This paper proposes an integrated design development of goods and services aimed at all the stakeholders of the food chain, in particular for all those who relate with fruit. This theme is very interesting and fascinating because it belongs to a sphere that ideally, it is not associated with product design; also I think I can urge my creativity and finally because it is a field of study full of opportunities and possibilities insights. In this particular work, I wanted to analyze the amount of waste produced in the sector agri-food in an urban context. Having increased dramatically over the past 30 years, it has become a topic often addressed by many designers around the world. Premise: it is good to remember that whenever food is wasted, it is also wasted the packaging that contains it and all the natural and artificial resources connected to its realization. In recent decades, the production of packaging waste and food waste has increased remarkably only compared to the last decades of the last century. To understand the reasons for this increase I ran an analysis looking for problems that are present throughout the food chain, from the beginning to the end of the chain life cycle; the common denominators of this analysis were dosage, storage, and presentation of food. Later I focused on the dosage of the food as it is the main factor causing most of the waste. Food waste is an unacceptable paradox of our time: in fact, on the one hand, there is is the need in the coming years to increase food production by 50-60% per feeding an ever-growing population, on the other hand over a third of the world is wasted of the food produced, of which 80% would still be consumable. We will see how the quantity of food defined as "standard" varies from country to country and as over the years many people, particularly from more developed countries, have started filling their plates more and more. Food waste is more illogical the more waste is produced and the environmental crisis as well as impoverishment and malnutrition (over 800 million people are currently malnourished in the world if it were possible to recover these wastes would feed 2 billion people). Waste concerns all the steps that bring food from the agricultural field to the table and affect all countries without distinction. The European Union with 180 kg per capita and Italy with 149 kg per capita are above the average for developed countries. We will analyze at what point in the food chain waste is created, for what reasons, and their consequences in different geographical and cultural areas. In our country, domestic waste is the most significant, 42% of the total, e they cost over 25 euros per month per family. Finally, a food that feeds no one is not alone useless, but it is also harmful. Food is lost or wasted along the entire food supply chain: on the farm, during processing and processing, in shops, in restaurants, and in the home. In addition to the related economic and environmental impacts, food waste also has an important social aspect: the donation of funds should be facilitated surpluses so that those who need it most can receive safe and suitable food to consumption. With the food thrown away (about a third of all food produced worldwide) are, in fact, even the land, water, and fertilizers that were necessary for its production and the environment was therefore polluted, exploited, or altered in vain and of consequently emitted numerous greenhouse gases. Reducing food waste also means saving the Planet. In the agri-food system, there are many components that contribute to the waste of food produced, but in industrialized countries the main culprits of these losses are they place at the end of the supply chain, in shops, restaurants, and homes. A huge amount of wasted food (about 1.3 billion tons per year according to the WWF estimates), four times higher than what is needed to feed the 800 million people who are still in a situation of malnutrition. According to ReFED estimates, a US association against food waste, reduce it by 20 percent food waste in the United States would lead to lower by 18 million tons in 10 years greenhouse gas emissions per year. Given the negative impact on energy expenditure and waste disposal that the question puts in place, the problem to be faced is not only ethical but also economic and environmental. I hope this work will show the real reasons behind the creation of waste and me it will give the opportunity to study and find new ways and processes, inspired and deeply linked to a circular design, in order to stop what has become a global theme and an emergency for the environment. The aim of this study is to identify the main drivers of food and packaging waste in the supply of agri-food products throughout its chain in an environmental context, social, economic, and technological; explore opportunities for the development of innovations reducing future waste through a circular design.

