” della nostra società occidentale, degli spazi domestici, delle vie che percorriamo a piedi, delle automobili, delle piazze in cui sostiamo e di tutti quei luoghi che possiamo racchiudere nel termine interni, cioè “spazi di relazione, progettati per accogliere e organizzare tutte le attività umane”. La possiamo definire una natura ibridata tra atomo e bit, molto vicina a quella ipotizzata nelle narrazioni scientifico futuristiche di libri e film del genere Cyberpunk. L’ibridazione di questi spazi è dovuta alla considerevole quantità di devices utilizzata quotidianamente, insiemi di data in grado di generare un’enorme quantità di bits in un continuo scambio tra spazio analogico e spazio digitale. Quando questa “natura” incontra il mondo del Design la tecnologia digitale viene sfruttata nella piena accezione del termine téchnē, ovvero come mezzo al servizio di altre discipline per risolvere problemi concreti e non concernenti strettamente il Design. Si può affermare che oggi viviamo un avvicinamento tra arte e scienza unito a un latente timore nei confronti del cambiamento. In questo timore diffuso è possibile ritrovare secondo Heidegger una componente di meraviglia, perché la sorpresa dettata dalla paura fa innescare prima di tutto la reazione meravigliata. Per questo motivo, questa tesi esplora la tematica della Wunderkammer, artefatto storico culturale in grado di racchiudere in sé il tema della meraviglia e concentrare in un unico ambiente arte e scienza. Vengono quindi analizzati tre casi studio emblematici di come l’oggetto di data viene spostato dal suo contesto per diventare oggetto di una collezione. Si prefigurano nuovi scenari atti ad accogliere queste figure di collezionisti e i loro dati trasponendo concetti della Data Scientist a quelli della storia dell’arte. Si differenzia l’approccio Data informed del collezionista enciclopedico nei confronti delle proprie conoscenze da quello Data driven del collezionista digitale perché supportato da un elaboratore. Viene esaminato un ulteriore livello nell’utilizzo dei dati, definito Data training, che ribalta la logica precedente e dove le conoscenze umane vengono utilizzate per istruire una intelligenza artificiale. Il Data training offre lo spunto narrativo per introdurre il personaggio del collezionista di dati. In un futuro prossimo sempre più pervaso dalla tecnologia digitale in cui l’AI (Artificial intelligence) ha sviluppato un livello di evoluzione avanzato avviene il ribaltamento dei ruoli: gli ambienti, le abitudini, i comportamenti dell’individuo sono oggetto di studio da parte del proprio agente personale di intelligenza artificiale.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/165094