Through the tide. Adaptive reuse, creative industries, and the politics of arts-led redevelopment in downtown Cairo

The ongoing relocation of administrative and ministerial functions to the New Administrative Capital is leaving an array of late-19th to mid-20th century buildings in central Cairo vacant and awaiting conversion. Its role previously limited to providing a clean slate for private development through "restoring order," the state is now looking to private developers' decade-long experience with arts-led redevelopment in Downtown that has fully materialized with the gush of creative industries since 2011. Descendants of the 1990s contemporary arts scene and the earlier 1970s literary counterculture, Downtown's creative industries emerged in a rare period of complete creative autonomy during and after the 2011 revolution. They have taken a distinctive form right in between an extralegal marginal "creative underclass" and a formalized "creative elite." Inspired by the Global North's model of instrumentalization of arts and culture to "revitalize" decaying downtowns, specialized private developers were instead faced with a creative scene saturated with socially and politically subversive overtones. In tandem with the state's efforts to sterilize Downtown of all remnants of dissidence and informality, Downtown's creative industries have undergone a process of capitalistic conditioning. Among cases of co-optation, re-framing, and resistance, entrepreneurial creative spaces have sprung up—presenting a sanitized version of creativity ideal for neoliberal redevelopment agendas. Concerns about gentrification are often shut down as an imported Anglo-American construct that has no place in the Global South. This has inspired a new discourse that attempts to uproot, redefine, and localize the concept. This thesis attempts to plug into this dialogue by unraveling the multi-layered convolutions of heritage, capital, art, and dissidence, and analyzing their implications on the social and built environments. Through looking at the intersections between adaptive reuse, creative industries, and arts-led redevelopment, an attempt is made to understand post-2011 Downtown Cairo. And by looking through Cairo's lens, the shapes adaptive reuse and creative industries take become clear representations of changing socioeconomic and political narratives.

Il trasferimento in corso delle funzioni amministrative e ministeriali nella Nuova Capitale Amministrativa sta lasciando una serie di edifici della fine del XIX e della metà del XX secolo nel centro del Cairo vacanti e in attesa di conversione. Il suo ruolo, in precedenza limitato al fornire una tabula rasa per lo sviluppo privato tramite la politica del “ristabilire l’ordine”, è ora al centro dell'attenzione dello stato per osservare l'esperienza decennale degli sviluppatori privati con la riqualificazione guidata dalle arti nel centro, che si è pienamente materializzata con il flusso delle industrie creative dal 2011. Discendenti della scena artistica contemporanea degli anni '90 e della controcultura letteraria degli anni '70, le industrie creative di Downtown sono emerse in un raro periodo di completa autonomia creativa durante e dopo la rivoluzione del 2011. Hanno assunto una forma distintiva proprio tra una "sottoclasse creativa" marginale extralegale e una "élite creativa" formalizzata. Ispirati dal modello di strumentalizzazione delle arti e della cultura dei paesi del Nord per "rivitalizzare" i centri in decadenza, gli sviluppatori privati specializzati si sono invece trovati di fronte a una scena creativa satura di sfumature socialmente e politicamente sovversive. In tandem con gli sforzi dello stato per sterilizzare Downtown da tutti i resti di dissidenza e informalità, le industrie creative di Downtown hanno subito un processo di condizionamento capitalistico. Tra i casi di cooptazione, riformulazione e resistenza, sono sorti spazi creativi imprenditoriali, presentando una versione sterilizzata della creatività ideale per i programmi di riqualificazione neoliberale. Le preoccupazioni sulla gentrificazione vengono spesso interrotte come un costrutto anglo-americano importato che non ha posto nel sud del mondo. Ciò ha ispirato un nuovo dibattito che tenta di sradicare, ridefinire e localizzare il concetto. Questa tesi tenta di inserirsi in questo dialogo svelando le molteplici convoluzioni del patrimonio, del capitale, dell'arte e della dissidenza e analizzando le loro implicazioni sugli ambienti sociali e costruiti. Osservando le intersezioni tra riutilizzo adattivo, industrie creative e riqualificazione guidata dalle arti, si cerca di comprendere il centro del Cairo dopo il 2011. E guardando attraverso l'obiettivo del Cairo, le forme che il riutilizzo adattivo e le industrie creative assumono diventano chiare rappresentazioni delle mutevoli narrazioni socioeconomiche e politiche.