Moda e genere. Uno scenario fluido

This thesis investigates the influences of gender identity in the fashion system and offers design directions to new genderfluid scenarios in the future market. According to the research, new generations do not feel represented in the binary system of femininity and masculinity and therefore a binary clothing industry cannot reflect their identities. The first part of the dissertation will regard a theoretical research about gender, with a focus on how it has been used to build personal identity. Clothes play a significant role in the construction of gender stereotypes, as a consequence clothes have been affected by several limitations. Designers have questioned fashion restraints over the centuries, creating subversive designs which changed completely the way of dressing. Hence, the main goal of the first part is to investigate the players and key factors that have led the clothes changes in fashion history, starting from the mid Nineteenth century until the beginning of Twenty first century, with a special regards to gender fluid movements. Indeed, gender fluidity appears to be very important as a growing trend, resulting a factor which has to be taken into account by fashion brands. Some of them are already considering and exploring gender fluidity, especially Gucci. With Alessandro Michele, Gucci is changing the company’s values without losing its brand identity. Gucci’s work is strongly oriented through gender fluidity in a way that balance the need of selling and be accepted by mainstream culture and giving a poweful message with a more conceptual approach. In fact, many other designers are giving a stronger message of gender fluidity, making their fashion more inclusive for LGBTQ+ people. In this context, the dissertation points out two different approaches to gender equality: some designers are developing a fluid approach to fashion, where gender and its markers are expressed and questioned, sometimes with irony, through clothes.The purpose of this movement is to overcome the restrictions of biological sex with an attitude that can be related to the ideas of androgyny of the beginning of the Twentieth century. Alternately, there is another group of designers who believes that in order to achieve gender equality in fashion, all the gender markers should be eliminate from the clothes, creating extremely neutral garments that do not refer to any gender. This attitude is instead more related to the Sixties ideas of unisex. The analysis of these two approaches suggests that this second ideology risk to tend to a marketing strategy rather than to be a really inclusive approach. First, because an item will necessarily refer to a gender, secondly because most of the times the garment proposed by these designers refers more to the male apparel. As a consequence, it seems necessary for a correct inclusive practise in fashion to establish guidelines. Evidently, to make each item of clothing purchasable by both male and female sex, a new size system should be developed. It should be more focused on the bodies rather on the sexes. The aim of the final part of the thesis is to give practical suggestions for brands to be more inclusive.

La presente tesi indaga le influenze dell’identità di genere nel sistema moda e propone direzioni progettuali per affrontare possibili scenari genderfluid del mercato. Secondo la ricerca infatti, le nuove generazioni non si identificano più nel sistema binario e perciò non si vedono rappresentate da una divisione binaria dell’abbigliamento. La tesi consisterà in una prima parte di ricerca teorica e storica, dove verranno trattate tematiche sociologiche relative al genere, cos’è, come si esprime e in che modo si relaziona con la moda. A seguire verrà affrontata un’analisi dell’abbigliamento a partire dalla metà dell’Ottocento, in quanto periodo di radicamento dei ruoli di genere attuale fino al nuovo millennio. L'obiettivo della prima parte sarà capire come il genere ha influenzato la moda di oggi e di ieri. Saranno trattate con particolare attenzione le correnti stilistiche che hanno mischiato maggiormente l’abbigliamento tra i due generi, dandismo, moda garçonne, unisex, peacock revolution, fino ad arrivare alla fluidità di genere. Concluso lo studio teorico verranno trattati alcuni casi attuali di moda fluida: molto spazio verrà dato a Gucci, in quanto leader del momento sotto molteplici aspetti: stile, marketing, visibilità e portavoce della fluidità di genere. Sarà analizzato in che modo Gucci ha cambiato rotta modificando i valori aziendali senza perderne l’identità né i consumatori, anzi aumentando notevolmente le vendite. Inoltre, verranno analizzati altri brand emergenti, portavoce più estremi della corrente genderfluid. Se Gucci si schiera in un territorio di confine tra la necessità di essere commerciale e l’arte pura, volta a lanciare un messaggio più che a vendere, molti nuovi brand optano per lanciare un messaggio molto forte nella consapevolezza di parlare a un pubblico ampio ma essere acquistati da un mercato estremamente ristretto. In questo contesto, sono state evidenziate due diverse correnti, dove designer che si ritengono portavoce della neutralità di genere prendono strade diametralmente opposte: da un lato si sviluppa un concetto di moda fluida, che non vuole eliminare il concetto di genere, ma trattarlo in maniera ironica e fare in modo che i vincoli legati al sesso biologico vengano eliminati. I riferimenti culturali di questa corrente si rifanno alla cultura stilistica delle comunità LGBTQ+, che da sempre hanno portato novità nel mondo dell’abbigliamento. Dall’altro lato vi è una tendenza che mira a cancellare ogni riferimento culturale di genere, creando capi che hanno l'obiettivo di essere privi di marcatori di genere. Attraverso un’analisi di entrambe le strade emerge che la seconda finisce per essere più uno strumento di marketing che una pratica liberatoria di genere, poichè è impossibile privare capi già esistenti dei riferimenti che portano con sé, in più questa tendenza limita le scelte di entrambi i sessi e in particolare del sesso maschile, poiché utilizza principalmente capi che sono stati già resi disponibili al genere femminile. Non può che nascere anche un discorso legato alle taglie, le quali sono principalmente sviluppate con un'ottica poco inclusiva: sono un sistema di esclusione a priori di determinate categorie sociali. La moda genderfluid non può che elaborare un nuovo sistema di taglie basato sulla consapevolezza della diversità dei corpi invece che su concetti di corpi standard, o alternativamente fornire modalità di personalizzazione dei capi all’interno degli stessi stores.