The aim of the script is to make a contribution to the compositional studies of Caccia Dominioni’s work through a new response based on the interpretation of the aspects and characters of its architecture. The thesis is divided into four analytical categories - “Approach”, “Style”, “Composition” and “Context” - which allow you to organize the study. The firs part of the research, the “Approach” is dedicated to the analysis of the architect’s method of work and the architect’s ability to arrange buildings in the urban landscape and at the same time to confer an exclusive image. He can manage different scale, from the urban one to the scale of the object. He works in courtain road and studies the insertion in it: the urban front and the secondary one, the blind side and the continuity with the built and the urban pre-existences, the relationship between different typology and morphology such as a mix use between high building and building in curtain road like the project for a commercial and residential building in Via Vanoni in Morbegno and the complex in Corso Italia in Milan. A crucial point of this research is the definition of the “Stile di Caccia” formulated by Gio Ponti and reused by Fulvio Irace to best describe the peculiarities of the Milanese architect and his Milanesity, which is not easily classifiable or similar to other contemporary architects. His projects have a unique character and content, because they are the result of a study dedicated to every problem. His great enterprise translates into a careful and imaginative development of ever-changing details. The study of detail goes from the architectural scale to the design objects, sometimes proposing variations of the same theme. Through his projects it was possible to outline the profile of the typical client, a bourgeois clientele with great spending power during the years of reconstruction and the economic boom, and to rebuild, although not completely, a good part of the architect’s client network. The part of “Composition”, the more innovative and interesting, analyzes and study the fixed points of his architecture and aspects such as the care of the connection between the new construction and the historical fabric and its insertion in the urban context; It creates continuity with the ancient Milanese settlement, with the Monuments, modulating its architecture accordingly. the attention to the general context in which to build, in his projects he is able to read and assimilate the measures and proportions of historic buildings and the workings within his buildings - like the residential building in Piazza Carbonari born from the plan configuration of several overlapping layers, creating a dynamic and original layout in elevation. In the same way it uses traditional materials in a modern key, combined with a meticulous study of the details. The architectural language of Caccia Dominioni it shows up as a heterogeneous set of meanings, with permanent elements and other variables, which form a large, but well-defined repertoire from which the architect draws specifically on the basis of need and intuition. Within this variety, the operational methodology with which he expresses his language is very clear and coherent. The last part, the “Context”, is fundamental for the research because frame the figure of Caccia Dominioni and his design activity in the cultural context of reference and within the contemporary debate. To better understand the architect’s works we study the collaborations, the exchange of ideas received by the architect with friends and colleagues. Through a chronological and systematic study, it can be seen that the theme of reconstruction is a constant in the early part of Caccia Dominioni’s career, from the Forties to the Seventies, which coincides with the architect’s period of greatest productivity. He often finds himself working in historical contexts and strongly characterized by the presence of monuments and consolidated historical fabrics, or in the process of being transformed. He designs real fragments of cities, such as the project for the Istituto Beata Vergine Addolorata in Via Calatafimi, a space that also includes the residential building in Via Santa Croce built a few years later and the complex intervention of Corso Italia made twice. Caccia Dominioni often operates in the same context, years later, as in the two examples just mentioned. Among the most interesting results of the research, which also wants to be a collection of “starting points” and inspiring themes for future studies, there is that of having partially opened the gaze of investigation on the architecture of Caccia Dominioni, and opened a new chapter of studies dedicated to architectural composition, where the historiographic studies the previous studies form a solid basis.

