A postcard from 2084. Brand's renaissance-decadence in an alternative present

Today’s society is made up of social bonds between individuals, increasingly inconsistent, more fragile. In fact, we live in a constantly evolving dimension, a dynamic dimension, overwhelmed by technological development. It is the time of uncertainty, many economists and sociologists argue, due to the new challenges opened by globalization. 2084 is a critical project based on a dystopian alternative present. “The supermarket, already the super market. It has never changed since 2084 that I can remember. I hate going to the supermarket today like yesterday indeed, today more than yesterday! How can a place like that even the slightest please; a place whose favorite color is pale “john doe” gray that not even psychedelic and timeless neons can light up. I have always ruled out the hypothesis of working in a supermarket, I think you need a real talent for that or perhaps just a great ability to know how to turn the brain on and off on command. Huge spaces full of choice, choice then, I don’t think the choice was exactly offered, it was more possible to enter the “canned tuna and ham” version of Vogue. The same identical product exhibited in series as a mosaic, a mosaic that did not have the slightest care of an artist, the one that carefully selects its tiles, in shape, color, purity, brilliance, duration and value , none of this. It was more of a working hypnotic call to the point that I no longer had to convince. All we needed was TO BE FULL and THERE “.

La società di oggi è formata da legami sociali tra gli individui, sempre più inconsistenti, più fragili. Viviamo infatti in una dimensione in continua evoluzione, una dimensione dinamica, travolta dallo sviluppo tecnologico. È l’epoca dell’incertezza sostengono molti economisti e sociologi, per le nuove sfide aperte dalla globalizzazione. 2084 è un progetto critico basato su un distopico alternative present. “Il supermercato, già il super mercato. Non è mai cambiato dal 2084 che io abbia memoria. Odio andare al supermercato oggi come ieri anzi, oggi più di ieri! Come può anche solo minimamente piacere un posto del genere; un posto il quale colore preferito è il grigio “john doe” pallido che neanche i neon psichedelici e fuoritempo sanno illuminare. Ho sempre escluso l’ipotesi di lavorare in un supermercato, credo serva un talento vero per quello o forse solo una grande capacità di saper spegnere e accendere il cervello a comando. Enormi spazi ricchi di scelta, scelta poi, non credo che la scelta fosse esattamente offerta, era più offerta la possibilità di entrare nella versione “tonno e prosciutto in scatola” di Vogue. Lo stesso identico prodotto esposto in serie come un mosaico, un mosaico che non aveva minimamente la cura di un’artista, quello che seleziona con cura le sue tessere, nella forma, nel colore, nella purezza, nella brillantezza, nella durata e nel valore, niente di tutto questo. Era più un richiamo ipnotico funzionante al punto da non dover più convincere. Serviva solo ESSERCI e PIENO”.