In Tokyo, everchanging city, even an architectural icon like the Nakagin Capsule Tower cannot escape the strict rules governing the life cycle of the city's buildings. The research starts from the actual debate about the real estate pressures for the demolition of the famous tower by the metabolist architect Kisho Kurokawa. Nowadays the tower is in a state of extreme abandonment: out of 144 initial capsules, only 20 are currently inhabited. Moreover, according the strict rules of the real estate market, there is no more space for a building that can exploit only 40% of the surface/volume ratio, expecially in an area where the cost of land is one of the highest in Tokyo. Nakagin is not the first example of the demolition of iconic buildings, this approach to architecture has much deeper roots in Japanese culture: the demolition of the Ise Shrine every 20 years is its emblem. Assuming therefore that the demolition for Nakagin is an imminent and dramatic reality, the research aims to find concrete alternative solutions. In accordance with the principle of the capsule as an autonomous and detachable element, a third way is proposed rather than the demolition or musealization of the tower: the reuse of the capsules. Inspired by Kurokawa's idea of a suburban declination the life in the capsules, the project provides the displacement of the still accessible 84 capsules, moving from the verticality of the city to a rural horizontality in the prefecture of Iwate. It’s in fact for this community, destroyed by the effects of the tsunami disaster in 2011, that the new village is designed, taking into account the needs and traditions of the population and dangers coming from the sea and the land. Without questioning the Nakagin's value as a manifesto, the project reacts to the individualist model of housing designed for the homo movens embracing the newborn principles of codividuaity, believing that, within a larger system, a future for the capsules is still possible.

A Tokyo, città in innovazione continua, anche un’ icona architettonica come la Nakagin Capsule Tower, non riesce a sottrarsi alle ferree regole che regolano il ciclo di vita degli edifici della città. La ricerca parte dal dibattito attuale riguardo le spinte immobiliari per la demolizione della nota torre dell’architetto metabolista Kisho Kurokawa. Ad oggi la torre si trova in uno stato di estremo abbandono: su 144 capsule iniziali, solo 20 sono quelle attualmente abitate. A questo si aggiungono le rigide regole del mercato immobiliare, secondo le quali non c’è più spazio per un edificio che riesca a sfruttare solo il 40% del rapporto superficie/volume in un’area dove il costo del suolo è tra i più elevati di Tokyo. Quello della Nakagin non è il primo fra gli esempi di demolizione di edifici simbolo, questo approccio nei confronti dell'architettura ha radici ben più profonde nella cultura giapponese: l’ abbattimento dello Ise Shrine ogni 20 anni ne è l'emblema. Assumendo quindi che la demolizione per la Nakagin sia una imminente e drammatica realtà, la ricerca si propone di trovare soluzioni alternative concrete. In conformità con il principio della capsula come elemento autonomo e rimovibile si prevede una terza via rispetto alla demolizione o musealizzazione della torre: il riutilizzo delle capsule. Ispirandosi all’ idea di Kurokawa di una declinazione extraurbana del vivere nella capsula, il progetto prevede lo spostamento delle 84 capsule ancora utilizzabili, passando da una verticalità urbana all'orizzontalità rurale della prefettura di Iwate. È infatti per questa comunità, distrutta degli effetti ancora presenti della catastrofe del maremoto del 2011, che è stato pensato il nuovo villaggio, basandosi sulle esigenze date della popolazione e dell’area in cui si insedia, tenendo conto delle tradizioni locali e dei pericoli del mare e della terra. Senza mettere in discussione il valore della Nakagin come manifesto, in risposta al modello individualista di abitazione pensata per l'homo movens, il progetto abbraccia i nascenti principi del vivere codividuale, sostenendo che, all'interno di un sistema più grande, sia possibile un futuro per le capsule.