L'obiettivo del lavoro è quello di dare un contributo agli studi compositivi del lavoro di Caccia Dominioni attraverso una nuova risposta basata sull'interpretazione degli aspetti e dei caratteri della sua architettura. La tesi è divisa in quattro categorie analitiche - "Approccio", "Stile", "Composizione" e "Contesto" - che consentono di organizzare lo studio. La prima parte della ricerca, "Approach", è dedicata all'analisi del metodo di lavoro dell'architetto e alla capacità dell'architetto di disporre gli edifici nel paesaggio urbano e allo stesso tempo di conferire un'immagine esclusiva. Può gestire scale diverse, da quella urbana alla scala dell'oggetto. Egli lavora all'interno della cortina stradale e studia l'inserimento in essa: il fronte urbano e quello secondario, il lato cieco e la continuità con le preesistenze costruite e urbane, il rapporto tra diverse tipologie e morfologia come un uso misto tra alto costruendo e costruendo in cortina come il progetto di un edificio commerciale e residenziale in Via Vanoni a Morbegno e il complesso in Corso Italia a Milano. Un punto cruciale di questa ricerca è la definizione dello "Stile di Caccia" formulato da Gio Ponti e riutilizzato da Fulvio Irace per descrivere al meglio le peculiarità dell'architetto milanese e della sua milanità, che non è facilmente classificabile o simile ad altri architetti contemporanei. I suoi progetti hanno un carattere e un contenuto unici, perché sono il risultato di uno studio dedicato e meticoloso singolarmente volto ad ogni problema. La sua grande impresa si traduce in uno sviluppo attento e fantasioso di dettagli in continua evoluzione. Lo studio del dettaglio va dalla scala architettonica agli oggetti di design, proponendo talvolta variazioni dello stesso tema. Attraverso i suoi progetti è stato possibile delineare il profilo del cliente tipo, una clientela borghese con un grande potere di spesa durante gli anni della ricostruzione e del boom economico, e ricostruire, sebbene non completamente, una buona parte della rete di clienti dell'architetto. La parte di "Composizione", la più innovativa e interessante, analizza e studia i punti fissi della sua architettura e aspetti come la cura della connessione tra la nuova costruzione e il tessuto storico e il suo inserimento nel contesto urbano; crea continuità con l'antico insediamento milanese, con i Monumenti, modulando di conseguenza la sua architettura. Grazie all'attenzione al contesto in cui costruisce, egli nei suoi progetti è in grado di leggere e assimilare le misure e le proporzioni degli edifici storici e il funzionamento all'interno dei suoi edifici - come l'edificio residenziale in Piazza Carbonari nato dalla diverse configurazione in pianta montate su più livelli, creando un layout dinamico e originale in elevazione. Allo stesso modo utilizza materiali tradizionali in chiave moderna, combinati con uno studio meticoloso dei dettagli. Il linguaggio architettonico di Caccia Dominioni si presenta come un insieme eterogeneo di significati, con elementi permanenti e altre variabili, che formano un repertorio ampio ma ben definito dal quale l'architetto attinge specificamente sulla base di necessità e intuizione. All'interno di questa varietà, la metodologia operativa con cui esprime il suo linguaggio è molto chiara e coerente. L'ultima parte, il "Contesto", è fondamentale per la ricerca perché inquadra la figura di Caccia Dominioni e la sua attività progettuale nel contesto culturale di riferimento e all'interno del dibattito contemporaneo. Per comprendere meglio le opere dell'architetto si sono studiate le collaborazioni, lo scambio di idee dell'architetto con amici e colleghi. Attraverso uno studio cronologico e sistematico, si può vedere che il tema della ricostruzione è una costante nella prima parte della carriera di Caccia Dominioni, dagli anni Quaranta agli anni Settanta, che coincide con il periodo di maggiore produttività dell'architetto. Egli si trova spesso a lavorare in contesti storici e fortemente caratterizzati dalla presenza di monumenti e tessuti consolidati, o in fase di trasformazione. Progetta veri e propri frammenti di città, come il progetto per l'Istituto Beata Vergine Addolorata in Via Calatafimi, uno spazio che comprende anche l'edificio residenziale in Via Santa Croce costruito pochi anni dopo e il complesso intervento di Corso Italia. Caccia Dominioni opera spesso nello stesso contesto, anni dopo, come nei due esempi appena citati. Tra i risultati più interessanti della ricerca, che vuole anche essere una raccolta di “punti di partenza” e temi ispiratori per studi futuri, c'è quello di aver parzialmente aperto lo sguardo di indagine sull'architettura di Caccia Dominioni e di aver aperto un nuovo capitolo di studi dedicati alla composizione architettonica, in cui gli studi storiografici e gli studi precedenti costituiscono una solida base.