Questo elaborato propone uno sviluppo di progettazione integrata di beni e servizi rivolto a tutti gli stakeholder della catena alimentare, in particolare per tutti quelli che si relazionano con la frutta. Questo tema è molto interessante e affascinante perché appartenente ad una sfera che idealmente non viene associata al design di prodotto; inoltre credo che possa sollecitare la mia creatività e infine perché è un campo di studio pieno di opportunità e possibili approfondimenti. In questo particolare lavoro ho voluto analizzare la quantità di rifiuti prodotti nel settore agroalimentare in un contesto urbano. Essendo aumentata drasticamente negli ultimi 30 anni, è diventata un argomento affrontato spesso da molti progettisti in tutto il mondo. Premessa: è bene ricordare che ogni qualvolta si spreca cibo, viene sprecato anche l’imballaggio che lo contiene e tutte le risorse naturali e artificiali collegate alla sua realizzazione. Negli ultimi decenni la produzione di rifiuti di imballaggio e rifiuti alimentari è aumentata notevolmente solamente confrontata agli ultimi decenni del secolo scorso. Per capire le ragioni di questo aumento ho eseguito una analisi alla ricerca di problemi che sono presenti in tutta la catena alimentare, dall'inizio alla fine del ciclo di vita della catena; i comun denominatori di questa analisi sono stati il dosaggio, la conservazione e presentazione del cibo. Successivamente mi sono concentrato sul dosaggio degli alimenti in quanto è il principale fattore che causa la maggior parte dei rifiuti. Lo spreco alimentare è un inaccettabile paradosso del nostro tempo: infatti se da un lato vi è la necessità nei prossimi anni di incrementare la produzione alimentare del 50-60% per nutrire una popolazione sempre crescente, dall’altro lato nel mondo si spreca oltre un terzo del cibo prodotto, di cui l’80% sarebbe ancora consumabile. Vedremo come la quantità di cibo definita come "standard" cambia da paese a paese e come nel corso degli anni molte persone, in particolare da paesi più sviluppati, hanno iniziato a riempire i propri piatti sempre di più. Lo spreco alimentare è tanto più illogico quanto più aumentano la produzione di rifiuti e la crisi ambientale nonché l’impoverimento e la denutrizione (oltre 800 milioni di persone attualmente sono malnutrite nel mondo, se fosse possibile recuperare gli sprechi questi sfamerebbero 2 miliardi di persone). Gli sprechi riguardano tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo agricolo alla tavola e colpiscono indistintamente tutti i Paesi. L’Unione europea con 180 kg pro-capite e l’Italia con 149 kg pro-capite risultano sopra la media dei paesi sviluppati. Analizzeremo in che punto della catena alimentare vengono creati gli scarti, per quali motivi e le loro conseguenze in differenti aree geografiche e culturali. Nel nostro Paese, gli sprechi a livello domestico sono i più rilevanti, il 42% del totale, e costano oltre 25 euro al mese a famiglia. Infine, un cibo che non nutre nessuno non solo è inutile, ma è anche dannoso. Gli alimenti sono persi o sprecati lungo l'intera catena di approvvigionamento alimentare: nell'azienda agricola, durante la trasformazione e la lavorazione, nei negozi, nei ristoranti e in ambito domestico. Oltre ai relativi impatti economici e ambientali, i rifiuti alimentari presentano anche un importante aspetto sociale: si dovrebbe agevolare la donazione delle eccedenze, affinché chi ne ha maggiormente bisogno possa ricevere alimenti sicuri e idonei al consumo. Con il cibo buttato (circa un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale) vengono, infatti, sprecati anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti che sono stati necessari per la sua produzione e l’ambiente è stato quindi inquinato, sfruttato o alterato invano e di conseguenza emessi numerosi gas serra. Ridurre lo spreco di cibo significa anche salvare il Pianeta. Nel sistema agroalimentare sono molte le componenti che contribuiscono allo spreco del cibo prodotto, ma nei paesi industrializzati i principali responsabili di queste perdite si collocano alla fine della filiera, nei negozi, nei ristoranti e nelle case. Una enorme quantità di cibo sprecato (circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno secondo le stime del WWF), quattro volte superiore a quella necessaria per sfamare gli 800 milioni di persone che ancora si trovano in una situazione di denutrizione. Secondo le stime di ReFED, una associazione statunitense contro lo spreco alimentare, ridurre del 20 per cento lo spreco di cibo negli Stati Uniti porterebbe in 10 anni ad abbassare di 18 milioni di tonnellate l’anno le emissioni di gas serra. Visto l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti che la questione mette in campo, il problema da affrontare non è solamente etico ma anche economico e ambientale. Spero che questo lavoro mostrerà le vere ragioni alla base della creazione dei rifiuti e mi darà l'opportunità di studiare e trovare nuovi modi e processi, ispirato e profondamente legato al design circolare, al fine di fermare quello che è diventato un tema globale e un'emergenza per l’ambiente. Lo scopo di questo studio è identificare i principali driver dei rifiuti alimentari e di packaging nella fornitura di prodotti agroalimentari in tutta la sua catena in un contesto ambientale, sociale, economico e tecnologico; esplorare le opportunità per lo sviluppo di innovazioni riducendo i rifiuti futuri attraverso un design circolare.

