Meu bairro è minha casa. Un progetto modello per la rigenerazione di Chamanculo C

The urban population of sub-Saharan Africa is set to double over the next decade, resulting in an increase in the percentage of people living in slums. In Maputo, over 75% of the population lives in informal settlements, which are extended for more than half of the city land. Chamanculo C is one of the many informal districts of the city, with a population of over 20,000 inhabitants and an area of ​​just over one square kilometer. The informal nature of the settlement, combined with the high population density and the poverty of the inhabitants, causes a series of problems, ranging from land insecure possession, absence of water and sewerage network, frequent occurrence of epidemics and lack of security, especially for women. But the informal nature is not the only problem: it’s something intrinsic to the neighborhood, something that characterizes it and determines its uniqueness; it’s something of value and quality, where quality is made by the relationship between the people who live it; it’s an opportunity of a rebirth and development, which starts from the inhabitants. The general objective of the thesis is to improve life the quality of life of the inhabitants of Chamanculo C, through the improvement of the quality of the houses and giving impact to a socio-economic development. What guided the development of our thesis, from the beginning, has been the desire to propose and design something that was truly feasible and achievable in Chamanculo C, respecting its identity, understanding its limits and enhancing its potential. First of all, to achieve this goal it was necessary to study the slums phenomenon and how it has been faced by others before us, and then to focus on African traditional architecture, local construction techniques and on their implementation and applicability in urban contexts. We wished to design something realistic economically and materially, which can be built by the inhabitants themselves and that respects and enhances the consolidated urban fabric and the relationships between the residents. This project will be implemented and modified to meet the real needs of the population. We wanted to design something that, focusing on small scale and on everyday life, could put the basis for interventions that, starting from the bottom, exploit the energies of the community to heal degradation, improve urban landscape and, slowly, also improve their life quality. All these desires and ambitions have translated in some choices, first of all the decision to focus on the improvement of houses, designing all the services to make it self-sufficient, applying passive strategies, using local materials and relatively simple construction techniques, to make possible a total self-construction of the building. All these choices define a pilot project, which can be replicated, expanded and adapted, and can be the base for a wider and more organized urban regeneration.

Nel prossimo decennio la popolazione urbana dell’Africa sub-sahariana è destinata a raddoppiare e con essa crescerà anche la percentuale di popolazione che vive negli slums, ai margini delle grandi città. A Maputo oltre il 75% della popolazione della città vive in insediamenti informali, che occupano più di metà del territorio cittadino. Chamanculo C è uno dei tanti quartieri informali della città, con una popolazione di oltre 20.000 abitanti e una superficie di poco più di 1 km2. La natura informale dell’insediamento, unita alla elevata densità abitativa e alla povertà degli abitanti, è causa di una serie di problematiche, che vanno dal possesso insicuro della terra, all’assenza di una rete idrica e fognaria, al frequente manifestarsi di epidemie, alla mancanza di sicurezza, soprattutto per le donne. Ma l’informale non è solo questo: è qualcosa di intrinseco al quartiere, che lo caratterizza e che ne determina la sua unicità; è qualcosa di valore e di qualità, dove la qualità è la relazione tra le persone che lo abitano e lo vivono; è un’opportunità di rinascita e di sviluppo dal basso e partecipato. La tesi si pone come obiettivo generale quello di migliorare la qualità della vita degli abitanti delle periferie di Maputo, passando attraverso il miglioramento della qualità dell’abitare e ponendo le basi per uno sviluppo socioeconomico. Ciò che ha guidato lo sviluppo della nostra tesi, sin dalle prime fasi, è stato il desiderio di proporre e progettare qualcosa che fosse veramente fattibile e realizzabile nel contesto di Chamanculo C, rispettandone l’identità, affrontandone i limiti e le criticità ed esaltandone le potenzialità. Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario allargare lo sguardo, andando a studiare innanzitutto il fenomeno degli slums e come altri prima di noi lo hanno affrontato, per concentrarci poi sull’architettura vernacolare africana, sulle tecniche costruttive locali, spesso andate perdute con l’avvento del colonialismo, e sulla loro implementazione e applicabilità in un contesto urbano. Progettare qualcosa di fattibile, economicamente e materialmente, che possa essere costruito dagli abitanti stessi, che rispetti e valorizzi il tessuto urbano consolidato e le relazioni tra gli abitanti, che possa essere implementato e modificato per rispondere alle esigenze reali della popolazione. Progettare qualcosa che, concentrandosi sulla piccola scala e sugli aspetti quotidiani della realtà, possa porsi come base per la promozione di interventi che, partendo dal basso, sfruttano le energie della collettività in maniera positiva per sanare il degrado, migliorare il paesaggio urbano e, poco alla volta, la qualità della vita. Tutti questi desideri e ambizioni si sono concretizzati in una serie di scelte, prima fra tutte la decisione di concentrarsi sul miglioramento delle abitazioni, progettando tutti i servizi necessari a renderla autosufficiente, applicando strategie passive, prevedendo l’uso di materiali locali e l’impiego di tecniche costruttive relativamente semplici, per rendere possibile una totale autocostruzione dell’edificio. Tutto questo va a definire un progetto modello, necessariamente inserito in uno specifico contesto, ma che può essere replicato, ampliato e adattato, e pone le basi per una più ampia ed organizzata rigenerazione urbana.