The quarrying activity taking place in Carrara has given rise to fascinating landscapes, creating architectonic structures that express the strong connection between shape, matter and structure. The anthropic transformation of the landscape presents the artificial setting of the quarry as a new natural environment. The evocative scenery is profoundly inspiring, both from the point of view of space and perception, and from that of culture and history: the quarry evolves beyond its physical, geological, technical and economic function, beyond its testament to the devastation inflicted on the environment in the past, to become a symbol of the local and national culture. This work takes on a new point of view on the irreversibility of quarrying in a landscape. It recognises a new state of the environment and landscape, where the architectural project can be laid down with the intent of increasing the cultural value of the location even further. The project aims at creating a virtuous bond between a territory where the quarrying activity will continue for several years, and the surrounding environment. Our main objective is to encompass the daily quarrying activity into the wider perspective of the environment and cultural significance, where the quarry stops being seen as an “open wound” in the mountain side, and becomes the subject of architectonic study and experimentation, generating new opportunities of valorisation of the territory.

A Carrara l’attività estrattiva ha configurato paesaggi suggestivi, architetture naturali che esprimono esplicitamente l’inscindibile legame tra forma, materia e struttura. Essi rappresentano ambienti evocativi, sia dal punto di vista storico-culturale che dal punto di vista percettivo-spaziale, e riportano l’attenzione sulla relazione tra trasformazione antropica e territorio, assumendo il contesto artificiale come nuovo scenario naturale, su cui impostare il progetto. La cava, infatti, non è solo un fatto fisico, geologico, tecnico o economico, ma rappresenta anche il nostro modo di percepire un paesaggio segnato irreversibilmente dall’attività estrattiva, non più un disastro paesaggistico ma un elemento tangibile della nostra storia e cultura. La tesi assume una posizione nuova rispetto alla questione dell’irreversibilità del paesaggio cavato, riconoscendo una nuova condizione ambientale e paesaggistica nella quale fondare il progetto di architettura con l’intento di conferire ulteriore valore al luogo. Il progetto proposto per il territorio di Carrara si pone come sfida quella di relazionarsi a un paesaggio in continua trasformazione in quanto l’attività estrattiva è destinata a procedere ancora per diversi anni. L’obiettivo è quello di unire il normale sfruttamento della cava con il progetto architettonico ottenendo la configurazione di un nuovo paesaggio che consideri le cave attive come un’occasione di progetto in una soluzione di simultaneità, senza negare lo sfruttamento futuro delle risorse. In questa prospettiva la cava non è più vista come una “ferita” da rimarginare ma come oggetto attivo di riflessione architettonica che genera nuove opportunità di valorizzazione dei territori.

Oltre le cave. Capisaldi in un paesaggio in movimento

Gobbi, Paola;Maggi, Eleonora;Borlenghi, Giulia
2020/2021

Abstract

The quarrying activity taking place in Carrara has given rise to fascinating landscapes, creating architectonic structures that express the strong connection between shape, matter and structure. The anthropic transformation of the landscape presents the artificial setting of the quarry as a new natural environment. The evocative scenery is profoundly inspiring, both from the point of view of space and perception, and from that of culture and history: the quarry evolves beyond its physical, geological, technical and economic function, beyond its testament to the devastation inflicted on the environment in the past, to become a symbol of the local and national culture. This work takes on a new point of view on the irreversibility of quarrying in a landscape. It recognises a new state of the environment and landscape, where the architectural project can be laid down with the intent of increasing the cultural value of the location even further. The project aims at creating a virtuous bond between a territory where the quarrying activity will continue for several years, and the surrounding environment. Our main objective is to encompass the daily quarrying activity into the wider perspective of the environment and cultural significance, where the quarry stops being seen as an “open wound” in the mountain side, and becomes the subject of architectonic study and experimentation, generating new opportunities of valorisation of the territory.
CAZZANIGA, GIULIA
PARMAKSIZ, ELIF
QUAGLIAROLI, MANUEL
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
27-apr-2021
2020/2021
A Carrara l’attività estrattiva ha configurato paesaggi suggestivi, architetture naturali che esprimono esplicitamente l’inscindibile legame tra forma, materia e struttura. Essi rappresentano ambienti evocativi, sia dal punto di vista storico-culturale che dal punto di vista percettivo-spaziale, e riportano l’attenzione sulla relazione tra trasformazione antropica e territorio, assumendo il contesto artificiale come nuovo scenario naturale, su cui impostare il progetto. La cava, infatti, non è solo un fatto fisico, geologico, tecnico o economico, ma rappresenta anche il nostro modo di percepire un paesaggio segnato irreversibilmente dall’attività estrattiva, non più un disastro paesaggistico ma un elemento tangibile della nostra storia e cultura. La tesi assume una posizione nuova rispetto alla questione dell’irreversibilità del paesaggio cavato, riconoscendo una nuova condizione ambientale e paesaggistica nella quale fondare il progetto di architettura con l’intento di conferire ulteriore valore al luogo. Il progetto proposto per il territorio di Carrara si pone come sfida quella di relazionarsi a un paesaggio in continua trasformazione in quanto l’attività estrattiva è destinata a procedere ancora per diversi anni. L’obiettivo è quello di unire il normale sfruttamento della cava con il progetto architettonico ottenendo la configurazione di un nuovo paesaggio che consideri le cave attive come un’occasione di progetto in una soluzione di simultaneità, senza negare lo sfruttamento futuro delle risorse. In questa prospettiva la cava non è più vista come una “ferita” da rimarginare ma come oggetto attivo di riflessione architettonica che genera nuove opportunità di valorizzazione dei territori.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/173610