In Milan, there are 1,300,000 m2 of abandoned area that in the past housed the railway freight yards: it is approximately a surface area three times as large as Parco Sempione. This creates a huge urban void within the consolidated fabric of the city, determining an actual limit responsible for social, morphological and sometimes cultural inequalities: the Municipality of Milan has been planning actions to requalify these areas for years, in order to mend the city centre to the outlying districts. Although the railyards could be considered as dead spaces, according to purely functional logics, a spontaneous process of natural re-appropriation has begun for some time now, leading to the development of a surprisingly rich synanthropic environment. The abandoned railyards, the disused tracks and the protection strips are currently under study to monitor the presence of the Milanese urban biotope, arousing interest for their ecological potential. In fact, the railway network deeply penetrates into the Pianura Padana, an environment extremely rich in habitats and protected areas, and it intercepts ecological corridors and hotspots of territorial scale. Framing the analysis within the Milanese belt, Parco Agricolo Sud is certainly one of the most emblematic hotspots, made of agricultural and woodland environments, in which fauna and flora flourish thanks to protection policies. It is precisely from this starting condition that the ecological potential of the railway system spreads: the infrastructure allows the distribution of biodiversity through a continuous green flow, which starts from this saturated park and capillarily penetrates into the built environment, reaching the empty spaces of the railyards. These ongoing transformation processes have the potential to change the face of contemporary Milan. What would happen if these processes were accelerated and improved? In which way would the city change if the urban fabric coexisted more effectively with its natural counterparts? Which urban planning principles should be put in place, not only to solve a spatial problem within the city but also to revive the suburbs as an example of urban resilience? This thesis intends to propose a catalytic intervention for the Scalo di Porta Romana and the surrounding district: the intervention finds its foundations in the project of the new Olympic Village planned for the 2026 Winter Olympic Games and in the design of the Urban Park envisioned by the new PGT inside the railyard, so that these elements can become elements of sustainable development for the city of the future, in which the urban fabric integrates with green oasis, creating new and virtuous relationships between man and biosphere.

A Milano si trovano 1.300.000 m2 di aree dismesse che in passato hanno ospitato gli scali merci ferroviari: si tratta di una superficie pari a tre volte quella di Parco Sempione. Ciò costituisce un enorme vuoto urbano all'interno del tessuto consolidato della città, determinando un vero e proprio limite responsabile di disuguaglianze sociali, morfologiche e talvolta culturali: il Comune di Milano sta pianificando da anni il recupero di queste aree e la ricucitura tra il centro e i quartieri periferici. Seppur considerabili come spazi morti secondo logiche prettamente funzionali, da tempo al loro interno è iniziato un processo spontaneo di riappropriazione naturale, portando allo sviluppo di un vero e proprio ambiente sinantropico. Gli scali abbandonati, i binari dismessi e le fasce di protezione dei binari sono attualmente luogo di studio del biotopo urbano milanese, suscitando interesse per le proprie potenzialità ecologiche. Il sistema ferroviario penetra in profondità nella Pianura Padana, inserendosi in un contesto estremamente ricco di habitat ed aree protette, intercettando corridoi ed hostpot ecologici di scala territoriale. Inquadrando l'analisi all'ambito della cintura milanese, il Parco Agricolo Sud è sicuramente una delle aree più emblematiche, all'interno del quale fauna e flora prosperano in zone agricole e forestali grazie a politiche di protezione e salvaguardia; è proprio da questi ambienti che le potenzialità ecologiche del sistema ferroviario derivano. L'infrastruttura permette infatti la distribuzione lineare della biodiversità tramite un flusso verde continuo, che parte da un contesto saturo o soprassaturo, per inserirsi capillarmente nell'ambiente urbano, raggiungendo gli spazi insaturi e vuoti degli scali. Questi progetti di trasformazione in atto hanno la potenzialità di cambiare il volto della Milano contemporanea. Cosa succederebbe quindi se questi processi venissero accelerati e tutelati? Come cambierebbe la città se il tessuto urbano coesistesse in modo più efficace con la propria controparte vegetale e faunistica? Quali principi urbanistici mettere in atto non solo per risolvere un problema spaziale della città, ma anche per rilanciare i quartieri di cintura come esempio di resilienza urbana? L'intento di questa tesi è quello di proporre un intervento catalizzatore per lo Scalo di Porta Romana e l'omonimo quartiere: l'intervento trova le sue fondamenta nel progetto del nuovo Villaggio Olimpico previsto per i giochi Olimpici Invernali del 2026 e nel disegno del Parco Urbano previsto dal nuovo PGT all'interno dello scalo, in modo tale che questi elementi possano diventare parte dello sviluppo sostenibile per la Città del futuro, nella quale il tessuto urbano si integri con gli spazi verdi creando nuove e virtuose relazioni tra uomo e natura.

