Continuity, identity and complexity. The thesis deals with a design intervention for a tourist-sports infrastructure in Madonna di Campiglio. In the place, personally investigated from early childhood in its being changeable with the passing of the seasons, a proposal is put forward that is appropriate to the avant-garde demand for innovation and responsible towards the landscape, the background of the experience of everyday life.The Fortini refuge-station: technical and public space, however not absent of moments dedicated to a more intimate and private life, is a place of conjugation of the true spirit of the mountain: the continuous coexistence between relating and isolation. Following in the footsteps of an art of high-altitude building, starting with Carlo Mollino's sledge lift at Lago Nero or Franco Albini's Pirovano hotel-refuge, the ultimate desire is to produce an idea of ​​architecture that investigates a method of action regarding attention to the tradition of construction and landscape. A design exercise that makes the outcome slip into the background and focuses instead on affirming the continuity of a method, not only critical but constructive. The thesis is the story of the transition from an epistemology of representation to an epistemology of construction. Undisputed hypersensitivity to differences dominates, more anxious to mark distances than to seek points of convergence; it therefore aspires to the survival of the Italian model made of identity, problematic approach and continuity. It is necessary to have programmable models, therefore able to be interpreted by simulation; a cognitive processes by means of which the architect elaborates a complex artefact that becomes the model-organization of an allegedly complex phenomenon. As learners from the school of Gregotti, Pagano and Rogers welcome the urgency of appealing to the construction of an indissoluble combination of Architecture and Landscape: they meet to spin the networks of a place between artifice and nature, which once united cannot be disentangled and unfold separately from the tangle they create. Impossible to touch a part without making everything else vibrate, impossible to understand a part without an idea of ​​the whole. We arrive at the creation of a complex system, whose behavior cannot be simplistically understood starting from the behavior of its elements as its properties derive from the cooperation of these, but can also be completely extraneous to them.

Continuità, identità e complessità. La tesi tratta di un intervento progettuale per un’infrastruttura turistico-sportiva a Madonna di Campiglio. Nel luogo, indagato personalmente fin dalla prima infanzia nel suo essere mutevole allo scorrere delle stagioni, si avanza una proposta adeguata all’avanguardistica richiesta d’innovazione e responsabile nei confronti del paesaggio, sfondo dell’esperienza del viver quotidiano. La stazione-rifugio Fortini: spazio tecnico e pubblico, comunque non assente di momenti dedicati a una vita più intima e privata, è luogo di coniugazione del vero spirito della montagna: la continua convivenza tra il relazionarsi e l’isolarsi. Sulle orme di un’arte del costruire in alta quota, a partire dalla slittovia del Lago Nero di Carlo Mollino o dall’albergo-rifugio Pirovano di Franco Albini, la volontà ultima è quella di produrre un’idea di architettura che indaga un metodo di azione nel solco di una tradizione di attenzione nei confronti della costruzione e del paesaggio. Un esercizio progettuale che fa scivolare in secondo piano l’esito e si concentra invece nell’affermazione della continuità di un metodo, non unicamente critico bensì costruttivo. La tesi è il racconto della transazione da un’epistemologia della rappresentazione a un’epistemologia della costruzione. Domina incontrastata un’ipersensibilità per le differenze, più ansiosa di marcare distanze, che di ricercare punti di convergenza; si aspira quindi alla sopravvivenza del modello italiano fatto di identità, approccio problematico e continuità. È necessario porsi dei modelli programmabili, dunque in grado di essere interpretati per simulazione; dei processi cognitivi per mezzo dei quali l’architetto elabora un artefatto complesso che diviene modello-organizzazione di un fenomeno presunto complesso. Allievi della scuola di Gregotti, Pagano e Rogers accogliamo l’urgenza di appellarci alla costruzione di un indissolubile binomio tra Architettura e Paesaggio: essi si incontrano per filare le reti di un luogo tra artificio e natura, che una volta unite non si possono districare e distendere separatamente dal groviglio che creano. Impossibile sfiorare una parte senza far vibrare tutto il resto, impossibile capire una parte senza farsi un’idea dell’insieme. Si giunge alla creazione di un sistema complesso, il cui comportamento non può essere semplicisticamente compreso a partire dal comportamento dei suoi elementi in quanto le sue proprietà derivano si dalla cooperazione di questi, ma possono anche essere completamente estranee agli stessi.