Metabolizing metabolism. Nakagin's capsules go rural

Vettore, Nicole;Rini, Selene;Prini, Francesca
2019/2020

Abstract

In Tokyo, everchanging city, even an architectural icon like the Nakagin Capsule Tower cannot escape the strict rules governing the life cycle of the city's buildings. The research starts from the actual debate about the real estate pressures for the demolition of the famous tower by the metabolist architect Kisho Kurokawa. Nowadays the tower is in a state of extreme abandonment: out of 144 initial capsules, only 20 are currently inhabited. Moreover, according the strict rules of the real estate market, there is no more space for a building that can exploit only 40% of the surface/volume ratio, expecially in an area where the cost of land is one of the highest in Tokyo. Nakagin is not the first example of the demolition of iconic buildings, this approach to architecture has much deeper roots in Japanese culture: the demolition of the Ise Shrine every 20 years is its emblem. Assuming therefore that the demolition for Nakagin is an imminent and dramatic reality, the research aims to find concrete alternative solutions. In accordance with the principle of the capsule as an autonomous and detachable element, a third way is proposed rather than the demolition or musealization of the tower: the reuse of the capsules. Inspired by Kurokawa's idea of a suburban declination the life in the capsules, the project provides the displacement of the still accessible 84 capsules, moving from the verticality of the city to a rural horizontality in the prefecture of Iwate. It’s in fact for this community, destroyed by the effects of the tsunami disaster in 2011, that the new village is designed, taking into account the needs and traditions of the population and dangers coming from the sea and the land. Without questioning the Nakagin's value as a manifesto, the project reacts to the individualist model of housing designed for the homo movens embracing the newborn principles of codividuaity, believing that, within a larger system, a future for the capsules is still possible.
IMPERADORI, MARCO
LIOTTA, SALVATOR-JOHN
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-dic-2020
2019/2020
A Tokyo, città in innovazione continua, anche un’ icona architettonica come la Nakagin Capsule Tower, non riesce a sottrarsi alle ferree regole che regolano il ciclo di vita degli edifici della città. La ricerca parte dal dibattito attuale riguardo le spinte immobiliari per la demolizione della nota torre dell’architetto metabolista Kisho Kurokawa. Ad oggi la torre si trova in uno stato di estremo abbandono: su 144 capsule iniziali, solo 20 sono quelle attualmente abitate. A questo si aggiungono le rigide regole del mercato immobiliare, secondo le quali non c’è più spazio per un edificio che riesca a sfruttare solo il 40% del rapporto superficie/volume in un’area dove il costo del suolo è tra i più elevati di Tokyo. Quello della Nakagin non è il primo fra gli esempi di demolizione di edifici simbolo, questo approccio nei confronti dell'architettura ha radici ben più profonde nella cultura giapponese: l’ abbattimento dello Ise Shrine ogni 20 anni ne è l'emblema. Assumendo quindi che la demolizione per la Nakagin sia una imminente e drammatica realtà, la ricerca si propone di trovare soluzioni alternative concrete. In conformità con il principio della capsula come elemento autonomo e rimovibile si prevede una terza via rispetto alla demolizione o musealizzazione della torre: il riutilizzo delle capsule. Ispirandosi all’ idea di Kurokawa di una declinazione extraurbana del vivere nella capsula, il progetto prevede lo spostamento delle 84 capsule ancora utilizzabili, passando da una verticalità urbana all'orizzontalità rurale della prefettura di Iwate. È infatti per questa comunità, distrutta degli effetti ancora presenti della catastrofe del maremoto del 2011, che è stato pensato il nuovo villaggio, basandosi sulle esigenze date della popolazione e dell’area in cui si insedia, tenendo conto delle tradizioni locali e dei pericoli del mare e della terra. Senza mettere in discussione il valore della Nakagin come manifesto, in risposta al modello individualista di abitazione pensata per l'homo movens, il progetto abbraccia i nascenti principi del vivere codividuale, sostenendo che, all'interno di un sistema più grande, sia possibile un futuro per le capsule.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/169984