Milano 2050. Abitare sopra la verde

What we want to propose in the following discussion is an exploratory project aimed at finding a possible solution to a problem variously diffused in today's Milan, which, after the urbanistic cultures of the 50s and 60s, has inherited large entrance infrastructures, which are no longer able to respond to the changes in the contemporary conception of the City, especially if we consider the latter in its role of "scenario of social life". The axis of Via Palmanova is an explanatory example of this situation: with its 60 meters of width and the presence of the subway on the surface for a total stretch of 1 km, it stands as a break between the two neighboring neighborhoods, configuring itself as a real urban highway. However, it should be taken into account that, if we were to take as an example urban regeneration experiences conducted in Europe, it represents an exceptional opportunity for transformation and development of an idea of the city, in a context that currently has anti-urban characteristics. In fact, it must be borne in mind that the infrastructural value of the area, which is also planned for implementation, can be seen from a strategic point of view, if we consider the fact that urban planning plans are moving in the direction of an imaginary city in which incoming flows will be significantly reduced in favor of the use of public transport. Given these considerations, in our opinion, it is unlikely to achieve satisfactory results if the issue were to be dealt with through minute interventions. The project we have drawn up, which may seem at times visionary, is in fact part of the development perspective recently developed by the city's urban policies. It is a large-scale project, set in a possible Milan 2050, in which the goals of sustainable mobility set today are being achieved. These assumptions are at the basis of the development of the laboratory experience, whose final result was to outline a document of guidelines, on an urban and neighborhood scale, aimed at establishing itself as an intermediary between the planner and the designers, thus claiming the strength of urban design in its role of unifying and guiding the architectural project. The elaboration of the thesis, consequently, arises from the need to verify the validity of these guidelines regardless of the type-morphological approach adopted by the architect. In this regard, three parallel settlement models have been developed, through which, following a comparative analysis, we have arrived at a result that provides for the union, which convinces us from different points of view. This approach allows to identify more functional typologies with respect to the conformation of the intercepted areas; it allows a hypothetical separation of the project that would facilitate its realization; it eliminates the risk of the perception of monotony in the user, in case a single architectural typology would be introduced. The procedure adopted had as an outcome a partial revision of the methodological approach adopted for the drafting of the first guidelines, which is expressed in the redefinition of the logical order of the procedures to be carried out on an urban scale and in the implementation and improvement of the invariants on a neighborhood scale. What is clear is the potential for further expansion of the latter: we can therefore imagine a cyclical process of stress and verification during the long term, so as to verify and control their effectiveness during the course of work.

Ciò che si vuole proporre nella seguente trattazione è un progetto esplorativo volto alla ricerca di una possibile soluzione a una problematica variamente diffusa nella Milano attuale, che, reduce delle culture urbanistiche degli anni 50 e 60, ha ereditato grandi infrastrutture di ingresso, le quali non sono più in grado di rispondere ai cambiamenti della concezione contemporanea della Citta, soprattutto se si considera quest’ultima nel suo ruolo di “scenario della vita sociale”. L’asse di Via Palmanova è un esempio esplicativo di tale situazione: con i suoi 60 metri di larghezza e la presenza della metropolitana in superficie per un tratto complessivo di 1 km, si pone come elemento di cesura tra i due quartieri limitrofi, configurandosi come una vera e propria autostrada urbana. E’ però da tenere in considerazione che, se si dovessero prendere come esempio esperienze di rigenerazione urbana condotti in ambito europeo, rappresenta un’occasione eccezionale di trasformazione e messa a punto di un idea di città, in un contesto che di fatto presenta attualmente caratteri anti-urbani. Bisogna infatti tener presente che la valenza infrastrutturale dell’area, per altro prevista in implemento, può essere vista in un’ottica strategica, se si considera il fatto che i piani urbanistici si stanno muovendo nella direzione di un immaginario di città in cui saranno notevolmente ridotti i flussi in entrata, in favore dell’utilizzo del mezzo pubblico. Date queste considerazioni risulta a nostro parere improbabile ottenere esiti soddisfacenti, se si dovesse trattare la questione attraverso interventi minuti.Il progetto da noi elaborato, che può sembrare a tratti visionario, entra infatti nell’ottica di sviluppo maturata ultimamente dalle politiche urbane della citta. Si tratta di un progetto a larga scala, ambientato in una possibile Milano 2050, nella quale si danno per raggiunti gli obbiettivi di mobilità sostenibile a oggi prefissati. Tali presupposti sono alla base dello sviluppo dell’ esperienza di laboratorio, il cui esito finale è stato quello di delineare un documento di linee guida, a scala urbana e di quartiere, volte ad insediarsi come intermediario tra il pianificatore e i progettisti, rivendicando così la forza del disegno urbano nel suo ruolo di unificare e orientare il progetto di architettura. L’ elaborazione di tesi, di conseguenza, nasce dall’ esigenza di verificare la tenuta di tali linee guida indipendentemente dall’ approccio tipo-morfologico adottato dall’ architetto. A tal proposito sono stati sviluppati tre modelli insediativi paralleli, attraverso i quali, a seguito di un’analisi comparativa, siamo approdati a un esito che ne prevede l’unione, il che ci convince sotto diversi punti di vista. Tale approccio permette infatti di individuare tipologie più funzionali rispetto alla conformazione delle aree intercettate; consente un’ipotetica scorporazione del progetto che ne faciliterebbe la realizzazione; elimina il rischio della percezione di monotonia nel fruitore, nel caso venisse introdotta un’unica tipologia architettonica. Il procedimento adottato ha avuto come estito una parziale revisione dell’ approccio metodologico adottato per la stesura delle prime linee guida, che si esplica nella ridefinizione dell’ordine logico delle procedure da eseguirsi a scala urbana e nell’ implementazione e perfezionamento delle invarianti a scala di quartiere. Ciò che risulta evidente è il potenziale di ulteriore ampliamento di queste ultime: si può dunque immaginare un processo ciclico di stress e verifica durante il lungo periodo, in modo tale da verificarne e controllarne l’efficacia in corso d’opera.