This thesis reflects on the fragility, complexity and contradiction of a strongly anthropized area, characterized by an inaccessible reality that can potentially be developed as a renewed landscape. The area examined is a part of the Olona Valley, in the interval covered by the first section of the Valmorea’s Railway, between Castellanza and Cairate Lonate-Ceppino. This place has a long industrial history as it has hosted paper mills, factories and cotton mills settled in the river valley, in order to take advantage of the water and the driving force of the river. Technological development, de-industrialization processes and market globalization have led to the progressive deseration of these activities, leaving a landscape of waste; Olona Valley witnesses the river area history, that has been strongly anthropized and abused over the last decades. The aim of the thesis is therefore to describe, read and treat, through the project, this complex reality, implementing strategies of consolidation, protection and re-naturalization of the valley area. This purpose will be achieved through an environmental reconnection plan extended on a territorial scale and actions carried out on a local scale. The thesis present the architectural project as a "space therapy" that takes into consideration the need to modify the landscape as a form of care, concretized starting from the recognition, unveiling or anticipation of new forms of relationship. As a result the project becomes an expression of relating to natural diversity in a conscious way; acknowledging the soil as a fundamental environmental infrastructure aiming to free it rather than occupy it, paying attention to measuring every action starting from the need to identify as integral part of the landscape. The thesis offers a general strategic response for a transept and some sections of the Olona Valley, focusing more closely on Castellanza. In this context, the aim of the intervetion is to reconnect the valley area to the local ecological network, through partial re-naturalization of the river bed, the design of soils, infrastructures and artifacts. Furthermore, also the reconversion of the thermoelectric plant in a hydroponic study center for agricultural production and sperimentation, rapresent a project intent.

Questa tesi riflette sulla fragilità, complessità e contraddittorietà di un’area fortemente antropizzata e consumata, la cui realtà opaca e inaccessibile può essere riscattata come nuovo paesaggio. L'ambito preso in esame appartiene alla Valle dell'Olona, nell'intervallo percorso dal primo tratto dell’ex Ferrovia della Valmorea, tra Castellanza e Cairate Lonate-Ceppino. Si tratta di un territorio con una lunga storia industriale alle spalle che ha visto succedersi cartiere, opifici e cotonifici insediati, all’interno della valle fluviale, in modo da sfruttare le acque e la forza motrice del fiume. Lo sviluppo tecnologico, i processi di de-industrializzazione e la globalizzazione dei mercati, hanno portato al progressivo abbandono di queste attività, restituendo un paesaggio di scarti; in parte desolato, perché testimone di una storia che spesso ha portato l’area del fiume ad essere fortemente antropizzata, poco rispettata e persino abusata. L’obbiettivo di progetto è quindi quello di descrivere, interpretare e curare, tramite il progetto, questa realtà complessa, attuando strategie di consolidamento, protezione e ri-naturalizzazione dell’area valliva, integrando un piano di ri-connessione ambientale esteso a scala territoriale e azioni svolte sul piano locale. Questo scopo viene perseguito assumendo il progetto di architettura come "terapia dello spazio"; considerando la necessità di modificare il paesaggio come forma di cura, esercitata a partire dal riconoscimento, dal disvelamento o dalla previsione di nuove forme di relazione. Il progetto diventa quindi espressione del rapportarsi all’alterità naturale in maniera consapevole; riconoscendo il suolo come infrastruttura ambientale fondamentale, procedendo quindi a liberarlo piuttosto che occuparlo, prestando attenzione a misurare ogni azione a partire dalla necessità di immedesimarci e sentirci parte integrante del paesaggio. La tesi offre una risposta strategica generale di progetto per un transetto ed alcune sezioni della Valle dell'Olona, soffermandosi, con uno sguardo più ravvicinato, sul nodo di Castellanza. In questo ambito fondamentale, viene proposto un intervento di riconnessione dell'ambito di valle alla rete ecologica locale, attraverso interventi di ri-naturalizzazione parziale dell'alveo fluviale, di disegno di suoli, infrastrutture e manufatti, inclusa la conversione del complesso dell’ex centrale termoelettrica in centro studi e sperimentazione per la produzione agricola idroponica.

