El Camino Real de Potosí a Arica was the historical route that once connected the silver mines of Potosi with the harbour of Arica, and which consolidated between the middle of the XVI and the beginning of the XVIII century as the most important communication way between the highlands and the Pacific Ocean. This road was the officially recognised path for the transportation of minerals, silver and mercury, which was used in the silver amalgam process. It was furthermore one of the most important routes for the transportation of goods towards the Villa Imperial de Potosi, the most economically prosperous market in the Viceroyalty of Peru between the XVII and the XVIII century. The goods were transported with load animals, caravans of thousand of lamas and mules that walked through hostile territories at over 4.000 m.a.s.l., following tracks drawn only by the circulation of people and animals themselves. The present research focuses on the study of the Camino Real using the sources and the methods of History, Archaeology and Architecture. Among the objectives of the work is the understanding of the interactions between the colonial road and the system of pre-Hispanic infrastructures. The thesis proposes also to study how the definition of this trail as a “royal road”, as well as the intense transit flows along it, influenced the actual landscape configuration. The research tries to interpret the processes of imposition, assimilation and syncretism, resulting from the meeting of different cultures in a territory that was peripheral, but still crossed by the main road of the XVII century for the area. The identification of the road itself represents a challenge for History and Archeogeography. Both the edited historic chronicles and the unpublished archival documents present strong limits due to the lack of precision in their descriptions, which makes it hard to localize the sites and artefacts associated with the trail. Furthermore, the fact that the road is nowadays often little more than a dirt track in a territory dedicated to sheep-farming and crossed by a dense and stratified road network, complicates additionally the task. The applied methodology proposes the comparison of multiple sources: edited chronicles from the colonial and republican period, archival documentation, historic cartography and direct field survey, on search of both the material traces and the oral memory passed down through different generations. The length of the road, which crossed through approximatively 500 km (the equivalent of 100 Spanish leagues), has determined the necessity of limiting the extension of the field work area, which was concentrated on the portion of territory between the Andamarca village and the national border pass between Bolivia and Chile, Tambo Quemado. The results of the research brought to the identification of a set of sites and cultural assets, some of which intrinsically associated with the trail because of their support function, and some others not so directly related to the road, but still sharing the same influence area. The post stations (Tambos), the villages and the small farm houses, as well as the churches, the chapels and the oratories, constitute a diffuse heritage inserted in the immense and spectacular landscape of sand deserts, thola’s pampas and wetlands (Bofedales) which characterise the Oruro highlands. The research made the rediscovery and documentation of a rich socio-historical memory associated with the “Ruta de la plata” possible. A memory still strongly present in the local population, that remembers with nostalgia the time in which this territory, today peripheral and isolated, was participating in global dynamics. The recognition of the historical and cultural values to this territory, as well as the importance and meaning that this has for the communities that still live along the influenced area, was oriented towards the definition of strategies aimed at protection, conservation and valorisation, and against the widespread abandoning processes taking place in the rural areas.

