Comfort or discomfort, safety or danger, calm or alienation, refuge or prison, which of these sensations characterize a domestic space? It is customary to consider one's home a happy, safe and familiar environment, a place of protection and in which to be yourself, but what if, suddenly, it were no longer so? In fact, if our home is not shaped on our image, it will be foreign to us, and if it does not protect us from external gazes or if it does not guarantee us the right level of intimacy, it will create discomfort and distress. During the worldwide lockdown due to the covid-19 pandemic, the feeling of being trapped at home has become even more intense. We have been deprived of the freedom to leave a space whose walls protected us from the outside while at the same time imprisoning us like a cage. A house is a complex system in a precarious balance between refuge and prison, and only accepting the existence and persistence of this dichotomy will it be possible to live peacefully. The 5 installations called "Borders of Intimacy" allow us to become aware of this duality, through the experience of strong sensations that emphasise the presence, or absence, of the living components that architecturally define a house. Only by depriving people of the freedoms and comforts that are typical of a domestic space, will they realize that one's home can quickly turn from a refuge into a prison.

Stabilità o malessere, sicurezza o pericolo, serenità o alienazione, rifugio o prigione, quali di queste sensazioni connotano l'ambiente domestico? É consuetudine considerare la casa un ambiente felice, sicuro, familiare, un luogo di protezione e in cui poter essere se stessi, e se invece, d'improvviso, non fosse più così?La casa infatti, se non viene plasmata a propria immagine, risulta a noi estranea, così come, se non ci protegge dagli sguardi esterni o se non ci garantisce il giusto livello di intimità, crea in noi disagio e malessere. Durante il lockdown mondiale dovuto alla pandemia da covid-19, la sensazione di essere intrappolati in casa si è fatta ancora più intensa, poichè ci è stata privata la libertà di uscire da un ambiente le cui pareti ci proteggevano dall'esterno, ma nello stesso tempo ci imprigionavano come una gabbia. La casa è quindi un sistema complesso in precario equilibrio fra rifugio e prigione, e solo accettando che questa dicotomia esiste e persiste ogni giorno, sarà possibile viverci serenamente. Le 5 installazioni "I confini dell'intimità" permettono di prendere coscienza proprio di questa dualità, attraverso l'esperienza di sensazioni forti che estremizzano la presenza, o l'assenza, delle componenti abitative che definiscono architettonicamente la casa. Solo privando l'uomo di quelle libertà e comodità che sono proprie dell'ambiente domestico, si renderà conto che la sua casa, da rifugio, può velocemente trasformarsi in una prigione.

Il precario equilibrio tra rifugio e prigione nell'ambiente domestico. I confini dell'intimità

GORIO, MARTINA
2019/2020

Abstract

Comfort or discomfort, safety or danger, calm or alienation, refuge or prison, which of these sensations characterize a domestic space? It is customary to consider one's home a happy, safe and familiar environment, a place of protection and in which to be yourself, but what if, suddenly, it were no longer so? In fact, if our home is not shaped on our image, it will be foreign to us, and if it does not protect us from external gazes or if it does not guarantee us the right level of intimacy, it will create discomfort and distress. During the worldwide lockdown due to the covid-19 pandemic, the feeling of being trapped at home has become even more intense. We have been deprived of the freedom to leave a space whose walls protected us from the outside while at the same time imprisoning us like a cage. A house is a complex system in a precarious balance between refuge and prison, and only accepting the existence and persistence of this dichotomy will it be possible to live peacefully. The 5 installations called "Borders of Intimacy" allow us to become aware of this duality, through the experience of strong sensations that emphasise the presence, or absence, of the living components that architecturally define a house. Only by depriving people of the freedoms and comforts that are typical of a domestic space, will they realize that one's home can quickly turn from a refuge into a prison.
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2021
2019/2020
Stabilità o malessere, sicurezza o pericolo, serenità o alienazione, rifugio o prigione, quali di queste sensazioni connotano l'ambiente domestico? É consuetudine considerare la casa un ambiente felice, sicuro, familiare, un luogo di protezione e in cui poter essere se stessi, e se invece, d'improvviso, non fosse più così?La casa infatti, se non viene plasmata a propria immagine, risulta a noi estranea, così come, se non ci protegge dagli sguardi esterni o se non ci garantisce il giusto livello di intimità, crea in noi disagio e malessere. Durante il lockdown mondiale dovuto alla pandemia da covid-19, la sensazione di essere intrappolati in casa si è fatta ancora più intensa, poichè ci è stata privata la libertà di uscire da un ambiente le cui pareti ci proteggevano dall'esterno, ma nello stesso tempo ci imprigionavano come una gabbia. La casa è quindi un sistema complesso in precario equilibrio fra rifugio e prigione, e solo accettando che questa dicotomia esiste e persiste ogni giorno, sarà possibile viverci serenamente. Le 5 installazioni "I confini dell'intimità" permettono di prendere coscienza proprio di questa dualità, attraverso l'esperienza di sensazioni forti che estremizzano la presenza, o l'assenza, delle componenti abitative che definiscono architettonicamente la casa. Solo privando l'uomo di quelle libertà e comodità che sono proprie dell'ambiente domestico, si renderà conto che la sua casa, da rifugio, può velocemente trasformarsi in una prigione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/173861