Catalysis. The acceleration of ongoing transformation processes as key drivers for the requalification of Porta Romana and its sustainable development

Fiorino, Federico;Ornato, Matteo
2019/2020

Abstract

In Milan, there are 1,300,000 m2 of abandoned area that in the past housed the railway freight yards: it is approximately a surface area three times as large as Parco Sempione. This creates a huge urban void within the consolidated fabric of the city, determining an actual limit responsible for social, morphological and sometimes cultural inequalities: the Municipality of Milan has been planning actions to requalify these areas for years, in order to mend the city centre to the outlying districts. Although the railyards could be considered as dead spaces, according to purely functional logics, a spontaneous process of natural re-appropriation has begun for some time now, leading to the development of a surprisingly rich synanthropic environment. The abandoned railyards, the disused tracks and the protection strips are currently under study to monitor the presence of the Milanese urban biotope, arousing interest for their ecological potential. In fact, the railway network deeply penetrates into the Pianura Padana, an environment extremely rich in habitats and protected areas, and it intercepts ecological corridors and hotspots of territorial scale. Framing the analysis within the Milanese belt, Parco Agricolo Sud is certainly one of the most emblematic hotspots, made of agricultural and woodland environments, in which fauna and flora flourish thanks to protection policies. It is precisely from this starting condition that the ecological potential of the railway system spreads: the infrastructure allows the distribution of biodiversity through a continuous green flow, which starts from this saturated park and capillarily penetrates into the built environment, reaching the empty spaces of the railyards. These ongoing transformation processes have the potential to change the face of contemporary Milan. What would happen if these processes were accelerated and improved? In which way would the city change if the urban fabric coexisted more effectively with its natural counterparts? Which urban planning principles should be put in place, not only to solve a spatial problem within the city but also to revive the suburbs as an example of urban resilience? This thesis intends to propose a catalytic intervention for the Scalo di Porta Romana and the surrounding district: the intervention finds its foundations in the project of the new Olympic Village planned for the 2026 Winter Olympic Games and in the design of the Urban Park envisioned by the new PGT inside the railyard, so that these elements can become elements of sustainable development for the city of the future, in which the urban fabric integrates with green oasis, creating new and virtuous relationships between man and biosphere.
TRISCIUOGLIO , MARCO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
2-ott-2020
2019/2020
A Milano si trovano 1.300.000 m2 di aree dismesse che in passato hanno ospitato gli scali merci ferroviari: si tratta di una superficie pari a tre volte quella di Parco Sempione. Ciò costituisce un enorme vuoto urbano all'interno del tessuto consolidato della città, determinando un vero e proprio limite responsabile di disuguaglianze sociali, morfologiche e talvolta culturali: il Comune di Milano sta pianificando da anni il recupero di queste aree e la ricucitura tra il centro e i quartieri periferici. Seppur considerabili come spazi morti secondo logiche prettamente funzionali, da tempo al loro interno è iniziato un processo spontaneo di riappropriazione naturale, portando allo sviluppo di un vero e proprio ambiente sinantropico. Gli scali abbandonati, i binari dismessi e le fasce di protezione dei binari sono attualmente luogo di studio del biotopo urbano milanese, suscitando interesse per le proprie potenzialità ecologiche. Il sistema ferroviario penetra in profondità nella Pianura Padana, inserendosi in un contesto estremamente ricco di habitat ed aree protette, intercettando corridoi ed hostpot ecologici di scala territoriale. Inquadrando l'analisi all'ambito della cintura milanese, il Parco Agricolo Sud è sicuramente una delle aree più emblematiche, all'interno del quale fauna e flora prosperano in zone agricole e forestali grazie a politiche di protezione e salvaguardia; è proprio da questi ambienti che le potenzialità ecologiche del sistema ferroviario derivano. L'infrastruttura permette infatti la distribuzione lineare della biodiversità tramite un flusso verde continuo, che parte da un contesto saturo o soprassaturo, per inserirsi capillarmente nell'ambiente urbano, raggiungendo gli spazi insaturi e vuoti degli scali. Questi progetti di trasformazione in atto hanno la potenzialità di cambiare il volto della Milano contemporanea. Cosa succederebbe quindi se questi processi venissero accelerati e tutelati? Come cambierebbe la città se il tessuto urbano coesistesse in modo più efficace con la propria controparte vegetale e faunistica? Quali principi urbanistici mettere in atto non solo per risolvere un problema spaziale della città, ma anche per rilanciare i quartieri di cintura come esempio di resilienza urbana? L'intento di questa tesi è quello di proporre un intervento catalizzatore per lo Scalo di Porta Romana e l'omonimo quartiere: l'intervento trova le sue fondamenta nel progetto del nuovo Villaggio Olimpico previsto per i giochi Olimpici Invernali del 2026 e nel disegno del Parco Urbano previsto dal nuovo PGT all'interno dello scalo, in modo tale che questi elementi possano diventare parte dello sviluppo sostenibile per la Città del futuro, nella quale il tessuto urbano si integri con gli spazi verdi creando nuove e virtuose relazioni tra uomo e natura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/166692