Architettura del paesaggio e identità della costruzione. Progetto per un'infrastruttura turistico-sportiva a Madonna di Campiglio tra complessità e continuità

Magli, Paola
2019/2020

Abstract

Continuity, identity and complexity. The thesis deals with a design intervention for a tourist-sports infrastructure in Madonna di Campiglio. In the place, personally investigated from early childhood in its being changeable with the passing of the seasons, a proposal is put forward that is appropriate to the avant-garde demand for innovation and responsible towards the landscape, the background of the experience of everyday life.The Fortini refuge-station: technical and public space, however not absent of moments dedicated to a more intimate and private life, is a place of conjugation of the true spirit of the mountain: the continuous coexistence between relating and isolation. Following in the footsteps of an art of high-altitude building, starting with Carlo Mollino's sledge lift at Lago Nero or Franco Albini's Pirovano hotel-refuge, the ultimate desire is to produce an idea of ​​architecture that investigates a method of action regarding attention to the tradition of construction and landscape. A design exercise that makes the outcome slip into the background and focuses instead on affirming the continuity of a method, not only critical but constructive. The thesis is the story of the transition from an epistemology of representation to an epistemology of construction. Undisputed hypersensitivity to differences dominates, more anxious to mark distances than to seek points of convergence; it therefore aspires to the survival of the Italian model made of identity, problematic approach and continuity. It is necessary to have programmable models, therefore able to be interpreted by simulation; a cognitive processes by means of which the architect elaborates a complex artefact that becomes the model-organization of an allegedly complex phenomenon. As learners from the school of Gregotti, Pagano and Rogers welcome the urgency of appealing to the construction of an indissoluble combination of Architecture and Landscape: they meet to spin the networks of a place between artifice and nature, which once united cannot be disentangled and unfold separately from the tangle they create. Impossible to touch a part without making everything else vibrate, impossible to understand a part without an idea of ​​the whole. We arrive at the creation of a complex system, whose behavior cannot be simplistically understood starting from the behavior of its elements as its properties derive from the cooperation of these, but can also be completely extraneous to them.
VETTORI, MARIA PILAR
DAPRÀ, FRANCESCA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
2-ott-2020
2019/2020
Continuità, identità e complessità. La tesi tratta di un intervento progettuale per un’infrastruttura turistico-sportiva a Madonna di Campiglio. Nel luogo, indagato personalmente fin dalla prima infanzia nel suo essere mutevole allo scorrere delle stagioni, si avanza una proposta adeguata all’avanguardistica richiesta d’innovazione e responsabile nei confronti del paesaggio, sfondo dell’esperienza del viver quotidiano. La stazione-rifugio Fortini: spazio tecnico e pubblico, comunque non assente di momenti dedicati a una vita più intima e privata, è luogo di coniugazione del vero spirito della montagna: la continua convivenza tra il relazionarsi e l’isolarsi. Sulle orme di un’arte del costruire in alta quota, a partire dalla slittovia del Lago Nero di Carlo Mollino o dall’albergo-rifugio Pirovano di Franco Albini, la volontà ultima è quella di produrre un’idea di architettura che indaga un metodo di azione nel solco di una tradizione di attenzione nei confronti della costruzione e del paesaggio. Un esercizio progettuale che fa scivolare in secondo piano l’esito e si concentra invece nell’affermazione della continuità di un metodo, non unicamente critico bensì costruttivo. La tesi è il racconto della transazione da un’epistemologia della rappresentazione a un’epistemologia della costruzione. Domina incontrastata un’ipersensibilità per le differenze, più ansiosa di marcare distanze, che di ricercare punti di convergenza; si aspira quindi alla sopravvivenza del modello italiano fatto di identità, approccio problematico e continuità. È necessario porsi dei modelli programmabili, dunque in grado di essere interpretati per simulazione; dei processi cognitivi per mezzo dei quali l’architetto elabora un artefatto complesso che diviene modello-organizzazione di un fenomeno presunto complesso. Allievi della scuola di Gregotti, Pagano e Rogers accogliamo l’urgenza di appellarci alla costruzione di un indissolubile binomio tra Architettura e Paesaggio: essi si incontrano per filare le reti di un luogo tra artificio e natura, che una volta unite non si possono districare e distendere separatamente dal groviglio che creano. Impossibile sfiorare una parte senza far vibrare tutto il resto, impossibile capire una parte senza farsi un’idea dell’insieme. Si giunge alla creazione di un sistema complesso, il cui comportamento non può essere semplicisticamente compreso a partire dal comportamento dei suoi elementi in quanto le sue proprietà derivano si dalla cooperazione di questi, ma possono anche essere completamente estranee agli stessi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/167500