Crispy juice. Progettazione integrata per lo sviluppo di un sistema di recupero, trasformazione e vendita di scarti alimentari

VEZZOLI, GABRIELE
2019/2020

Abstract

This paper proposes an integrated design development of goods and services aimed at all the stakeholders of the food chain, in particular for all those who relate with fruit. This theme is very interesting and fascinating because it belongs to a sphere that ideally, it is not associated with product design; also I think I can urge my creativity and finally because it is a field of study full of opportunities and possibilities insights. In this particular work, I wanted to analyze the amount of waste produced in the sector agri-food in an urban context. Having increased dramatically over the past 30 years, it has become a topic often addressed by many designers around the world. Premise: it is good to remember that whenever food is wasted, it is also wasted the packaging that contains it and all the natural and artificial resources connected to its realization. In recent decades, the production of packaging waste and food waste has increased remarkably only compared to the last decades of the last century. To understand the reasons for this increase I ran an analysis looking for problems that are present throughout the food chain, from the beginning to the end of the chain life cycle; the common denominators of this analysis were dosage, storage, and presentation of food. Later I focused on the dosage of the food as it is the main factor causing most of the waste. Food waste is an unacceptable paradox of our time: in fact, on the one hand, there is is the need in the coming years to increase food production by 50-60% per feeding an ever-growing population, on the other hand over a third of the world is wasted of the food produced, of which 80% would still be consumable. We will see how the quantity of food defined as "standard" varies from country to country and as over the years many people, particularly from more developed countries, have started filling their plates more and more. Food waste is more illogical the more waste is produced and the environmental crisis as well as impoverishment and malnutrition (over 800 million people are currently malnourished in the world if it were possible to recover these wastes would feed 2 billion people). Waste concerns all the steps that bring food from the agricultural field to the table and affect all countries without distinction. The European Union with 180 kg per capita and Italy with 149 kg per capita are above the average for developed countries. We will analyze at what point in the food chain waste is created, for what reasons, and their consequences in different geographical and cultural areas. In our country, domestic waste is the most significant, 42% of the total, e they cost over 25 euros per month per family. Finally, a food that feeds no one is not alone useless, but it is also harmful. Food is lost or wasted along the entire food supply chain: on the farm, during processing and processing, in shops, in restaurants, and in the home. In addition to the related economic and environmental impacts, food waste also has an important social aspect: the donation of funds should be facilitated surpluses so that those who need it most can receive safe and suitable food to consumption. With the food thrown away (about a third of all food produced worldwide) are, in fact, even the land, water, and fertilizers that were necessary for its production and the environment was therefore polluted, exploited, or altered in vain and of consequently emitted numerous greenhouse gases. Reducing food waste also means saving the Planet. In the agri-food system, there are many components that contribute to the waste of food produced, but in industrialized countries the main culprits of these losses are they place at the end of the supply chain, in shops, restaurants, and homes. A huge amount of wasted food (about 1.3 billion tons per year according to the WWF estimates), four times higher than what is needed to feed the 800 million people who are still in a situation of malnutrition. According to ReFED estimates, a US association against food waste, reduce it by 20 percent food waste in the United States would lead to lower by 18 million tons in 10 years greenhouse gas emissions per year. Given the negative impact on energy expenditure and waste disposal that the question puts in place, the problem to be faced is not only ethical but also economic and environmental. I hope this work will show the real reasons behind the creation of waste and me it will give the opportunity to study and find new ways and processes, inspired and deeply linked to a circular design, in order to stop what has become a global theme and an emergency for the environment. The aim of this study is to identify the main drivers of food and packaging waste in the supply of agri-food products throughout its chain in an environmental context, social, economic, and technological; explore opportunities for the development of innovations reducing future waste through a circular design.