El Camino Real de Potosí a Arica era la via storica collegante le miniere di argento di Potosi con il porto di Arica, il quale si è configurato tra la seconda metà del XVI e l’inizio del XVIII secolo come il principale canale di comunicazione dell’Altopiano con l’Oceano Pacifico. Si trattava del percorso riconosciuto ufficialmente per il trasporto di minerali, argento e mercurio (quest’ultimo fondamentale per il processo di amalgama dell’argento), ed anche di una delle principali vie di transito merci verso la Villa Imperial de Potosí, il mercato economico più florido del Viceregno del Peru, tra XVII e XVIII secolo. Tutti questi beni e merci venivano trasportati a dorso di lama e muli in carovane di più di mille animali da soma, che percorrevano territori ostili sopra i 4.000 m.s.l.m., lungo piste tracciate unicamente dal passare stesso di uomini e animali. La presente ricerca si occupa dello studio del Camino Real, utilizzando le fonti e i metodi della Storia, dell’Archeologia e dell’Architettura. Tra gli obiettivi del lavoro sta il comprendere la relazione che si stabilì tra questo nuovo cammino coloniale ed il sistema di infrastrutture viarie preispaniche. A sua volta, ci si è preposto d’indagare come la definizione di questa via come “cammino reale” e gli intensi flussi di transito lungo la medesima, abbiano determinato o quantomeno influenzato l’attuale configurazione del paesaggio. Oggetto della presente ricerca è l’interpretazione dei processi d’imposizione, assimilazione, reinterpretazione e sincretismo, risultanti dall’incontro di culture diverse lungo un territorio periferico e rurale rispetto ai principali centri urbani, ma attraversato nonostante ciò dall’asse di connessione viaria più importante del XVII secolo per l’area. L’identificazione del tracciato del cammino rappresenta in sé una sfida per la Storia e l’Archeogeografia. Sia le cronache storiche edite, così come la documentazione d’archivio inedita presentano forti limiti dovuti alla scarsa precisione delle loro descrizioni, il che complica notevolmente la localizzazione dei siti associati e del tracciato stesso. Un ulteriore fattore di difficoltà è rappresentato a sua volta dal fatto che la sostanza materiale di questo percorso sia una semplice strada sterrata, nel mezzo di un territorio dedicato alla pastorizia, attraversato da una complessa rete viaria, stratificatasi nel corso dei secoli. La metodologia assunta propone il confronto di molteplici fonti: cronache edite del periodo sia coloniale che repubblicano, documenti d’archivio, cartografia storica ed infine il sopralluogo diretto sul campo, alla ricerca sia delle tracce materiali che della memoria orale tramandata di generazione in generazione. La lunghezza stessa della via, che si estendeva per approssimativamente 500 km (equivalenti a 100 leghe spagnole) ha condizionato la circostanza che l’attività sul campo si sia potuta svolgere soltanto su un frammento del territorio complessivo, compreso tra il villaggio di Andamarca e il passo di frontiera tra Bolivia e Cile, Tambo Quemado. I risultati della ricerca hanno portato all’identificazione di un insieme di siti e beni associati al Camino Real: alcuni intrinsecamente legati al percorso nella la loro funzione di supporto alla rete viaria, ed altri non così direttamente legati da un punto di vista funzionale, ma comunque gravitanti sulla stessa area di influenza. Le stazioni di sosta (Tambos), i villaggi e le piccole estancias, così come anche le chiese, le cappelle ed i calvari, sono parte di un patrimonio diffuso inserito nell’immenso e spettacolare paesaggio fatto deserti di sabbia, pampas di thola e vaste paludi (Bofedales) che costituisce l’Altopiano di Oruro. La ricerca ha reso possibile la riscoperta e la documentazione di una memoria socio-storica legata alla “Ruta de la plata” molto forte negli abitanti della regione, che ricordano con una certa nostalgia i tempi in cui questo territorio, oggi periferico e isolato, fu partecipe di dinamiche globali. Il riconoscimento dei valori storico-culturali di questo sistema territoriale, così come dell’importanza e del significato che questo acquisisce per le comunità che oggi ancora abitano nell’area d’influenza della via storica, è orientato alla definizione di strategie di tutela e conservazione, ed all’indicazione di linee guida per la valorizzazione, capaci di contrastare i processi di abbandono delle aree rurali.

El Camino Real de Potosí a Arica: procesos de imposición, pervivencia y sincretismo en la configuración del paisaje andino. Estudios para el conocimiento, tutela y valorización del patrimonio difuso