Lungo l'Olona. Progetto di cura del paesaggio e riciclo di suoli, infrastrutture manufatti

Nardini, Martina Chiara
2019/2020

Abstract

This thesis reflects on the fragility, complexity and contradiction of a strongly anthropized area, characterized by an inaccessible reality that can potentially be developed as a renewed landscape. The area examined is a part of the Olona Valley, in the interval covered by the first section of the Valmorea’s Railway, between Castellanza and Cairate Lonate-Ceppino. This place has a long industrial history as it has hosted paper mills, factories and cotton mills settled in the river valley, in order to take advantage of the water and the driving force of the river. Technological development, de-industrialization processes and market globalization have led to the progressive deseration of these activities, leaving a landscape of waste; Olona Valley witnesses the river area history, that has been strongly anthropized and abused over the last decades. The aim of the thesis is therefore to describe, read and treat, through the project, this complex reality, implementing strategies of consolidation, protection and re-naturalization of the valley area. This purpose will be achieved through an environmental reconnection plan extended on a territorial scale and actions carried out on a local scale. The thesis present the architectural project as a "space therapy" that takes into consideration the need to modify the landscape as a form of care, concretized starting from the recognition, unveiling or anticipation of new forms of relationship. As a result the project becomes an expression of relating to natural diversity in a conscious way; acknowledging the soil as a fundamental environmental infrastructure aiming to free it rather than occupy it, paying attention to measuring every action starting from the need to identify as integral part of the landscape. The thesis offers a general strategic response for a transept and some sections of the Olona Valley, focusing more closely on Castellanza. In this context, the aim of the intervetion is to reconnect the valley area to the local ecological network, through partial re-naturalization of the river bed, the design of soils, infrastructures and artifacts. Furthermore, also the reconversion of the thermoelectric plant in a hydroponic study center for agricultural production and sperimentation, rapresent a project intent.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2021
2019/2020
Questa tesi riflette sulla fragilità, complessità e contraddittorietà di un’area fortemente antropizzata e consumata, la cui realtà opaca e inaccessibile può essere riscattata come nuovo paesaggio. L'ambito preso in esame appartiene alla Valle dell'Olona, nell'intervallo percorso dal primo tratto dell’ex Ferrovia della Valmorea, tra Castellanza e Cairate Lonate-Ceppino. Si tratta di un territorio con una lunga storia industriale alle spalle che ha visto succedersi cartiere, opifici e cotonifici insediati, all’interno della valle fluviale, in modo da sfruttare le acque e la forza motrice del fiume. Lo sviluppo tecnologico, i processi di de-industrializzazione e la globalizzazione dei mercati, hanno portato al progressivo abbandono di queste attività, restituendo un paesaggio di scarti; in parte desolato, perché testimone di una storia che spesso ha portato l’area del fiume ad essere fortemente antropizzata, poco rispettata e persino abusata. L’obbiettivo di progetto è quindi quello di descrivere, interpretare e curare, tramite il progetto, questa realtà complessa, attuando strategie di consolidamento, protezione e ri-naturalizzazione dell’area valliva, integrando un piano di ri-connessione ambientale esteso a scala territoriale e azioni svolte sul piano locale. Questo scopo viene perseguito assumendo il progetto di architettura come "terapia dello spazio"; considerando la necessità di modificare il paesaggio come forma di cura, esercitata a partire dal riconoscimento, dal disvelamento o dalla previsione di nuove forme di relazione. Il progetto diventa quindi espressione del rapportarsi all’alterità naturale in maniera consapevole; riconoscendo il suolo come infrastruttura ambientale fondamentale, procedendo quindi a liberarlo piuttosto che occuparlo, prestando attenzione a misurare ogni azione a partire dalla necessità di immedesimarci e sentirci parte integrante del paesaggio. La tesi offre una risposta strategica generale di progetto per un transetto ed alcune sezioni della Valle dell'Olona, soffermandosi, con uno sguardo più ravvicinato, sul nodo di Castellanza. In questo ambito fondamentale, viene proposto un intervento di riconnessione dell'ambito di valle alla rete ecologica locale, attraverso interventi di ri-naturalizzazione parziale dell'alveo fluviale, di disegno di suoli, infrastrutture e manufatti, inclusa la conversione del complesso dell’ex centrale termoelettrica in centro studi e sperimentazione per la produzione agricola idroponica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/173849