Beirut Lebanon, August 4 2020, 18:08 – 2 750 tons of ammonium nitrate exploded in the Port of Beirut causing more than 200 deaths, 6 500 injuries, €12 billion in property damage, and 300 000 homeless people. An unimaginable man-made disaster that could have been avoided, destroyed the capital of my country along with the hopes and dreams of a whole nation. A nation battling with a failed economy, a plunging currency, a rising poverty rate, a violent political unrest and a devastating COVID-19 pandemic, has no reliable government to turn to for disaster relief. The community stepped in to help the people affected by the blast. A substantial grassroot movement surged to connect experts, engineers, architects, designers and any volunteer to pick up the pieces of a failed institution. However, amidst a traumatic shock mixed with feelings of sorrow and anger, a systemic problem surfaced. Volunteers were ready, aids were coming in, but a proper allocation of those rebuilding efforts was misplaced. The fragmentation of all the bodies and actors was one of the reasons behind this. This thesis aims to investigate the dynamics of the joint roles of all those actors in bringing disaster relief with a specific focus on the housing crisis. It adopts a community-based open-source approach embracing an architectural and urban point of view and proposing a product service system design that can be implemented in times of crisis. Despite the retrospectivity of the thesis, the proposed system considers the possibility of serving other unforeseeable emergencies as well. This system aims to link all different actors (experts, initiatives, NGOs, victims, donors etc.) as well as organize and facilitate all the flows that come into play in the aftermath of a lingering disaster.

Beirut Libano, 4 Agosto, 2020, 18:08 - 2750 tonnellate di nitrato di ammonio esplodono nel Porto di Beirut causando più di 200 morti, 6 500 feriti, €12 miliardi in danni alle proprietà, e 300 000 persone rimaste senza dimora. Un inimmaginabile disastro creato dall’uomo che poteva esser evitato, ha distrutto la capitale del mio paese e con questa tutte le speranze e i sogni di un’intera nazione. Una nazione che si sta battendo contro un’economia in fallimento, una valuta in picchiata, un aumento del tasso di povertà, un violento disordine politico e una devastante pandemia di COVID-19, non ha un governo affidabile a cui rivolgersi in tempi di crisi. La comunità si è fatta avanti per aiutare le persone colpite dall’esplosione. Un sostanziale movimento di base è sorto per collegare esperti, ingegneri, architetti, designer e qualsiasi volontario per raccogliere i pezzi di un’istituzione fallita. Tuttavia, in mezzo a uno shock traumatico misto a sentimenti di dolore e rabbia, è emerso un problema sistemico. I volontari erano pronti, gli aiuti arrivavano, ma una corretta allocazione di questi sforzi di ricostruzione era mal distribuita. La frammentazione di tutti gli enti e gli attori è stata una delle ragioni alla base di questo. Questa tesi mira a indagare le dinamiche dei ruoli congiunti di tutti questi attori nel portare soccorso in caso di disastro, con un focus specifico sulla crisi abitativa. Adotta un approccio open-source basato sulla comunità, abbracciando un punto di vista architettonico e urbano, e propone un design di sistema di prodotti e servizi che può essere implementato in tempi di crisi. Nonostante la retrospettività della tesi, il sistema proposto considera la possibilità di servire anche altre emergenze imprevedibili. Questo sistema mira a collegare tutti i diversi attori (esperti, iniziative, ONG, vittime, donatori ecc.) così come a organizzare e facilitare tutti i flussi che entrano in gioco all'indomani di un disastro persistente.

Aftermath. Tackling the housing crisis after the 2020 Beirut port explosion. Investigating the joint role of designers and the community in bringing disaster relief

Bassil, Tracy
2020/2021

Abstract

Beirut Lebanon, August 4 2020, 18:08 – 2 750 tons of ammonium nitrate exploded in the Port of Beirut causing more than 200 deaths, 6 500 injuries, €12 billion in property damage, and 300 000 homeless people. An unimaginable man-made disaster that could have been avoided, destroyed the capital of my country along with the hopes and dreams of a whole nation. A nation battling with a failed economy, a plunging currency, a rising poverty rate, a violent political unrest and a devastating COVID-19 pandemic, has no reliable government to turn to for disaster relief. The community stepped in to help the people affected by the blast. A substantial grassroot movement surged to connect experts, engineers, architects, designers and any volunteer to pick up the pieces of a failed institution. However, amidst a traumatic shock mixed with feelings of sorrow and anger, a systemic problem surfaced. Volunteers were ready, aids were coming in, but a proper allocation of those rebuilding efforts was misplaced. The fragmentation of all the bodies and actors was one of the reasons behind this. This thesis aims to investigate the dynamics of the joint roles of all those actors in bringing disaster relief with a specific focus on the housing crisis. It adopts a community-based open-source approach embracing an architectural and urban point of view and proposing a product service system design that can be implemented in times of crisis. Despite the retrospectivity of the thesis, the proposed system considers the possibility of serving other unforeseeable emergencies as well. This system aims to link all different actors (experts, initiatives, NGOs, victims, donors etc.) as well as organize and facilitate all the flows that come into play in the aftermath of a lingering disaster.
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2021
2020/2021
Beirut Libano, 4 Agosto, 2020, 18:08 - 2750 tonnellate di nitrato di ammonio esplodono nel Porto di Beirut causando più di 200 morti, 6 500 feriti, €12 miliardi in danni alle proprietà, e 300 000 persone rimaste senza dimora. Un inimmaginabile disastro creato dall’uomo che poteva esser evitato, ha distrutto la capitale del mio paese e con questa tutte le speranze e i sogni di un’intera nazione. Una nazione che si sta battendo contro un’economia in fallimento, una valuta in picchiata, un aumento del tasso di povertà, un violento disordine politico e una devastante pandemia di COVID-19, non ha un governo affidabile a cui rivolgersi in tempi di crisi. La comunità si è fatta avanti per aiutare le persone colpite dall’esplosione. Un sostanziale movimento di base è sorto per collegare esperti, ingegneri, architetti, designer e qualsiasi volontario per raccogliere i pezzi di un’istituzione fallita. Tuttavia, in mezzo a uno shock traumatico misto a sentimenti di dolore e rabbia, è emerso un problema sistemico. I volontari erano pronti, gli aiuti arrivavano, ma una corretta allocazione di questi sforzi di ricostruzione era mal distribuita. La frammentazione di tutti gli enti e gli attori è stata una delle ragioni alla base di questo. Questa tesi mira a indagare le dinamiche dei ruoli congiunti di tutti questi attori nel portare soccorso in caso di disastro, con un focus specifico sulla crisi abitativa. Adotta un approccio open-source basato sulla comunità, abbracciando un punto di vista architettonico e urbano, e propone un design di sistema di prodotti e servizi che può essere implementato in tempi di crisi. Nonostante la retrospettività della tesi, il sistema proposto considera la possibilità di servire anche altre emergenze imprevedibili. Questo sistema mira a collegare tutti i diversi attori (esperti, iniziative, ONG, vittime, donatori ecc.) così come a organizzare e facilitare tutti i flussi che entrano in gioco all'indomani di un disastro persistente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/173269