Compositional studies on Luigi Caccia Dominioni

FERRARI, VERONICA

Abstract

The aim of the script is to make a contribution to the compositional studies of Caccia Dominioni’s work through a new response based on the interpretation of the aspects and characters of its architecture. The thesis is divided into four analytical categories - “Approach”, “Style”, “Composition” and “Context” - which allow you to organize the study. The firs part of the research, the “Approach” is dedicated to the analysis of the architect’s method of work and the architect’s ability to arrange buildings in the urban landscape and at the same time to confer an exclusive image. He can manage different scale, from the urban one to the scale of the object. He works in courtain road and studies the insertion in it: the urban front and the secondary one, the blind side and the continuity with the built and the urban pre-existences, the relationship between different typology and morphology such as a mix use between high building and building in curtain road like the project for a commercial and residential building in Via Vanoni in Morbegno and the complex in Corso Italia in Milan. A crucial point of this research is the definition of the “Stile di Caccia” formulated by Gio Ponti and reused by Fulvio Irace to best describe the peculiarities of the Milanese architect and his Milanesity, which is not easily classifiable or similar to other contemporary architects. His projects have a unique character and content, because they are the result of a study dedicated to every problem. His great enterprise translates into a careful and imaginative development of ever-changing details. The study of detail goes from the architectural scale to the design objects, sometimes proposing variations of the same theme. Through his projects it was possible to outline the profile of the typical client, a bourgeois clientele with great spending power during the years of reconstruction and the economic boom, and to rebuild, although not completely, a good part of the architect’s client network. The part of “Composition”, the more innovative and interesting, analyzes and study the fixed points of his architecture and aspects such as the care of the connection between the new construction and the historical fabric and its insertion in the urban context; It creates continuity with the ancient Milanese settlement, with the Monuments, modulating its architecture accordingly. the attention to the general context in which to build, in his projects he is able to read and assimilate the measures and proportions of historic buildings and the workings within his buildings - like the residential building in Piazza Carbonari born from the plan configuration of several overlapping layers, creating a dynamic and original layout in elevation. In the same way it uses traditional materials in a modern key, combined with a meticulous study of the details. The architectural language of Caccia Dominioni it shows up as a heterogeneous set of meanings, with permanent elements and other variables, which form a large, but well-defined repertoire from which the architect draws specifically on the basis of need and intuition. Within this variety, the operational methodology with which he expresses his language is very clear and coherent. The last part, the “Context”, is fundamental for the research because frame the figure of Caccia Dominioni and his design activity in the cultural context of reference and within the contemporary debate. To better understand the architect’s works we study the collaborations, the exchange of ideas received by the architect with friends and colleagues. Through a chronological and systematic study, it can be seen that the theme of reconstruction is a constant in the early part of Caccia Dominioni’s career, from the Forties to the Seventies, which coincides with the architect’s period of greatest productivity. He often finds himself working in historical contexts and strongly characterized by the presence of monuments and consolidated historical fabrics, or in the process of being transformed. He designs real fragments of cities, such as the project for the Istituto Beata Vergine Addolorata in Via Calatafimi, a space that also includes the residential building in Via Santa Croce built a few years later and the complex intervention of Corso Italia made twice. Caccia Dominioni often operates in the same context, years later, as in the two examples just mentioned. Among the most interesting results of the research, which also wants to be a collection of “starting points” and inspiring themes for future studies, there is that of having partially opened the gaze of investigation on the architecture of Caccia Dominioni, and opened a new chapter of studies dedicated to architectural composition, where the historiographic studies the previous studies form a solid basis.
