The contemporary world in which we live, marked by a high degree of complexity and an overabundance of signs, has generated a desire for a process of reduction to eliminate the redundancy that surrounds us. Simplicity is a theme that is regaining value in contemporary culture, affecting also the discipline of architecture. It is a choice of clarity, to be intended as a process of purification of complexity to give importance to the essential architectural thought, thus recovering the primary gestures of architecture. This attitude is particularly evident in Portuguese culture: monomateriality and pure volumes emerge as central elements of the work, proving to be the essential components of a "classical" lexicon that characterises a timeless architecture capable to be a measure of time and an instrument of interpretation and knowledge of a thought. Starting from these considerations, influenced by a common experience that has allowed us to get closer to Portuguese culture, we have tried to reflect on simplicity as a value not only from an aesthetic and formal point of view but also an ethical and expressive one, finding its clearest manifestation in medieval monastic architecture. The ambition to define a purer and simpler form of Christianity was reflected in the form and character of monasteries, places of collective life. The first architectural gesture, the act of drawing a perimeter, " take possession, sacralize and measure a place in a geometric sense", brings with it the idea of the Holy. It therefore seemed interesting to analyse the archetypical form of the enclosure, which has always been associated with the theme of sacrality, and the formal implications of this idea, leading to three types of settlement based on the enclosure: the void, the inhabited wall and the labyrinth. Three new monastic structures are proposed to support pilgrimage activities along the Portuguese route to Santiago de Compostela, with the aim of recovering an ancient historical route in the south of Lisbon (between Caparica and Setubal), recognising its cultural value.

La realtà contemporanea entro cui ci muoviamo, contrassegnata da un’elevata complessità e da una sovrabbondanza di segni, ha suscitato il desiderio di andare incontro ad un processo di scarnificazione che elimini quanto di superfluo ci circonda. La semplicità è un tema che sta riacquistando valore nella cultura contemporanea, interessando pure la disciplina architettonica. Si tratta di una scelta di chiarezza, da intendersi come processo di riduzione della complessità per dare rilevanza all’essenzialità del pensiero architettonico, recuperando così i gesti primari del costruire. Tale attitudine crediamo si possa riscontrare in particolare all’interno della cultura portoghese: monomatericità e volumi puri emergono come elementi centrali dell’opera, dimostrandosi le componenti essenziali di un lessico “classico” che caratterizzano un'architettura senza tempo capace di divenire strumento di interpretazione e conoscenza di un pensiero. A partire da queste considerazioni, influenzate da un’esperienza comune che ha permesso di avvicinarci alla cultura portoghese, abbiamo cercato di riflettere sulla semplicità come valore non solo estetico e formale ma anche etico ed espressivo. Tale declinazione del termine ci è sembrata particolarmente conforme ai principi dell’architettura monastica medievale, nelle cui forme l’aspirazione a definire un modello più puro e semplice di cristianità trovò riflesso. Il primo gesto architettonico che accompagna la fondazione monastica, l’atto di tracciare un perimetro, “la presa di possesso, la sacralizzazione e commisurazione di un luogo in senso geometrico”, porta con sé l’idea stessa di sacro. Risulta così interessante analizzare la forma archetipica del recinto, da sempre accompagnata al tema della sacralità, e gli sviluppi formali che questa può assumere, giungendo a tre modalità insediative, derivate dal recinto: vuoto, muro abitato e labirinto. Si propongono quindi tre nuove strutture monastiche a supporto di attività di pellegrinaggio lungo il cammino portoghese per Santiago de Compostela, con l’obiettivo di recuperare un antico tracciato storico a sud di Lisbona (tra Caparica e Setubal) riconoscendone il grande valore culturale.

Sacralità del recinto. Project for three monasteries along the Portuguese Way

Minucci, Veronica;Palmiotto, Giovanni;Goi, Gianluca
2019/2020

Abstract

The contemporary world in which we live, marked by a high degree of complexity and an overabundance of signs, has generated a desire for a process of reduction to eliminate the redundancy that surrounds us. Simplicity is a theme that is regaining value in contemporary culture, affecting also the discipline of architecture. It is a choice of clarity, to be intended as a process of purification of complexity to give importance to the essential architectural thought, thus recovering the primary gestures of architecture. This attitude is particularly evident in Portuguese culture: monomateriality and pure volumes emerge as central elements of the work, proving to be the essential components of a "classical" lexicon that characterises a timeless architecture capable to be a measure of time and an instrument of interpretation and knowledge of a thought. Starting from these considerations, influenced by a common experience that has allowed us to get closer to Portuguese culture, we have tried to reflect on simplicity as a value not only from an aesthetic and formal point of view but also an ethical and expressive one, finding its clearest manifestation in medieval monastic architecture. The ambition to define a purer and simpler form of Christianity was reflected in the form and character of monasteries, places of collective life. The first architectural gesture, the act of drawing a perimeter, " take possession, sacralize and measure a place in a geometric sense", brings with it the idea of the Holy. It therefore seemed interesting to analyse the archetypical form of the enclosure, which has always been associated with the theme of sacrality, and the formal implications of this idea, leading to three types of settlement based on the enclosure: the void, the inhabited wall and the labyrinth. Three new monastic structures are proposed to support pilgrimage activities along the Portuguese route to Santiago de Compostela, with the aim of recovering an ancient historical route in the south of Lisbon (between Caparica and Setubal), recognising its cultural value.
AIRES MATEUS, FRANCISCO
ROBIGLIO, MATTEO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2021
2019/2020
La realtà contemporanea entro cui ci muoviamo, contrassegnata da un’elevata complessità e da una sovrabbondanza di segni, ha suscitato il desiderio di andare incontro ad un processo di scarnificazione che elimini quanto di superfluo ci circonda. La semplicità è un tema che sta riacquistando valore nella cultura contemporanea, interessando pure la disciplina architettonica. Si tratta di una scelta di chiarezza, da intendersi come processo di riduzione della complessità per dare rilevanza all’essenzialità del pensiero architettonico, recuperando così i gesti primari del costruire. Tale attitudine crediamo si possa riscontrare in particolare all’interno della cultura portoghese: monomatericità e volumi puri emergono come elementi centrali dell’opera, dimostrandosi le componenti essenziali di un lessico “classico” che caratterizzano un'architettura senza tempo capace di divenire strumento di interpretazione e conoscenza di un pensiero. A partire da queste considerazioni, influenzate da un’esperienza comune che ha permesso di avvicinarci alla cultura portoghese, abbiamo cercato di riflettere sulla semplicità come valore non solo estetico e formale ma anche etico ed espressivo. Tale declinazione del termine ci è sembrata particolarmente conforme ai principi dell’architettura monastica medievale, nelle cui forme l’aspirazione a definire un modello più puro e semplice di cristianità trovò riflesso. Il primo gesto architettonico che accompagna la fondazione monastica, l’atto di tracciare un perimetro, “la presa di possesso, la sacralizzazione e commisurazione di un luogo in senso geometrico”, porta con sé l’idea stessa di sacro. Risulta così interessante analizzare la forma archetipica del recinto, da sempre accompagnata al tema della sacralità, e gli sviluppi formali che questa può assumere, giungendo a tre modalità insediative, derivate dal recinto: vuoto, muro abitato e labirinto. Si propongono quindi tre nuove strutture monastiche a supporto di attività di pellegrinaggio lungo il cammino portoghese per Santiago de Compostela, con l’obiettivo di recuperare un antico tracciato storico a sud di Lisbona (tra Caparica e Setubal) riconoscendone il grande valore culturale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/173213