Piazza Europa. A new scenario for a cross-border metropolitan field

In May 2004, when Slovenia entered the European Union and subsequently accessed the Schengen Area, the border line which for almost half a century divided Gorizia from Nova Gorica suddenly fell down. This socialist city was founded in Yugoslav territory by Tito in the post World War II period, aiming at recreating that administrative center long lost after the Paris Peace Treaties in 1947. However, the border line has never represented an impassable limit. Rather, it configures itself as a set of interstitial spaces, a sort of periphery inside the two cities, characterised by the presence of seven passes. In 2019 Gorizia and Nova Gorica, for the first time together as a unique city, became a candidate for the European Capital of Culture 2025, trying to definitively overcome the purely legal-administrative separation that so far has kept them divided as two entities. This event became the pretext for a long-term planning operation, involving both communities in a cross-border project. The project will be structured through a careful planning activity: from the urban to the architectural scale of the border area, setting the ground for a society now able to overcome those spatial conformations remained almost unchanged since 1947. The reconfiguration of the square in front of the historic Transalpina Station is the first of a series of specific interventions, aiming at returning an identity character to this area, now featuring a symbolic and celebratory character but devoid of any urban one. Piazza Europa fits into this context as a device for change, structuring a perimeter that can respond to the dynamism of the existing infrastructural linearity. A cycle-pedestrian infrastructure system and a green corridor link the different areas of intervention in a continuum that extends from Casa Rossa to Salcano, consolidating their cultural, social and economic value. The event will therefore be a chance for a linear reactivation of the two divided-cities communication point, taking on the opportunity of revealing their desire to evolve, according to the principles of social and spatial unity, celebrating and consecrating the idea of a Europe no longer nostalgic, but unifying.

Nel maggio del 2004, con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea e la successiva adesione alla Convenzione di Schengen, è caduta la linea di confine che da quasi mezzo secolo divide Gorizia da Nova Gorica, la città socialista voluta da Tito nel secondo dopoguerra in territorio jugoslavo, con l’obiettivo di ricreare quel polo amministrativo venuto a mancare dopo il trattato di Parigi nel 1947. La linea di confine tuttavia, anche nei periodi più acuti della guerra fredda, non ha mai rappresentato un limite invalicabile, configurandosi piuttosto come un insieme di spazi interstiziali, una sorta di periferia interna alle due città caratterizzata dalla presenza di sette valichi. Nel 2019 Gorizia e Nova Gorica si candidano per la prima volta come unica città a Capitale Europea della Cultura 2025, al fine di superare definitivamente la separazione rimasta ormai prettamente giuridico-amministrativa che le rende due entità separate. L’evento diviene pretesto per una programmazione a lungo termine che vede coinvolte entrambe le collettività in un progetto comune attraverso la fascia transfrontaliera. Il progetto si strutturerà attraverso una pianificazione accurata dalla scala urbana a quella architettonica dell’area di confine, che vede una società in grado di oltrepassare le conformazioni spaziali rimaste pressoché invariate dal 1947 ad oggi. La riconfigurazione del piazzale antistante la storica Stazione Transalpina, e’ il primo di una serie di interventi puntuali atti a ristabilire un carattere identitario di quest’area, rimasta a luogo un luogo simbolico e celebrativo ma privo di un carattere urbano. Piazza Europa s’inserisce in questo contesto come un dispositivo predisposto al cambiamento, strutturando un perimetro che possa rispondere alla dinamicità della linearità infrastrutturale esistente. Un sistema infrastrutturale ciclo-pedonale e un corridoio verde legano le diverse aree di intervento in un continuum che si estende da Casa Rossa a Salcano, consolidandone il valore culturale, sociale ed economico. L’evento sarà dunque un principio di riattivazione lineare del punto di comunicazione di due città a lungo divise, sfruttando l’occasione per rivelare la loro volontà di evolversi secondo i principi di unità sociale e spaziale, celebrando e consacrando l’idea di un’Europa non più nostalgica ma unificatrice.