ROCCA, ALESSANDRO
30-giu-2020
L'obiettivo del lavoro è quello di dare un contributo agli studi compositivi del lavoro di Caccia Dominioni attraverso una nuova risposta basata sull'interpretazione degli aspetti e dei caratteri della sua architettura. La tesi è divisa in quattro categorie analitiche - "Approccio", "Stile", "Composizione" e "Contesto" - che consentono di organizzare lo studio. La prima parte della ricerca, "Approach", è dedicata all'analisi del metodo di lavoro dell'architetto e alla capacità dell'architetto di disporre gli edifici nel paesaggio urbano e allo stesso tempo di conferire un'immagine esclusiva. Può gestire scale diverse, da quella urbana alla scala dell'oggetto. Egli lavora all'interno della cortina stradale e studia l'inserimento in essa: il fronte urbano e quello secondario, il lato cieco e la continuità con le preesistenze costruite e urbane, il rapporto tra diverse tipologie e morfologia come un uso misto tra alto costruendo e costruendo in cortina come il progetto di un edificio commerciale e residenziale in Via Vanoni a Morbegno e il complesso in Corso Italia a Milano. Un punto cruciale di questa ricerca è la definizione dello "Stile di Caccia" formulato da Gio Ponti e riutilizzato da Fulvio Irace per descrivere al meglio le peculiarità dell'architetto milanese e della sua milanità, che non è facilmente classificabile o simile ad altri architetti contemporanei. I suoi progetti hanno un carattere e un contenuto unici, perché sono il risultato di uno studio dedicato e meticoloso singolarmente volto ad ogni problema. La sua grande impresa si traduce in uno sviluppo attento e fantasioso di dettagli in continua evoluzione. Lo studio del dettaglio va dalla scala architettonica agli oggetti di design, proponendo talvolta variazioni dello stesso tema. Attraverso i suoi progetti è stato possibile delineare il profilo del cliente tipo, una clientela borghese con un grande potere di spesa durante gli anni della ricostruzione e del boom economico, e ricostruire, sebbene non completamente, una buona parte della rete di clienti dell'architetto. La parte di "Composizione", la più innovativa e interessante, analizza e studia i punti fissi della sua architettura e aspetti come la cura della connessione tra la nuova costruzione e il tessuto storico e il suo inserimento nel contesto urbano; crea continuità con l'antico insediamento milanese, con i Monumenti, modulando di conseguenza la sua architettura. Grazie all'attenzione al contesto in cui costruisce, egli nei suoi progetti è in grado di leggere e assimilare le misure e le proporzioni degli edifici storici e il funzionamento all'interno dei suoi edifici - come l'edificio residenziale in Piazza Carbonari nato dalla diverse configurazione in pianta montate su più livelli, creando un layout dinamico e originale in elevazione. Allo stesso modo utilizza materiali tradizionali in chiave moderna, combinati con uno studio meticoloso dei dettagli. Il linguaggio architettonico di Caccia Dominioni si presenta come un insieme eterogeneo di significati, con elementi permanenti e altre variabili, che formano un repertorio ampio ma ben definito dal quale l'architetto attinge specificamente sulla base di necessità e intuizione. All'interno di questa varietà, la metodologia operativa con cui esprime il suo linguaggio è molto chiara e coerente. L'ultima parte, il "Contesto", è fondamentale per la ricerca perché inquadra la figura di Caccia Dominioni e la sua attività progettuale nel contesto culturale di riferimento e all'interno del dibattito contemporaneo. Per comprendere meglio le opere dell'architetto si sono studiate le collaborazioni, lo scambio di idee dell'architetto con amici e colleghi. Attraverso uno studio cronologico e sistematico, si può vedere che il tema della ricostruzione è una costante nella prima parte della carriera di Caccia Dominioni, dagli anni Quaranta agli anni Settanta, che coincide con il periodo di maggiore produttività dell'architetto. Egli si trova spesso a lavorare in contesti storici e fortemente caratterizzati dalla presenza di monumenti e tessuti consolidati, o in fase di trasformazione. Progetta veri e propri frammenti di città, come il progetto per l'Istituto Beata Vergine Addolorata in Via Calatafimi, uno spazio che comprende anche l'edificio residenziale in Via Santa Croce costruito pochi anni dopo e il complesso intervento di Corso Italia. Caccia Dominioni opera spesso nello stesso contesto, anni dopo, come nei due esempi appena citati. Tra i risultati più interessanti della ricerca, che vuole anche essere una raccolta di “punti di partenza” e temi ispiratori per studi futuri, c'è quello di aver parzialmente aperto lo sguardo di indagine sull'architettura di Caccia Dominioni e di aver aperto un nuovo capitolo di studi dedicati alla composizione architettonica, in cui gli studi storiografici e gli studi precedenti costituiscono una solida base.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/169115