BOLZAN, PATRIZIA
ARC III - Scuola del Design
2-ott-2020
2019/2020
Questo elaborato propone uno sviluppo di progettazione integrata di beni e servizi rivolto a tutti gli stakeholder della catena alimentare, in particolare per tutti quelli che si relazionano con la frutta. Questo tema è molto interessante e affascinante perché appartenente ad una sfera che idealmente non viene associata al design di prodotto; inoltre credo che possa sollecitare la mia creatività e infine perché è un campo di studio pieno di opportunità e possibili approfondimenti. In questo particolare lavoro ho voluto analizzare la quantità di rifiuti prodotti nel settore agroalimentare in un contesto urbano. Essendo aumentata drasticamente negli ultimi 30 anni, è diventata un argomento affrontato spesso da molti progettisti in tutto il mondo. Premessa: è bene ricordare che ogni qualvolta si spreca cibo, viene sprecato anche l’imballaggio che lo contiene e tutte le risorse naturali e artificiali collegate alla sua realizzazione. Negli ultimi decenni la produzione di rifiuti di imballaggio e rifiuti alimentari è aumentata notevolmente solamente confrontata agli ultimi decenni del secolo scorso. Per capire le ragioni di questo aumento ho eseguito una analisi alla ricerca di problemi che sono presenti in tutta la catena alimentare, dall'inizio alla fine del ciclo di vita della catena; i comun denominatori di questa analisi sono stati il dosaggio, la conservazione e presentazione del cibo. Successivamente mi sono concentrato sul dosaggio degli alimenti in quanto è il principale fattore che causa la maggior parte dei rifiuti. Lo spreco alimentare è un inaccettabile paradosso del nostro tempo: infatti se da un lato vi è la necessità nei prossimi anni di incrementare la produzione alimentare del 50-60% per nutrire una popolazione sempre crescente, dall’altro lato nel mondo si spreca oltre un terzo del cibo prodotto, di cui l’80% sarebbe ancora consumabile. Vedremo come la quantità di cibo definita come "standard" cambia da paese a paese e come nel corso degli anni molte persone, in particolare da paesi più sviluppati, hanno iniziato a riempire i propri piatti sempre di più. Lo spreco alimentare è tanto più illogico quanto più aumentano la produzione di rifiuti e la crisi ambientale nonché l’impoverimento e la denutrizione (oltre 800 milioni di persone attualmente sono malnutrite nel mondo, se fosse possibile recuperare gli sprechi questi sfamerebbero 2 miliardi di persone). Gli sprechi riguardano tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo agricolo alla tavola e colpiscono indistintamente tutti i Paesi. L’Unione europea con 180 kg pro-capite e l’Italia con 149 kg pro-capite risultano sopra la media dei paesi sviluppati. Analizzeremo in che punto della catena alimentare vengono creati gli scarti, per quali motivi e le loro conseguenze in differenti aree geografiche e culturali. Nel nostro Paese, gli sprechi a livello domestico sono i più rilevanti, il 42% del totale, e costano oltre 25 euro al mese a famiglia. Infine, un cibo che non nutre nessuno non solo è inutile, ma è anche dannoso. Gli alimenti sono persi o sprecati lungo l'intera catena di approvvigionamento alimentare: nell'azienda agricola, durante la trasformazione e la lavorazione, nei negozi, nei ristoranti e in ambito domestico. Oltre ai relativi impatti economici e ambientali, i rifiuti alimentari presentano anche un importante aspetto sociale: si dovrebbe agevolare la donazione delle eccedenze, affinché chi ne ha maggiormente bisogno possa ricevere alimenti sicuri e idonei al consumo. Con il cibo buttato (circa un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale) vengono, infatti, sprecati anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti che sono stati necessari per la sua produzione e l’ambiente è stato quindi inquinato, sfruttato o alterato invano e di conseguenza emessi numerosi gas serra. Ridurre lo spreco di cibo significa anche salvare il Pianeta. Nel sistema agroalimentare sono molte le componenti che contribuiscono allo spreco del cibo prodotto, ma nei paesi industrializzati i principali responsabili di queste perdite si collocano alla fine della filiera, nei negozi, nei ristoranti e nelle case. Una enorme quantità di cibo sprecato (circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno secondo le stime del WWF), quattro volte superiore a quella necessaria per sfamare gli 800 milioni di persone che ancora si trovano in una situazione di denutrizione. Secondo le stime di ReFED, una associazione statunitense contro lo spreco alimentare, ridurre del 20 per cento lo spreco di cibo negli Stati Uniti porterebbe in 10 anni ad abbassare di 18 milioni di tonnellate l’anno le emissioni di gas serra. Visto l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti che la questione mette in campo, il problema da affrontare non è solamente etico ma anche economico e ambientale. Spero che questo lavoro mostrerà le vere ragioni alla base della creazione dei rifiuti e mi darà l'opportunità di studiare e trovare nuovi modi e processi, ispirato e profondamente legato al design circolare, al fine di fermare quello che è diventato un tema globale e un'emergenza per l’ambiente. Lo scopo di questo studio è identificare i principali driver dei rifiuti alimentari e di packaging nella fornitura di prodotti agroalimentari in tutta la sua catena in un contesto ambientale, sociale, economico e tecnologico; esplorare le opportunità per lo sviluppo di innovazioni riducendo i rifiuti futuri attraverso un design circolare.
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