MALVAREZ, MARÍA FLORENCIA

Abstract

El Camino Real de Potosí a Arica was the historical route that once connected the silver mines of Potosi with the harbour of Arica, and which consolidated between the middle of the XVI and the beginning of the XVIII century as the most important communication way between the highlands and the Pacific Ocean. This road was the officially recognised path for the transportation of minerals, silver and mercury, which was used in the silver amalgam process. It was furthermore one of the most important routes for the transportation of goods towards the Villa Imperial de Potosi, the most economically prosperous market in the Viceroyalty of Peru between the XVII and the XVIII century. The goods were transported with load animals, caravans of thousand of lamas and mules that walked through hostile territories at over 4.000 m.a.s.l., following tracks drawn only by the circulation of people and animals themselves. The present research focuses on the study of the Camino Real using the sources and the methods of History, Archaeology and Architecture. Among the objectives of the work is the understanding of the interactions between the colonial road and the system of pre-Hispanic infrastructures. The thesis proposes also to study how the definition of this trail as a “royal road”, as well as the intense transit flows along it, influenced the actual landscape configuration. The research tries to interpret the processes of imposition, assimilation and syncretism, resulting from the meeting of different cultures in a territory that was peripheral, but still crossed by the main road of the XVII century for the area. The identification of the road itself represents a challenge for History and Archeogeography. Both the edited historic chronicles and the unpublished archival documents present strong limits due to the lack of precision in their descriptions, which makes it hard to localize the sites and artefacts associated with the trail. Furthermore, the fact that the road is nowadays often little more than a dirt track in a territory dedicated to sheep-farming and crossed by a dense and stratified road network, complicates additionally the task. The applied methodology proposes the comparison of multiple sources: edited chronicles from the colonial and republican period, archival documentation, historic cartography and direct field survey, on search of both the material traces and the oral memory passed down through different generations. The length of the road, which crossed through approximatively 500 km (the equivalent of 100 Spanish leagues), has determined the necessity of limiting the extension of the field work area, which was concentrated on the portion of territory between the Andamarca village and the national border pass between Bolivia and Chile, Tambo Quemado. The results of the research brought to the identification of a set of sites and cultural assets, some of which intrinsically associated with the trail because of their support function, and some others not so directly related to the road, but still sharing the same influence area. The post stations (Tambos), the villages and the small farm houses, as well as the churches, the chapels and the oratories, constitute a diffuse heritage inserted in the immense and spectacular landscape of sand deserts, thola’s pampas and wetlands (Bofedales) which characterise the Oruro highlands. The research made the rediscovery and documentation of a rich socio-historical memory associated with the “Ruta de la plata” possible. A memory still strongly present in the local population, that remembers with nostalgia the time in which this territory, today peripheral and isolated, was participating in global dynamics. The recognition of the historical and cultural values to this territory, as well as the importance and meaning that this has for the communities that still live along the influenced area, was oriented towards the definition of strategies aimed at protection, conservation and valorisation, and against the widespread abandoning processes taking place in the rural areas.
GIAMBRUNO, MARIA CRISTINA
30-mar-2020
El Camino Real from Potosí to Arica: processes of imposition, assimilation and syncretism in the configuration of the Andean landscape. Studies for the knowledge, protection and enhancement of the diffuse heritage
El Camino Real de Potosí a Arica era la via storica collegante le miniere di argento di Potosi con il porto di Arica, il quale si è configurato tra la seconda metà del XVI e l’inizio del XVIII secolo come il principale canale di comunicazione dell’Altopiano con l’Oceano Pacifico. Si trattava del percorso riconosciuto ufficialmente per il trasporto di minerali, argento e mercurio (quest’ultimo fondamentale per il processo di amalgama dell’argento), ed anche di una delle principali vie di transito merci verso la Villa Imperial de Potosí, il mercato economico più florido del Viceregno del Peru, tra XVII e XVIII secolo. Tutti questi beni e merci venivano trasportati a dorso di lama e muli in carovane di più di mille animali da soma, che percorrevano territori ostili sopra i 4.000 m.s.l.m., lungo piste tracciate unicamente dal passare stesso di uomini e animali. La presente ricerca si occupa dello studio del Camino Real, utilizzando le fonti e i metodi della Storia, dell’Archeologia e dell’Architettura. Tra gli obiettivi del lavoro sta il comprendere la relazione che si stabilì tra questo nuovo cammino coloniale ed il sistema di infrastrutture viarie preispaniche. A sua volta, ci si è preposto d’indagare come la definizione di questa via come “cammino reale” e gli intensi flussi di transito lungo la medesima, abbiano determinato o quantomeno influenzato l’attuale configurazione del paesaggio. Oggetto della presente ricerca è l’interpretazione dei processi d’imposizione, assimilazione, reinterpretazione e sincretismo, risultanti dall’incontro di culture diverse lungo un territorio periferico e rurale rispetto ai principali centri urbani, ma attraversato nonostante ciò dall’asse di connessione viaria più importante del XVII secolo per l’area. L’identificazione del tracciato del cammino rappresenta in sé una sfida per la Storia e l’Archeogeografia. Sia le cronache storiche edite, così come la documentazione d’archivio inedita presentano forti limiti dovuti alla scarsa precisione delle loro descrizioni, il che complica notevolmente la localizzazione dei siti associati e del tracciato stesso. Un ulteriore fattore di difficoltà è rappresentato a sua volta dal fatto che la sostanza materiale di questo percorso sia una semplice strada sterrata, nel mezzo di un territorio dedicato alla pastorizia, attraversato da una complessa rete viaria, stratificatasi nel corso dei secoli. La metodologia assunta propone il confronto di molteplici fonti: cronache edite del periodo sia coloniale che repubblicano, documenti d’archivio, cartografia storica ed infine il sopralluogo diretto sul campo, alla ricerca sia delle tracce materiali che della memoria orale tramandata di generazione in generazione. La lunghezza stessa della via, che si estendeva per approssimativamente 500 km (equivalenti a 100 leghe spagnole) ha condizionato la circostanza che l’attività sul campo si sia potuta svolgere soltanto su un frammento del territorio complessivo, compreso tra il villaggio di Andamarca e il passo di frontiera tra Bolivia e Cile, Tambo Quemado. I risultati della ricerca hanno portato all’identificazione di un insieme di siti e beni associati al Camino Real: alcuni intrinsecamente legati al percorso nella la loro funzione di supporto alla rete viaria, ed altri non così direttamente legati da un punto di vista funzionale, ma comunque gravitanti sulla stessa area di influenza. Le stazioni di sosta (Tambos), i villaggi e le piccole estancias, così come anche le chiese, le cappelle ed i calvari, sono parte di un patrimonio diffuso inserito nell’immenso e spettacolare paesaggio fatto deserti di sabbia, pampas di thola e vaste paludi (Bofedales) che costituisce l’Altopiano di Oruro. La ricerca ha reso possibile la riscoperta e la documentazione di una memoria socio-storica legata alla “Ruta de la plata” molto forte negli abitanti della regione, che ricordano con una certa nostalgia i tempi in cui questo territorio, oggi periferico e isolato, fu partecipe di dinamiche globali. Il riconoscimento dei valori storico-culturali di questo sistema territoriale, così come dell’importanza e del significato che questo acquisisce per le comunità che oggi ancora abitano nell’area d’influenza della via storica, è orientato alla definizione di strategie di tutela e conservazione, ed all’indicazione di linee guida per la valorizzazione, capaci di contrastare i processi di abbandono delle aree rurali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/165149