The last few years have marked the return of the countryside in the architectural debate, reversing the characteristic trends of the second half of the 20th century. Many disciplines have reflected on rural areas as alternatives to metropolitan life, often identifying them as places to be colonized through tourism and other discontinuous uses. The era in which we live imposes a radical change of perspective: the pandemic has crumbled tourist economies and shown the fragility of places subject to them. The birth of a post-tourist society is a particularly relevant issue in Italy, where entities such as "borghi" are widespread: far away and disconnected from the large urban centers, they are nevertheless the cradle of the ideals to which metropolitan areas are now turning again. If therefore, we can speak of a countryside turn, the latter cannot be only a romantic ideal of rural life, but rather a space in which to experiment with new models of contemporary life. To put these reflections into practice, it is effective to study a representative case: the urban territory around the coastal city of San Benedetto del Tronto (AP), an ever-growing seaside tourist destination and the most populous area of the Piceno region. The neighboring municipalities are nothing but dormitory districts of a single large center, as evidenced by the new widespread urbanization and the semi-abandoned historic centers of Acquaviva Picena, Monteprandone, and Monsampolo del Tronto. Among the still evident signs of the 2016 earthquake and houses for sale, the three medieval villages seem to spend in hibernation the months that separate the tourist seasons, provoking the need for alternative scenarios: in order not to remain crystallized into monuments to culture and traditions, it is necessary to aspire to be places of daily life, participants of a polycentric territory and inserted in a network of biunivocal relations with other urban centers.

Gli ultimi anni hanno segnato il ritorno della campagna nel dibattito architettonico, invertendo le tendenze caratteristiche del secondo ‘900. Numerose discipline hanno attuato riflessioni sulle aree rurali come alternative alla vita metropolitana, identificandole spesso come luoghi da colonizzare tramite turismo e altri usi discontinui. L’epoca in cui viviamo ci impone un cambio di prospettiva radicale: la pandemia ha sgretolato le economie turistiche e ha mostrato la fragilità dei luoghi totalmente assoggettati a esse. La nascita di una società post-turistica è un tema particolarmente rilevante in Italia dove entità quali i borghi sono molto diffuse: lontani e scollegati dai grandi poli urbani sono tuttavia la culla degli ideali a cui le aree metropolitane oggi tornano a rivolgersi. Se quindi si può parlare di countryside turn, quest’ultimo non può essere solo un’ideale romantico di vita agreste, bensì uno spazio dove sperimentare nuovi modelli di vita contemporanea. Per concretizzare queste riflessioni, risulta efficace studiare un caso rappresentativo: il territorio urbano attorno alla città costiera di San Benedetto del Tronto (AP), meta turistica balneare in continua crescita e area più popolosa del Piceno. I comuni limitrofi non sono che quartieri-dormitorio di un unico grande centro, come testimoniano le nuove urbanizzazioni diffuse e i centri storici semi-abbandonati di Acquaviva Picena, Monteprandone e Monsampolo del Tronto. Tra i segni ancora evidenti del terremoto del 2016 e case in vendita, i tre borghi medievali sembrano trascorrere in letargo i mesi che separano le stagioni turistiche, provocando l’esigenza di scenari alternativi: per non restare cristallizzati a monumenti di cultura e tradizioni, occorre ambire a essere luoghi di vita quotidiana, partecipanti di un territorio policentrico e inseriti in una rete di relazioni biunivoche con gli altri centri urbani.

Borghi. Proposte specifiche per sistemi locali

Prinetti, Iacopo;Cameli, Caterina
2019/2020

Abstract

The last few years have marked the return of the countryside in the architectural debate, reversing the characteristic trends of the second half of the 20th century. Many disciplines have reflected on rural areas as alternatives to metropolitan life, often identifying them as places to be colonized through tourism and other discontinuous uses. The era in which we live imposes a radical change of perspective: the pandemic has crumbled tourist economies and shown the fragility of places subject to them. The birth of a post-tourist society is a particularly relevant issue in Italy, where entities such as "borghi" are widespread: far away and disconnected from the large urban centers, they are nevertheless the cradle of the ideals to which metropolitan areas are now turning again. If therefore, we can speak of a countryside turn, the latter cannot be only a romantic ideal of rural life, but rather a space in which to experiment with new models of contemporary life. To put these reflections into practice, it is effective to study a representative case: the urban territory around the coastal city of San Benedetto del Tronto (AP), an ever-growing seaside tourist destination and the most populous area of the Piceno region. The neighboring municipalities are nothing but dormitory districts of a single large center, as evidenced by the new widespread urbanization and the semi-abandoned historic centers of Acquaviva Picena, Monteprandone, and Monsampolo del Tronto. Among the still evident signs of the 2016 earthquake and houses for sale, the three medieval villages seem to spend in hibernation the months that separate the tourist seasons, provoking the need for alternative scenarios: in order not to remain crystallized into monuments to culture and traditions, it is necessary to aspire to be places of daily life, participants of a polycentric territory and inserted in a network of biunivocal relations with other urban centers.
BASSOLI, CATERINA ANNA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2021
2019/2020
Gli ultimi anni hanno segnato il ritorno della campagna nel dibattito architettonico, invertendo le tendenze caratteristiche del secondo ‘900. Numerose discipline hanno attuato riflessioni sulle aree rurali come alternative alla vita metropolitana, identificandole spesso come luoghi da colonizzare tramite turismo e altri usi discontinui. L’epoca in cui viviamo ci impone un cambio di prospettiva radicale: la pandemia ha sgretolato le economie turistiche e ha mostrato la fragilità dei luoghi totalmente assoggettati a esse. La nascita di una società post-turistica è un tema particolarmente rilevante in Italia dove entità quali i borghi sono molto diffuse: lontani e scollegati dai grandi poli urbani sono tuttavia la culla degli ideali a cui le aree metropolitane oggi tornano a rivolgersi. Se quindi si può parlare di countryside turn, quest’ultimo non può essere solo un’ideale romantico di vita agreste, bensì uno spazio dove sperimentare nuovi modelli di vita contemporanea. Per concretizzare queste riflessioni, risulta efficace studiare un caso rappresentativo: il territorio urbano attorno alla città costiera di San Benedetto del Tronto (AP), meta turistica balneare in continua crescita e area più popolosa del Piceno. I comuni limitrofi non sono che quartieri-dormitorio di un unico grande centro, come testimoniano le nuove urbanizzazioni diffuse e i centri storici semi-abbandonati di Acquaviva Picena, Monteprandone e Monsampolo del Tronto. Tra i segni ancora evidenti del terremoto del 2016 e case in vendita, i tre borghi medievali sembrano trascorrere in letargo i mesi che separano le stagioni turistiche, provocando l’esigenza di scenari alternativi: per non restare cristallizzati a monumenti di cultura e tradizioni, occorre ambire a essere luoghi di vita quotidiana, partecipanti di un territorio policentrico e inseriti in una rete di relazioni biunivoche con gli altri centri urbani.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/174264