L'impatto della moda sulla biodiversità. Tesi di ricerca sullo stato dell’arte e proposta di un progetto di collezione sostenibile : Meraki

According to UN research, species extinction rates are accelerating and the progress of biodiversity decline is unprecedented: one million species are currently at risk of extinction (IPBES, 2018). Of all these, companies in the fashion industry are paradoxically both causing and suffering the effects of the increase of this trend. The fibers used in clothing are often of animal or vegetable origin, both agricultural and wild. The current condition of global biodiversity has been photographed by a careful scientific research; starting from those studies it has been possible to circumscribe how fashion is becoming co-responsible for the decline in biodiversity. During the design of a fashion collection, the choice of materials is one of the first fundamental steps. A great part of the ecological footprint that the project will leave behind will depend on this. In this thesis, following an analysis of the impacts that wool and cashmere have on the world's ecosystem, was presented a possible package of natural and animal fibers that a label could use on the basis of existing certifications and sustainable alternatives to the fibers normally employed. The core of the work therefore lies in the design proposal. Meraki wants to be a current collection, built with sustainable materials and also focused on post-purchase processes, such as the care and recovery of used garments, which are often neglected by brands. Six of the garments designed have been created, making tailoring and knitwear dialogue. The communication of the project was also a topic of research: from the logo to the brand image; from the shooting to the online and offline communication. The result is a sustainable collection that can be immediately included in a production and industrial process.

Secondo le ricerche dell’ONU, i tassi d’estinzione delle specie stanno accelerando e il progredire del declino della biodiversità è senza precedenti: un milione di specie sono attualmente a rischio di estinzione (IPBES, 2018). Tra tutte, le aziende del settore moda stanno paradossalmente tanto causando quanto subendo gli effetti dell’incremento di questa tendenza. Le fibre utilizzate nei capi d’abbigliamento hanno spesso origine animale o vegetale, sia di derivazione agricola che selvatica. Lo stato effettivo della biodiversità globale è stato fotografato da un’attenta ricerca scientifica; partendo da quegli studi è stato possibile circoscrivere come la moda si stia rendendo corresponsabile del declino della biodiversità. Durante l’ideazione di una collezione, la scelta dei materiali è uno dei primi fondamentali step. Da questo dipenderà gran parte dell’impronta ecologica che il progetto lascerà dietro di sé. In questo elaborato, a seguito dell’analisi degli impatti che lana e cashmere hanno all’interno dell’ecosistema mondiale, è stato presentato un possibile pacchetto di fibre di origine naturale e animale che un marchio potrebbe adoperare sulla base di certificazioni già esistenti ed alternative sostenibili alle fibre normalmente in uso. Il fulcro del mio lavoro risiede quindi nella proposta progettuale. Meraki vuole essere una collezione attuale, costruita con materiali sostenibili e attenta anche a quei processi post acquisto, come la cura e il recupero dei capi usati, che spesso vengono trascurati dai brand. Sono stati realizzati sei dei capi disegnati, facendo dialogare sartoria e maglieria. Anche la comunicazione del progetto è stata oggetto di studio: dal logo, all’immagine associata; dallo shooting, alla comunicazione online ed offline. Il risultato è una collezione sostenibile, potenzialmente inseribile immediatamente in un processo produttivo e industriale.