Architecture, fashion and art are moving together in a world more and more globalized, connected, careful, conscious. It’s inevitable and even necessary that these disciplines sometimes coincide in the same space and time with the aim of spread, discuss, exhibit, sell and present to the public a variety of objects, thoughts, ideas. One of the many physical spaces in which this kind of combination happen is the shop. Now more than ever, the store becomes a place way more meaningful than just a shopping area by incorporating multiple purposes and activities which belong to the commercial, social, cultural, political and economical sphere. After an internship in Paris, I noticed a series of similarities with the city of Milan in the way of exploiting and showing connections among architecture, fashion and art. The idea for the project comes from here and it aims to explore and analyze those links by designing an hybrid concept space where they can coexist and cooperate. The goal is to emphasize the bonds between the two cities through culture, underlining the importance of a physical and tangible perception of cultural heritage in the digital age.

Architettura, moda e arte si muovono spesso di pari passo in un mondo sempre più globalizzato, sempre più social, sempre più attento, sempre più consapevole. È inevitabile e talvolta necessario che queste discipline occasionalmente collimino in un unico luogo e nello stesso arco temporale con lo scopo di diffondere, discutere, esporre, vendere e presentare al più ampio pubblico possibile gli oggetti più disparati, i pensieri, le idee. Uno dei tanti modelli di spazio fisico nel quale una simile collimazione possa avvenire è il punto vendita. Oggi più che mai, il negozio assume la portata di un luogo che va ben oltre la funzione di spazio commerciale integrando in sé molteplici significati, cariche e finalità appartenenti alle sfere commerciali, sociali, culturali, politiche ed economiche. Dopo aver maturato un’esperienza di tirocinio a Parigi, mi sono reso conto di una serie di similitudini con Milano nel trattare le sinergie e i collegamenti tra architettura, moda e arte. Da qui nasce l’idea di un progetto che esplora e analizza tali connessioni in maniera più approfondita sotto forma di uno spazio ibrido, enfatizzando i legami tra le due città attraverso la cultura, sottolineandone l’importanza della percezione reale e tangibile anche e soprattutto in era digitale.

Dans Jacquemus. Progetto di un concept space ibrido per il retail e le arti

Dondi, Luca Antonio
2019/2020

Abstract

Architecture, fashion and art are moving together in a world more and more globalized, connected, careful, conscious. It’s inevitable and even necessary that these disciplines sometimes coincide in the same space and time with the aim of spread, discuss, exhibit, sell and present to the public a variety of objects, thoughts, ideas. One of the many physical spaces in which this kind of combination happen is the shop. Now more than ever, the store becomes a place way more meaningful than just a shopping area by incorporating multiple purposes and activities which belong to the commercial, social, cultural, political and economical sphere. After an internship in Paris, I noticed a series of similarities with the city of Milan in the way of exploiting and showing connections among architecture, fashion and art. The idea for the project comes from here and it aims to explore and analyze those links by designing an hybrid concept space where they can coexist and cooperate. The goal is to emphasize the bonds between the two cities through culture, underlining the importance of a physical and tangible perception of cultural heritage in the digital age.
ARC III - Scuola del Design
2-ott-2020
2019/2020
Architettura, moda e arte si muovono spesso di pari passo in un mondo sempre più globalizzato, sempre più social, sempre più attento, sempre più consapevole. È inevitabile e talvolta necessario che queste discipline occasionalmente collimino in un unico luogo e nello stesso arco temporale con lo scopo di diffondere, discutere, esporre, vendere e presentare al più ampio pubblico possibile gli oggetti più disparati, i pensieri, le idee. Uno dei tanti modelli di spazio fisico nel quale una simile collimazione possa avvenire è il punto vendita. Oggi più che mai, il negozio assume la portata di un luogo che va ben oltre la funzione di spazio commerciale integrando in sé molteplici significati, cariche e finalità appartenenti alle sfere commerciali, sociali, culturali, politiche ed economiche. Dopo aver maturato un’esperienza di tirocinio a Parigi, mi sono reso conto di una serie di similitudini con Milano nel trattare le sinergie e i collegamenti tra architettura, moda e arte. Da qui nasce l’idea di un progetto che esplora e analizza tali connessioni in maniera più approfondita sotto forma di uno spazio ibrido, enfatizzando i legami tra le due città attraverso la cultura, sottolineandone l’importanza della percezione reale e tangibile anche e soprattutto in era digitale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/167114