Stadio Flaminio. Renovation of a multifunctional urban monument

Stadio Flaminio is probably one of the most iconic sport architecture in Italy. Designed by the great Pier Luigi Nervi and his son Antonio, it was built in the ‘50s for the Olympic Games held in Rome in 1960 in the outskirts of Rome. It quickly became one of the most advanced stadium in Italy due, in particular, to the configuration given by the architects to the bowl, which was wrapped around the playing field forming a sinuous curve without any running track. Moreover, it was packed with different functions and spaces that helped the stadium being a multifunctional structure that could be used by different users throughout the days. Overtime, the city of Rome has changed, the Flaminio district and the Olympic village changed their role in the city, becoming a central part of the city being just 1,5 km away from Piazza Del Popolo, and the stadium became an urban monument. Unfortunately, though, the role of the stadium changed too, becoming one of the unfortunate icon of abandoned Italian modernist architecture. The starting point of the project has been the research on the archetype of the stadium in the modern city carried out during the first master in Shanghai. Once in Italy, the focus has been moved to the understanding of the Stadio Flaminio itself, its role in the city and, moreover, the understanding of the architecture by Nervi. The use of prefabrication, the modularity, and the complex simplicity of the original project were some key elements that have been fundamental for the definition of the new approach. The new project is characterized by the renovation and valorization of the original stadium and its monumentality. Important addition has been made, visible and none, in order to make it suitable for contemporary needs and regulations and to make it again a thriving spot for the district and the city.

Lo stadio Flaminio è, probabilmente, uno tra le architetture sportive più iconiche in Italia. Progettato da Pier Luigi Nervi e suo figlio Antonio, è stato costruito negli anni ‘50 per i giochi olimpici di Roma del 1960 nella periferia della città. E’ diventato rapidamente uno degli stadi più avanzati d’Italia per via della configurazione iniziale degli spalti che risulta avvolta intorno al campo da gioco creando una curva sinuosa senza la pista d’atletica. Inoltre, lo stadio era fornito di varie funzioni e spazi che aiutarono lo stadio ad essere uno stadio multifunzionale e ad essere utilizzato da vari utenti durante la settimana. Nel tempo, però, la città di Roma è cambiata, il quartiere Flaminio e il villaggio olimpico hanno cambiato il loro ruolo nella città diventandone una parte centrale, essendo a soli 1,5 km di distanza da Piazza del Popolo, e lo stadio è diventato un monumento urbano a tutti gli effetti. Sfortunatamente, però il ruolo dello stadio è cambiato a sua volta, diventando un’altra sfortunata icona dell’architettura modernista italiana abbandonata. Il punto iniziale del progetto è stata una ricerca sull’archetipo dello stadio nella città moderna svolta durante un programma di doppia laurea a Shanghai. Una volta in Italia, il focus si è spostato sulla comprensione dello stadio Flaminio in sé, il suo ruolo nella città e, soprattutto, la comprensione dell’architettura di Nervi. L’uso della prefabbricazione, la modularità e la semplicità complessa del progetto originale sono stati elementi chiave fondamentali per la definizione del nuovo approccio. Il nuovo progetto è caratterizzato dal recupero e valorizzazione dello stadio originale e della sua monumentalità. Alcune addizioni importanti sono state fatte, visibili e non, in modo da rendere lo stadio adatto alle necessità contemporanee, ai nuovi regolamenti e per renderlo di nuovo un punto fiorente del quartiere e della città.