Mending a torn fabric. Designs for the reconstruction of Castelluccio di Norcia

In a context increasingly subject to natural disasters, which in recent years have repeatedly affected Italian soil, reconstruction becomes a central theme for contemporary architecture. Rebuilding not only in a literal sense, as a response to a mainly functional need, but also figuratively, as an opportunity for regeneration. This thesis stems from the desire to make the most of the skills acquired through the course of studies with the aim of tackling an extremely contemporary problem. In this sense, the research aims to investigate and define a possible and alternative method for dealing with the problem of post-earthquake reconstruction starting from a concrete case. The village of Castelluccio di Norcia (Perugia, Italy) was one of many small rural settlements in Central Italy that suffered heavily from the 2016 earthquake. Almost completely destroyed by the shock of October 30th, the village is still today in precarious conditions due to the slowness of the reconstruction process with consequent repercussions on the local society and economy. To a certain extent it constitutes the archetype of the Italian historical village in which the strong pre-existing difficulties are compounded by the effects of the earthquake, with the risk to lose a cultural and landscape heritage of great value and potential. The work was developed starting from the investigation the place, through the reading of the historical stratification and by measuring the impact of the catastrophe on the built environment. Hence the proposal of rethinking the architectural project as a regenerative element to be applied within the destroyed context in order to mend the lacerations of the urban fabric and stimulate an effective and rapid regeneration. In this direction, the proposed designs is based on the development of incremental design strategies and it is mainly focused on the medium-long term, with the aim of recomposing and mending the fractures created by the earthquake through the insertion of the new into the old, in order to recover continuity and reducing fragmentation while adding new stratifications. The ultimate and true objective is to rethink the reconstruction processes through the development of solutions able to provide concrete help to the affected local communities, in the belief that the architectural project has still a central and fundamental role in solving contemporary issues.

In un contesto sempre più frequentemente soggetto a calamità naturali, che negli ultimi anni hanno interessato ripetutamente il suolo Italiano, la ricostruzione diventa un tema centrale per l’architettura contemporanea. Ricostruire non solo in senso letterale, come risposta ad un’esigenza principalmente funzionale, ma anche figurativamente, come opportunità di rigenerazione. Questa tesi nasce dal desiderio di sfruttare al meglio le competenze acquisite nel corso degli studi con l’obiettivo di affrontare una problematica estremamente attuale. In questo senso, la ricerca mira a studiare e definire un metodo possibile e alternativo per affrontare il problema della ricostruzione post-terremoto a partire da un caso concreto. Il borgo di Castelluccio di Norcia (Perugia, Italia) è stato uno dei tanti piccoli insediamenti rurali nell’Italia centrale che hanno sofferto pesantemente gli effetti del terremoto del 2016. Quasi completamente distrutto dalla scossa del 30 ottobre, il paese è ancora oggi in condizioni precarie a causa della lentezza del processo di ricostruzione con conseguenti ripercussioni economiche e sociali sul contesto locale. In una certa misura esso costituisce l’archetipo dell’insediamento storico italiano in cui le forti difficoltà preesistenti sono aggravate dagli effetti del terremoto, con il rischio di perdere un patrimonio culturale e paesaggistico di grande valore e potenziale. Il lavoro è stato sviluppato a partire dall’indagine del luogo, attraverso la lettura della stratificazione storica e misurando l’impatto della catastrofe sull’ambiente costruito. Da qui la proposta di ripensare il progetto architettonico come elemento rigenerativo da applicare nel contesto distrutto al fine di riparare le lacerazioni del tessuto urbano e stimolare una rigenerazione efficace e rapida. In questa direzione, le soluzioni proposte si basano sullo sviluppo di strategie progettuali di costruzione progressiva e si concentrano principalmente sul medio-lungo termine, con l’obiettivo di ricomporre e riparare le fratture create dal terremoto attraverso l’inserimento del nuovo nell’antico, al fine di ripristinare la continuità e ridurre la frammentazione aggiungendo al contempo nuove stratificazioni. L’obiettivo finale è quello di ripensare i processi di ricostruzione, sviluppando soluzioni in grado di fornire un aiuto concreto alle comunità locali interessate, nella convinzione che il progetto di architettura debba avere oggi più che mai un ruolo centrale e fondamentale nella risoluzione delle problematiche contemporanee.