San Martino Carano. Dal sisma 2012 ad oggi. Preservare l'esistente per un nuovo luogo di accoglienza

“It is always important to design something by considering it in its largest context, a chair in a room, a room in a house, a house in the environment, the environment in the project of a city. " (Eliel Saarinen). Thus the thesis was born, considering a small portion of a territory, and proceeding gradually expanding the horizon: the project, in fact, takes place in the parish of San Martino Carano, a small suburb a few kilometers from Mirandola, a town in province of Modena. The initial intention is to study the most important historical artifact in the area, namely the church of San Martino Carano; it is not an architecture with a long and complex history, but it has nevertheless remained a cornerstone of the community for several centuries, a solid reference in the Emilian horizons. Until May 20, 2012, when a long series of earthquakes irreversibly hit the provinces of Modena, Ferrara, Bologna, Reggio-Emilia and Mantua, causing innumerable damage to the social and economic fabric. Since that time, Mirandola and all the neighboring territories are engaged in a long phase of reconstruction, which still continues today; the priority immediately belonged to companies, schools and individuals, to favor the resumption of all economic and social activities. The historical artifacts and the most ancient architectures, whose use was not strictly necessary, are waiting to receive a reconstruction and restoration program; today only the Cathedral has been reopened, after eight years of work. The church of San Martino has always been an attractive pole for the small community in which it was born, hosting in its territories other services in addition to liturgical functions, such as summer camps, catechetical activities, archives etc. The intent of the thesis is to restore attractiveness and new functions to the place, after the church becomes unusable in 2012 and is temporarily replaced by a temporary liturgical hall. It is a question of acting in a very marginal place in a territory that can be defined, in turn, as peripheral. The intervention consists of many actions of different nature: the study and the restorations carried out on the ancient church, the graft that connects it to a new liturgical hall adapted to the new needs and the study of its composition, the unified parish center by a strong sign, namely that of a portico that runs along the perimeter of the area. The parish of San Martino Carano becomes the bearer of a renewed identity, showing the signs of time and proposing itself as the new focal point of Mirandola.

“È importante progettare sempre una cosa considerandola nel suo più grande contesto, una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa nell’ambiente, l’ambiente nel progetto di una città.” (Eliel Saarinen). Così è nata la tesi, considerando una piccola porzione di un territorio, e procedendo ampliando a mano a mano l’orizzonte: il progetto, infatti, trova luogo nella parrocchia di San Martino Carano, un piccolo sobborgo a pochi chilometri da Mirandola, cittadina in provincia di Modena. L’intenzione iniziale è quella di studiare il manufatto storico più rilevante dell’area, ovvero la chiesa di San Martino Carano; non si tratta di un’architettura corredata da una lunga e articolata storia, ma rimane comunque un caposaldo della comunità da vari secoli, un solido riferimento nei piatti orizzonti emiliani. Fino al 20 maggio del 2012, quando una lunga serie di scosse di terremoto colpiscono in maniera irreversibile le province di Modena, Ferrara, Bologna, Reggio-Emilia e Mantova, causando innumerevoli danni al tessuto sociale ed economico. Da quel momento, Mirandola e tutti i territori limitrofi sono impegnati in una lunga fase di ricostruzione, che tutt’oggi perdura; la priorità è appartenuta fin da subito alle aziende, alle scuole e ai privati, per favorire la ripresa di tutte le attività economiche e sociali. I manufatti storici e le architetture più antiche, il cui uso non è risultato strettamente indispensabile, sono in attesa di ricevere un programma di ricostruzione e restauro; ad oggi, per quanto riguarda l’architettura sacra in territorio mirandolese, solo il Duomo è stato riaperto, in seguito a otto anni di lavori. La chiesa di San Martino è sempre stata un polo attrattivo per la piccola comunità in cui è nata, ospitando nei suoi territori altri servizi oltre alle funzioni liturgiche, come centri estivi, attività di catechesi, archivio etc. L’intento della tesi è ridare attrattività e nuove funzioni al luogo, dopo che nel 2012 la chiesa diventa inagibile e viene temporaneamente sostituita da un’aula liturgica provvisoria. Si tratta di agire in un luogo molto marginale in un territorio che si può definire, a sua volta, altrettanto periferico. L’intervento è composto da tante azioni di diversa natura: lo studio e i restauri compiuti sull’antica chiesa, l’innesto che collega quest’ultima a una nuova aula liturgica adeguata alle nuove esigenze e lo studio della sua composizione, il centro parrocchiale unificato da un segno forte, ovvero quello di un porticato che percorre il perimetro dell’area. La parrocchia di San Martino Carano diventa portatrice di una identità rinnovata, mostrando i segni del tempo e proponendosi come nuovo punto focale di Mirandola.